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Archive 81 – Universi alternativi

2022
REGIA:
Rebecca Thomas, Haifaa Al-Mansour, Justin Benson, Aaron Moorhead
CAST:
Mamoudou Athie (Daniel "Dan" Turner)
Dina Shihabi (Melody Pendras)
Evan Jonigkeit (Samuel Spare)

Il nostro giudizio

Archive 81 – Universi alternativi è una serie tv del 2022, ideata da Rebecca Sonnenshine.

Dan è un restauratore specializzato nel recupero di vecchi nastri audio e video che si vede offrire una somma considerevole per restaurare una serie di videocassette a patto di svolgere il suo lavoro in un complesso isolato nei boschi. I nastri contengono la ricerca di un’antropologa, Melody, che nei primi anni ’90 stava realizzando un documentario sulla storia di un condominio, il Visser. Fin da subito i video si arricchiscono di particolari inquietanti che fanno presagire che non si tratta di un semplice lavoro accademico, ma di una vicenda ammantata di mistero e di orrore che coinvolge una setta di cultisti e il segreto per aprire un passaggio verso una dimensione ignota. Archive 81 fa parte del filone horror/weird che in questo momento gode di un buon seguito. L’orrore viene svelato poco per volta, in una vicenda in cui i protagonisti si rendono presto conto di trovarsi in una situazione sinistra e inquietante ma realizzano la reale portata della minaccia solo mettendo insieme i pezzi di un puzzle che restituisce loro i contorni progressivamente più chiari della situazione.

In tal senso il meccanismo della serie girerebbe anche discretamente bene, nulla di eccezionale ma funziona, se non fosse che funziona troppo lento. Archive 81 ha un problema di ritmo. A tratti sembra non andare più avanti, fatto in sé abbastanza fastidioso da percepire in uno show di sole otto puntate. Il che, con il progredire delle puntate, rischia di spegnere l’interesse in una serie che solo nel finale recupera parte del passo che dovrebbe avere per tutto il suo corso e lì sta un altro dei problemi: il finale un po’ troppo sbrigativo. Certo, il cliffhanger che lascia aperta la porta a un’eventuale seconda stagione ci sta, ma la costruzione poteva certamente essere migliore. Ed è un peccato, perché gli elementi interessanti non mancano ma non vengono sfruttati a dovere: l’idea che con un suo amico il protagonista gestisca un podcast o il fatto stesso che si occupi di restaurare nastri di ogni genere avrebbero potuto dare ad Archive 81 qualche spunto in più. Basta ascoltare, in tal senso, il lavoro immenso che i creatori di Welcome to the Night Vale hanno fatto con il solo mezzo audio quando hanno dato vita all’immenso podcast Within the wires, contando che per realizzarlo hanno usato solo l’audio.

I creatori di Archive 81, al contrario, evitano le sperimentazioni in favore di un lavoro più tradizionale e lineare, certo non privo di una sua solidità perché comunque la serie non è scritta male e non è che non funzioni del tutto, ma quel maledetto problema di ritmo le taglia le gambe. Ora, Netflix ha fame di successi, per fidelizzare gli abbonati e mantenerli fedeli ha un forte bisogno di prodotti di punta come Squid Game o La casa di carta che portano gli utenti a provare la piattaforma per vederne le prime stagioni catturandoli e inducendoli a restare per vedere le successive. E questo lavoro si vede in Archive 81, una serie che abilmente getta il protagonista in un mondo tutto da scoprire, possibilmente nella prossima stagione, ammesso però di non perdere lo spettatore con una serie che, nonostante il potenziale, purtroppo in parte sprecato, rischia di annoiare abbastanza alla svelta. Non è ancora detta l’ultima parola e la possibilità di riscattare il prodotto non manca, ricordiamo per esempio che le stagioni migliori di un successo devastante come Breaking Bad non sono le prime.