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Millennium

1996 - 1999
Titolo Originale:
Millennium
REGIA:
Chris Carter
CAST:
Lance Henriksen (Frank Black)
Megan Gallagher (Catherine Black)
Brittany Tiplady (Jordan Black)

Il nostro giudizio

Millennium è una serie tv del 1996, ideata da Chris Carter, Glen Morgan e James Wong.

La sigla di Millennium è la degna anteprima dell’esperienza unica e profonda che ci attende. Istantanee suggestive e inquietanti accompagnate da messaggi e dal superbo lavoro del compositore Mark Snow. È il 1996 e Chris Carter è sempre più stretto tra gli X-Files. I casi di Mulder e Scully sono un fenomeno mondiale eppure l’autore percepisce limitata la visuale del format e sente il bisogno di creare qualcosa di concettualmente più grande. Piccoli indizi sparsi si intravedono già nella quarta stagione X-Files – ad avviso del sottoscritto la più bella: mostri, alieni e paranormale lasciano spesso la scena ad assassini depravati e psicopatici, creando trame dall’inedita caratura drammatica. Carter vuole trattare con toni foschi la brutale realtà e le lande nere dell’anima ed essendo da sempre affascinato da testi biblici e profezie è pronto per piazzare l’azzardo e creare il proprio lavoro più complesso e intenso. Sul The New York Times hanno scritto: “Se in X-Files si chiedono cosa si perda nella notte, Millennium esplora il buio. E lo abbraccia”. Prendere Seven e portarlo a Seattle. Carter ha questo obiettivo per il pilota di Millennium. In una città degradata e piovosa, un serial killer battezzato il Francese – scoprirete presto perché – semina una Peste ben peggiore dell’AIDS: morte, violenza e dolore. La polizia ha bisogno di aiuto e qui entra in gioco Frank Black. Ex analista di profili criminali di Quantico, si è ritirato a Seattle insieme alla famiglia dopo un pesante crollo nervoso: un maniaco lo perseguita recapitandogli polaroid dei suoi cari (l’attore è Doug Hutchison, il mitico Tooms di X-Files, per rimanere in tema) e soprattutto il Dono non gli da tregua. Si, perché Frank Black ha un Dono, anzi, una dannazione. Riesce a vedere le fantasie delle persone a cui da la caccia. Ciò lo tormenta fino a consumarlo ma lo rende anche l’ultima barriera prima delle tenebre. Per questo motivo collabora con il Gruppo Millennium.

Chi è il Gruppo Millennium? Ex agenti della CIA e dell’ FBI che offrono consulenze in casi molto delicati come quello del Francese. Solo questo? No, sotto c’è qualcosa di più grande. Basandosi sulle profezie giudaico-cristiane il Gruppo si sta preparando per affrontare l’Armageddon. Bene e Male combattono la sfida sulla Terra e l’unico modo per far vincere la Luce prima del capodanno del 1999 è abbattere più killer possibili. Come recitava la locandina di promozione: “Il Male ha molto facce, il Bene una sola”, ed è quella di Lance Henriksen alias Frank Black. Carter plasma il suo personaggio definitivo sul volto segnato della piccola grande leggenda del cinema (da Alien a Il Buio si Avvicina), la cui interpretazione – candidata per tre anni di fila ai Golden Globe – è tutt’oggi annoverata tra le vette della serialità contemporanea. Nell’espressione di Henriksen si incarna tutta la resistenza del Bene in un mondo corrotto e marcio, anticipando tanti tormentati anti-eroi dello schermo. Se inizialmente la sua Visione assicura dal punto visivo sequenze clamorose – la ballerina di lap-dance coperta di sangue nel Pilota o il Diavolo della Ghenna nell’episodio successivo – poco a poco tale capacità viene ad affievolirsi rendendo così meno scontata la risoluzione dei casi ma soprattutto caricando ancora di più Frank Black di un’angosciosa dimensione umana.Vista la violenza, la complessità delle tematiche e l’oscurità delle atmosfere Millenium non ha avuto sorte fortunata. Oggi grazie a capolavori come True Detective siamo più abituati ad un linguaggio così alto, ma nel “lontano” 1996 le cose erano ben diverse. Pensate che quando venne trasmessa per la prima volta su Italia 1 nella prima serata di domenica, Millennium esordì con numeri maggiori di X-Files e causò molte – bigotte – polemiche e dibattiti che causarono lo spostamento in fasce di palinsesto sempre più vampiresche… La prima stagione – sulle scia del Francese di Carter – rappresenta un torvo campionario di serial killer le cui gesta incarnano una spietata analisi della parte più deviata della dimensione umana. Poco a poco si abbandona il classico incedere poliziesco\thriller per spostarsi su argomenti ben più affascinati e misteriosi.

Drastico il cambio con la seconda: Carter lascia causa impegni – X-Files sta per sbarcare al cinema – e subentrano Glen Morgan e James Wong, i quali incentrano tutto sulle trame del Gruppo Millennium e sull’avvento della Fine. Molti non hanno approvato le scelte degli autori ma personalmente reputo la seconda stagione di Millennium qualcosa di davvero superlativo. All’impatto devastante dovuto ai casi criminali e alla dannazione di Black, la seconda stagione sostituisce un taglio molto più universale, ironico, surreale e visionario. Episodi come The Course of Frank Black, The Fourth Horseman, Satan Got Behind Me rappresentano la pura eccellenza e conducono a uno dei finali più nichilistici della storia della tv. Fino ad arrivare a una terza annata in cui le due anime passate cercano di convivere in un ibrido non sempre vincente ma comunque sempre sopra la media. Cult la puntata con i Kiss. La definitiva chiusura di Millennium è nel quarto episodio della settima stagione di X-Files, andato in onda in Italia prima della terza e conclusiva stagione: follie del palinsesto italiano. Guardando a che livello sono arrivate le serie tv è tutt’oggi lampante il ruolo di madre che ha avuto Millennium. Gli attuali format incentrati sui profiler, omicidi e serial killer sono acqua minerale se paragonati al linguaggio della creatura di Carter. In un periodo dove sono tutti in giubilo per il ritorno di X-Files potrebbe essere cosa buona giusta celebrare come merita una serie che ha davvero pochi paragoni per bellezza e profondità. Almeno in Italia, visto che in America hanno prodotto una graphic novel ed esiste un sito attivissimo (backtofrankblack.com) in cui si raccolgono firme per la riapertura – vista l’età di Henriksen poco probabile – di Millennium. Un ultimo motivo per vederla? Basta citare uno dei messaggi impressi nella sopracitata sigla iniziale: Questo è ciò che siamo. Nel bene e nel male.