Cinquant’anni D’Argento – Report

Dario Argento festeggia e si racconta all'Officina Pasolini
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Riuscitissima serata all’Officina Pasolini di Roma, quella dello scorso 11 febbraio, organizzata in collaborazione con la redazione della storica trasmissione di Radio3 “Hollywood Party”, per celebrare il Maestro Dario Argento in vista del suo ottantesimo compleanno e in occasione del cinquantenario della sua splendida carriera. Immerso in una suggestiva atmosfera a luce rossa con tanto di sfondo horror, il pubblico ha potuto godere di un excursus quasi completo dell’opera del regista, attraverso la presentazione di scene significative che venivano commentate dal Maestro. Il tema principale era quello dei luoghi dei film di Argento, con particolare riguardo a Roma, città che ha fatto da sfondo a molti dei suoi capolavori, ma anche l’Umbria, Torino, e poi la Svizzera e la Germania, perché in realtà Dario Argento, attraverso la selezione di una pluralità di luoghi tra quelli a lui noti ha sempre cercato di creare quella che riteneva essere la “città ideale” per ciascuno dei suoi film. Si parte dall’indimenticabile scena della medium in Profondo rosso: il regista, completamente a suo agio e desideroso di comunicare, ricordare, a tratti anche divertire il pubblico di addetti ai lavori e non, aggiunge e arricchisce la narrazione di aneddoti curiosi e di ricordi tanto vividi che sembrano appartenere ormai ad un immaginario collettivo.

E quindi la materia geografica del “dove” lascia spesso spazio ai quando, come e perché, a tutti gli elementi della sua Arte, soprattutto la musica ( I Goblin, Keith Emerson, Ennio Morricone, solo per citare alcuni dei grandi che hanno realizzato le colonne sonore dei suoi film). Argento racconta del suo modo di lavorare, preparando e scrivendo tutto prima, anche dettagli come i quadri famosi da far apparire nelle scene dei suoi film (in Profondo rosso si scorgono quadri dell’artista torinese Enrico Colombotto Rosso). Si risale, scena dopo scena, a quelli che sono stati i suoi miti cinematografici, quelli che lo hanno ispirato: Fritz Lang, suo preferito in assoluto, ma anche John Ford, John Wayne, le attrici dell’epoca dei telefoni bianchi (non a caso Clara Calamai sarà una delle protagoniste di Profondo rosso). Dario Argento ribadisce la sua idea di fare cinema, legata molto al mondo dei sogni. Ed è proprio perché sulla scena realista del cinema romano all’inizio degli anni ‘70 non aveva incontrato alcun regista che potesse realizzare un film che rappresentasse questo suo mondo onirico alla fine Dario, con all’attivo un bel po’ di sceneggiature, decide di farsi il film da solo. Comincia con L’uccello dalle piume di cristallo per continuare con una trilogia, cosiddetta degli animali, che scardina le vecchie regole del giallo per esprimere una visione del colpevole tutta diversa, basata sul suo punto di vista e molto introspettiva; inoltre questa serie di gialli presenterà molti elementi stilistici che testimoniano la frequentazione dell’Avanguardia da parte del regista.

E se è vero che Suspiria resta il suo film più visionario, Dario Argento confessa che avrebbe voluto fortemente che esso avesse come protagoniste delle bambine, e solo per il veto molto deciso della produzione aveva dovuto ripiegare su giovani ragazze; lui però le fa comportare come bambine, introducendo anche elementi visivi quali le maniglie molto alte delle porte da aprire, che potessero dare idea allo spettatore di una psicologia e di un agire infantili. Non fa provini ai suoi attori Dario Argento, mai fatti: quando deve scegliere coloro che interpreteranno i suoi personaggi preferisce un colloquio in cui si parla di tante cose, e nel vederli parlare e muoversi immagina se potranno andar bene per uno o l’altro ruolo, confidando molto nel fatto che poi il set con il suo potere in genere tende a far dare il meglio. Tornando a Roma, città protagonista di molti suoi film, Dario Argento annuncia che il suo prossimo film, dal probabile titolo di Occhiali neri, sarà girato anch’esso nella Capitale: al centro la prima parte, nei dintorni tra Frascati e Velletri la seconda, ad ulteriore prova di quanto il nostro ami la sua città in ogni suo angolo perché ognuno di essi contiene le bellezze e misteri che lui ama inserire nei suoi racconti. E noi aspettiamo fiduciosi di poter vedere al più presto quello che ci auguriamo possa essere il suo nuovo capolavoro.