Tobe Hooper e il sole

Scompare il regista di Non aprite quella porta
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Scompare a 74 anni Tobe Hooper. Il regista che fece sorgere il sole sul cinema horror…  

Leggevo da qualche parte, un po’ di tempo fa – ma giuro, non ricordo esattamente dove, se in rete o in un libro o in una rivista: il detentore del copyright mi perdoni: d’altronde, le buone idee a un certo punto vivono di vita propria e diventano patrimonio universale  – un’interessante dissertazione a proposito di Non aprite quella porta: il primo film, la “pietra dello scandalo”. Si trattava di una tesi ricercata, supportata da considerazioni di tipo scientifico ma anche di nozioni esoteriche, a proposito dell’importanza del Sole e della luce in quella storia piena di cose che con la “chiarità” sembrerebbero, invece, non avere niente a che fare: la carne morta, la decomposizione, il marciume, lo sporco e la puzza –  che fa parte dell’aura sensoriale di quel film più che di qualsiasi altro  (e lo sentiamo, l’odore nauseabondo e ferroso del sangue raggrumatosi, il fetore dei resti delle bestie –  animali, uomini – macellate, l’afrore insostenibile di quelle galline appese nelle gabbie come canarini, dentro la orrenda casa dei Sawyer). Il Sole è la grande novità che Tobe Hooper fa sorgere all’interno dell’horror, una rivoluzione in qualche modo copernicana. È l’altra faccia della Notte – appunto – dei morti viventi, film con il quale Non aprite quella porta intrattiene rapporti notoriamente molto forti: tant’è vero che comincia su dei flash di luce che, come istantanee, squarciano il buio assoluto rivelando dettagli necrofili e rivoltanti.

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Poi, la prima immagine sensibile è esibita sotto l’assoluto imperio del sole texano: un cadavere mummificato composto sulla croce in pietra di un cimitero. Un programma e un proclama, è evidente: la notte è finita, adesso comincia il giorno. Solo che l’astro diurno non dissipa più nessun orrore, come ci avevano insegnato – buon ultimo anche nel film di Romero, dove la nascita del giorno sembra (dico: sembra…) ristabilire il primato della normalità e della civiltà sui mostri. Il Sole di Non aprite quella porta, invece, rende più vivido e definito l’abominio, lo tragitta fuori dal regno tenebroso e rarefatto della trascendenza, scagliandolo in un turbine elementale di luce e di vento. I demoni si sono fatti meridiani. Poi, i titoli di testa sotto i quali scorre un filmato di eruzioni solari (con la loro conclamata ridondanza malefica: ed era nell’aria; era la stessa stagione in cui Armando Crispino in Italia girava il suo allucinante film), mentre la voce di uno speaker recita un rosario di terribili nefandezze accadute da quelle parti. Sorge così sugli anni Settanta e sul cinema dell’orrore, grazie a Tobe Hooper, un Sol Invictus fecondatore di follia e di morte…