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Essere Moana – Segreti e misteri

2023
Titolo Originale:
Essere Moana - Segreti e misteri
REGIA:
Alessandro Galluzzi, Flavia Triggiani, Marina Loi,

Il nostro giudizio

Essere Moana – Segreti e misteri è una docuserie in due puntate di Alessandro Galluzzi, Flavia Triggiani, Marina Loi

Essere Moana Pozzi. O non essere? Questo è il problema. Da quando se n’è andata dal presente mondo, qualunque significato si voglia attribuire all’espressione (è trapassata, ha levato le tende dai quartieri della società civile, si è ritirata in una qualche selvaggia isola dei mari del Sud, onorando così il destino del proprio nome, in cui è racchiusa, in lingua maori, l’idea dell’Oceano, del “grande specchio d’acqua”), il suo mito che era potente in presenza, è diventato tre volte potente in assenza. Alla “pornodiva più conosciuta e amata dagli italiani”, pure da quelli che mai videro un fotogramma della Pozzi in azione “oltrecensura”, è consacrato Essere Moana  – Segreti e misteri – in onda su Discovery + il 29 luglio e il 5 agosto, e poi in chiaro sulla Nove da settembre -, una docuserie che entra nelle pieghe della carne e nel vivo della persona e del personaggio che la “Ragazza di Lerma” è stata, e che continua ad essere a quasi trent’anni dalla sua “scomparsa”. Scritto, con Marco Gregoretti, da Flavia Triggiani e Marina Loi, cioè dalle punte di diamante del true-crime italiano del passato recente (Lady Gucci, La vera storia della Uno Bianca, Sulle tracce dell’assassino) e diretto dalle stesse Triggiani e Loi insieme ad Alessandro Galluzzi, si struttura in due puntate, nella prima delle quali viene ripercorsa la sezione in luce della parabola di Moana: nascita, vocazione e prime esperienze, fino al raggiungimento di una fama e di un successo che inforcarono sì la cavalcatura del porno per galoppare alla notorietà, ma che ebbero alle spalle un disegno e una strategia estremamente accorti, raffinati, il cui fine era valicare il porno. Come difatti accadde, sfondando addirittura nel mito. Nella seconda puntata, si penetra, invece, nella parte in ombra dell’universo Moana, quella che apparentemente comincia con l’atto di morte redatto il 15 settembre 1994 dall’ospedale Hôtel-Dieu di Lione, sancendo, almeno burocraticamente, il termine del suo cammino terreno a causa di un carcinoma epatocellulare. Un tumore al fegato. Ombra, cioè, appunto, segreti e misteri, che si allungano, tuttavia, retroattivamente anche su ciò che faceva parte del mito di Moana già da quando soggiornava, in corpo e in spirito, tra noi.

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Moana – Il mito

Essere Moana trabocca di testimonianze che, insieme ai molti materiali di repertorio, profilano la biografia fenomenologica e, impresa molto più ardua, il ritratto interiore di Moana. Che ulteriormente pone di fronte al bivio, tra ciò che era, la figura pubblica, nel suo sembiante statuario, elegante e sorridente, mai un capello fuori posto, la frase giusta al momento giusto, nessuna provocazione che potesse metterla in scacco o anche solo in difficoltà davanti a qualsivoglia interlocutore, in grado di dissertare di tutto lo scibile umano con proprietà, di linguaggio e di pensiero, e quell’ altra Anna Moana Rosa Pozzi, che si rivelava soprattutto nello sguardo, dove baluginava sempre qualcosa che andava oltre la contingenza, che scavallava il qui e adesso. Totalmente inafferrabile e in qualche misura persino estraneo a ciò che la circondava. Una delle cose che più colpiscono della metà oscura di Moana, così come emerge dalla docuserie, è il suo coinvolgimento in faccende e con personalità che condussero i Servizi (cioè lo spionaggio di Stato) a metterle vicino qualcuno che raccogliesse informazioni su di lei. Nulla è certo ma allo stesso tempo nulla diventa implausibile, neppure che Moana avesse intrattenuto rapporti privilegiati, non solo con l’Intelligence americana, ma anche con i vertici di quella che allora ancora si chiamava Unione Sovietica. Naturalmente, scenari del genere aprirebbero il varco – e diversi dei testi escussi formulano ipotesi, quando non esprimono certezze, che vanno in tale direzione – alla possibilità che il 15 settembre 1994 l’esistenza di Moana sia solo ufficialmente terminata a Lione, prima di passare a un’altra vita, a un completo reset e ad un nuovo inizio. Dove, come e con chi, nessuno può dirlo.

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Flavia Triggiani e Marina Loi, autrici e registe di Essere Moana

La Triggiani e la Loi portano anche in questo nuovo lavoro, sempre sotto l’egida produttiva di Verve Media Company per Warner Bros. Discovery, il piglio e il ritmo, investigativo prima e di narrazione poi, che aveva contraddistinto le loro precedenti riuscite. Ed è obiettivamente difficile pensare a qualcosa che meglio fissi il noto di Moana e che provi a gettare dei ponti verosimili oltre l’abisso. Insomma, non ne esce il solito, facile, santino, la ricostruzione non è panegiristica né reticente (alla liaison con Bettino Craxi viene dato tutto quello che le si deve e alla quale Moana, in primis, dovette molto) e anche la questione del falso fratello che poi si sarebbe rivelato il presunto figlio della Pozzi, non è elusa, almeno fino al punto in cui è oggi possibile arrivare a stabilire chi sia esattamente il signor Simone Pozzi e se sia uscito dal grembo di Moana o della sorella Maria Tamiko, in arte Baby Pozzi (segreti e misteri ancora una volta, per l’appunto). Ma è soprattutto la capacità di restituire il continuo rivelarsi nascondendosi di Moana, allora esattamente come ora, che costituisce il plus valore di Essere Moana – Segreti e misteri, al quale partecipano come testimoni e opinionisti un gran numero di scrittori, giornalisti, critici, sociologi e attori, con interviste realizzate ex novo per l’occasione e con il già menzionato, impressionante, materiale d’archivio, compresi spezzoni dei film hard che fecero da rampa di lancio a Moana, da Valentina ragazza in calore in giù. Euridice Axen, a ulteriore maggiorazione del tutto, dà vita a una bellissima incarnazione di Moana, recitando brani dalla Filosofia di Moana. All’altezza del 2023, questa docuserie non è l’impossibile punto fermo da mettere su un mito, ma è, indiscutibilmente, il miglior punto di approdo cui si potesse giungere.