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The Rain – Stagione 3

2020
REGIA:
Kenneth Kainz
CAST:
Alba August (Simone Andersen)
Lucas Lynggaard Tønnesen (Rasmus Andersen)
Mikkel Boe Følsgaard (Martin)

Il nostro giudizio

The Rain – Stagione 3 è una serie tv ideata da Jannik Tai Mosholt, Esben Toft Jacobsen e Christian Potalivo.

Rileggendo ciò che avevamo scritto in sede della seconda stagione di The Rain, con somma gioia, avevamo ben intuito la drastica e inevitabile mutazione dello show da prodotto di mera narrazione post-apocalittica a racconto dai forti connotati fantastici. Così, dopo che un virus contenuto nella pioggia ha spazzato via gran parte dell’umanità e dopo averne scoperto la sua natura da laboratorio, lo scontro tra i due fratelli Andersen trova finalmente la fine. Con questo ultimo ciclo di sei episodi, si chiude The Rain, prodotto originale di Netflix Danimarca che nonostante un ottimo incipit, non è mai riuscito a mantenere un equilibrio drammaturgico adeguato per salvarsi dalla mediocrità. Questa volta Rasmus, avendo dentro di se il virus che lo ha trasformato alla stregua di un superuomo con poteri sovrannaturali, decide di infettare e regalare questo dono anche ad altre persone, così da creare un nuovo mondo dove solo gli ibridi umani potranno vivere. Simone, invece, continua ad avere la sua indole da sorella maggiore, ma nonostante sia consapevole della follia che sta abbagliando la lucidità del fratello, deve essere pronta a ucciderlo se non riuscirà a farlo tornare alla ragione.

Questa volta il destino viene in aiuto di Simone: dove il virus e la natura si incontrano, si genera una muffa oscura, portatrice di morte al tocco; in un punto in particolare, il virus e la natura hanno dato vita ad una pianta sconosciuta, una pianta capace di difendersi violentemente se attaccata, ma anche di contenere nei suoi semi una sostanza giallastra. Questa è – senza troppe spiegazioni – l’antidoto, capace di annientare definitivamente il morbo, uccidendo anche la componente infettiva negli esseri umani ma anche il portatore. Mentre Rasmus organizza la spedizione vendicativa contro la sorella, Simone e gli ultimi sopravvissuti studiano la pianta e si preparano a difenderla. Ancora una volta, The Rain non si fa carico del passato, ignorando le orme che si è lasciato alle spalle per cambiare nuovamente le carte in tavola. La soluzione della pianta per quanto mai contestualizzata, è un espediente narrativo fin troppo forte da calibrare con il potere degli ibridi umani. La corsa all’antidoto attirerà curiosi e i classici predoni, tutti con un destino sin troppo palese già dalle prime battute. Nonostante l’esigua durata di questa stagione, la narrazione procede sempre con forzature date da scelte discutibili di alcuni personaggi.

La stessa organizzazione dell’Apollon, cuore pulsante del segreto attorno il virus, declassa a favore di scaramucce tra fratelli, con una sequela di personaggi secondari che qui vedono la propria finestra di battute ridursi drasticamente.  Nell’eterna lotta del male contro il bene, i due ragazzi incarnano questa semplice metafora, trovando dunque nello “scontro finale” una soluzione fin troppo leggera e buonista che non soddisfa nessun tipo di pubblico, appassionato di genere e non. The Rain si chiude senza strappare particolari emozioni, restituendo un racconto che, seppur altalenante a livello qualitativo e drammaturgico, ha comunque quella vena di forte intrattenimento dovuto per lo più alla velocità con cui gli eventi vengono narrati e mutano senza alcuna regola. Gli imprevisti dunque, anche in questo ciclo di episodi, sono all’ordine del giorno. Alcune volte per allungare all’inverosimile una storia che può chiudersi in un paio di puntate, altre volte utile ad allargare la già bizzarra mitologia della serie. Probabilmente da oggi guarderemo la pioggia con un occhio diverso dal solito e anche con una conclusione poco soddisfacente, non sentiremo la mancanza di The Rain.