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Demonic Toys

1992
Titolo Originale:
Demonic Toys
REGIA:
Peter Manoogian
CAST:
Tracy Scoggins (Judith Gray)
Bentley Mitchum (Mark Wayne)
Daniel Cerny (Il bambino-demone)

Il nostro giudizio

Demonic Toys – Giocattoli infernali è un film del 1992 diretto da Peter Manoogian.

Judith (Tracy Scoggins), poliziotta incinta, fa strani sogni popolati da bambini inquietanti. Ne parla al marito, Matt (Jeff Celentano), poliziotto pure lui. Durante la caccia a due trafficanti d’armi, l’uomo viene sparato e muore, mentre Judith dà la caccia ai due malviventi in un deposito di giocattoli, ferendone uno a morte. L’inseguimento, insieme al custode del posto Charnetski (Peter Schrum) e a Mark, un rider di un fast food, si fa sempre più serrato, finché i giocattoli non prendono vita e uccidono Charnetski. A guidare i giocattoli è proprio uno dei due bambini del sogno ricorrente di Judith. Charles Band prosegue la sua fissa per bambole e pupazzi, iniziata con Dolls (1987) di Stuart Gordon e la saga dei Puppet Master, e produce affidando il suo soggetto alla mano di Peter Manoogian (ll demone delle galassie infernali), che gestisce in modo dignitoso il tutto, passando dal poliziesco all’horror con i giocattoli che guidano la mattanza.

L’ispirazione principale, oltre a Puppet Master – citato su un televisore in bianco e nero nell’ufficio del custode – è ovviamente Chucky e i primi due capitoli de La bambola assassina. L’inizio è pressoché identico al cult anni ’80 di Tom Holland e la battute dei giocattoli fanno il verso al bambolotto ideato da Don Mancini, che dal sequel di successo di John Lafia farà più ridere che paura. I mezzi sono pochi e ci si arrangia nel perfetto stile Full Moon, ma ci si diverte e i pupazzi qui sono più spassosi e curati nel design che in altri film prodotti dalla casa di Los Angeles. La sceneggiatura del fortunatissimo David S. Goyer (Batman Begins, Il cavaliere oscuro) tentenna in alcuni momenti e offre soluzioni al limite del grottesco – lo scontro iniziale tra poliziotti e trafficanti e quello finale in perfetto stile anni ’80 – ma nelle mani di Manoogian il film trova una sua compattezza, puntando tutto sull’intrattenimento, attraverso le battutacce dei giocattoli assassini e gli special fx, che più che in altre pellicole dello stesso filone pupazzesco ammiccano al gore. Non manca la score firmata da Richard Band, fratello di Charles, fiabescamente kitsch e trasognata, com’è nel suo stile.

Negli ultimi vent’anni il sottogenere dei giocattoli assassini ha trovato qua e là “nuova” linfa con Dead Silence (James Wan, 2007), Annabelle (John R. Leonetti, 2014) la diabolica bambola del Conjuring Universe, The Boy (2016, William Brent Bell), nonché il fantasioso e poco capito remake di Child’s Play di Lars Klevberg, fino ai più recenti Jack in the Box (2019) di Lawrence Fowler e Benny Loves You (2021) di Karl Holt, che più di tutti sembrano attingere dal macabro mondo giocattoloso di Band. Il fascino dei giocattoli malefici è duro a morire, proprio come questi vecchi film targati Full Moon che val la pena rispolverare.