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Ratched

2020
REGIA:
Ryan Murphy, Michael Uppendahl, Jennifer Lynch, Jessica YuNelson Cragg,
CAST:
Sarah Paulson (Mildred Ratched)
Finn Wittrock (Edmund Tolleson)
Cynthia Nixon (Gwendolyn Briggs)

Il nostro giudizio

Ratched è una serie tv del 2020, ideata da Ryan Murphy.

Uno dei più grandi produttori “seriali” degli ultimi dieci anni, Ryan Murphy, ambienta la sua nuova fiction in un ospedale psichiatrico in cui le cure mediche sono soggette al più folle e malato relativismo, e dove entra a far parte del personale un’infermiera psicopatica. La nuova serie thriller horror si chiama Ratched, che sarebbe appunto il cognome dell’infermiera in questione: competenza, aiuto e compassione non rappresentano qualità che ci si possano aspettare da lei. Siamo sul finire degli anni Quaranta, epoca in cui la medicina psichiatrica utilizzava metodi piuttosto insoliti: scosse elettriche, bagni caldi o lobotomie avrebbero dovuto fornire aiuto a pazienti con disturbi mentali o deviazioni comportamentali. L’infermiera Mildred Ratched (Sarah Paulson, musa indiscussa dell’universo murphyano), non soddisfatta del bagaglio di discutibili pratiche di trattamento conseguite nel suo passato traumautico e drammatico, trova nell’ospedale una ottima occasione per mettere in pratica sue abilità speciali come manipolazione, distruzione e morte, anche se poi, riesce ad avere la meglio solo sui pazienti più indifesi. La clinica psichiatrica del Dott. Hannover (Jon Jon Briones) è un luogo di crudeltà, e punto di incontro perfetto per Mildred Ratched, che non ha scelto per caso il suo nuovo posto di lavoro. Mentre l’autoproclamato genio del dottor Hannover sta testando nuovi e cruenti metodi di trattamento e approcci di guarigione sui detenuti, Ratched prende di mira un paziente specifico: il giovane assassino seriale Edmund (Finn Wittrock), che è nuovo nella clinica, suscita il suo interesse. Il legame segreto tra i personaggi disturbati corre come un filo rosso nella vita quotidiana dell’ospedale, lastricata da innumerevoli cadaveri. In quanto nuova dipendente, Mildred non è affatto insicura o timida.

Attraverso la sua capacità di manipolare le persone e di esplorare le relazioni di potere, spinge coloro che hanno bisogno di cure al suicidio o li aiuta nel loro cammino verso l’aldilà senza che le venga chiesto di farlo. I processi astrusi nella pratica quotidiana della clinica non sono limitati agli ambulatori medici: giochi di ruolo sessuali, fantasie di decapitazione e una estrosa milionaria (splendida Sharon Stone) fanno parte della folle rappresentazione del carente processo di guarigione che il creatore della serie Ryan Murphy si è inventato. Personaggi esagerati, azioni sanguinose e volti familiari: Murphy rimane fedele alla sua formula (ormai un po’) logora di esagerazione e colori raffinati. I personaggi oscuri sono giustapposti a toni pastello e colori irreali, i momenti shock non vengono risparmiati e l’attrice di casa e di corte Sarah Paulson recita con un’espressione fortissima, a contrastare la sceneggiatura talvolta priva di sorprese, se non per qualche scena capolavoro che per suspense e ritmo ci riporta alla lezione del miglior Hitchcock anni’50. Ratched avrebbe potuto essere, più che una serie indipendente, un’altra stagione della fortunata serie antologica di Murphy American Horror Story, i cui parametri vengono assolutamente in essa rispettati. Ma sullo show aleggiano atmosfere di altre produzioni di Murphy: un pizzico di Hollywood soffia attraverso i corridoi sterili, la sensazione che i personaggi di Feud possano attraversare la scena da un momento all’altro è molto forte e le ambientazioni impeccabili non sono in alcun modo inferiori alle raffinate location di The Politician. Si potrebbe quasi dire: Ryan Murphy ha remixato il meglio dell’universo delle sue serie. Qualcosa però ha sbagliato nella selezione dei componenti.

Nel primo episodio, Ratched definisce i suoi personaggi, che però spesso si perdono o ben presto muoiono nel corso della serie. Insieme a loro, gli spettatori scivolano attraverso vari scenari shock che fungono da collante per la trama debole: molta enfasi è posta sull’aspetto e sulla perfezione, ma il ritmo e la capacità di attrazione della trama non sono costanti, nonostante il genuino impegno, mai disatteso, di spezzare lance a favore delle vittime di razzismo, omofobia e nazismo, temi sempre presenti nelle sue patinate opere. La figura di Ratched non dovrebbe essere estranea agli amanti del cinema. Nel pluripremiato film bestseller Qualcuno volò sul nido del cuculo del 1975, l’attrice Louise Fletcher interpretava la dispotica caposala che rendeva la vita difficile a Jack Nicholson. Ma in contrasto con la serie di Ryan Murphy, che racconta la preistoria del personaggio immaginario, il personaggio originale del film Oscar di Miloš Forman era molto più sottile e strutturato con caratteristiche più fini. La sua malizia era espressa meno da un intervento sanguinoso e più dal rispetto coscientemente doveroso delle regole disumane dell’ospedale. Invece, la versione più giovane di Mildred Ratched si rivela essere una personalità ovviamente squilibrata che, in qualche modo, è ben curata nella clinica psichiatrica. E forse, visto che il paragone tra i personaggi ha fatto parte della campagna pubblicitaria di questo spettacolo, resta un po’ deludente capire che in fondo siamo su un pianeta completamente diverso, anche se l’opera di Murphy ha delle caratteristiche, e questo non glielo si può negare, talmente personali e originali, da sbaragliare qualsiasi confronto.