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Brazen

2022
REGIA:
Monika Mitchell
CAST:
Alyssa Milano (Grace)
Sam Page (Ed)
Colleen Wheeler (Senator Baxter)

Il nostro giudizio

Brazen è un film del 2022, diretto da Monika Mitchell.

L’anno nuovo è iniziato da poco, e Netflix ha già ripreso ad aggiornare la sua lista di offerte audiovisive. Tra le più recenti abbiamo Brazen, di Monika Mitchell (Un cavaliere per Natale), adattamento del romanzo Brazen virtue del 1988 di Nora Roberts. La Mitchell è nota per il suo lavoro televisivo e i suoi film romantici e natalizi, e non è ben chiaro cosa abbia spinto la piattaforma ad affidarle un thriller; qualunque cosa sia stata, in effetti, ha funzionato per il pubblico: Brazen è stato nella top 10 di più visti Netflix per un’abbondante settimana. Quello che però ha funzionato per lo “share”, è un disastro sotto qualsiasi altro punto di vista. Alyssa Milano (Streghe) è Grace Miller, scrittrice di gialli di successo, che (ovviamente) possiede un particolare talento nell’entrare dentro le menti criminali. Quando la sorella Kathleen viene brutalmente assassinata, Grace farà di tutto per catturare il colpevole con l’aiuto della polizia, e in particolare con il sostegno del detective Ed Jennings (Sam Page), con cui è scattata da poco la scintilla. La vicenda, a cavallo tra il thriller e il romanzo rosa, dovrebbe riuscire a inglobare i punti di forza di entrambi i generi, sfruttando i loro contrasti: la suspense e il brivido del primo mischiati al calore e al conforto del secondo. La storia, nelle sue premesse, si presterebbe anche bene a quest’operazione ma tuttavia il film, come anticipato, fallisce in ogni suo intento.

L’elemento thriller è assolutamente inesistente: per quanto Brazen provi a depistare lo spettatore, l’identità del killer diventa palese dopo dieci minuti scarsi di visione. Gli omicidi non danno nessun tipo di brivido o di tensione, anzi, alcuni momenti ci regalano grasse risate, così come ci fa sorridere tutto ciò che è legato alla polizia. Il socio del detective Jennings incorpora il ruolo di spalla comica, ma lo fa così tanto che sembra di essere finiti in un capitolo di Scuola di polizia. Per quanto riguarda invece la fiamma della nostra protagonista, il detective Jennings, è tutto sbagliato. Non abbiamo conflitto, non abbiamo drama, non abbiamo, in sostanza, interesse per questo personaggio, il cui ruolo si riduce a “uomo fascinoso di cui si innamora la protagonista” – e questo ci dice quanto basta per l’elemento romantico. Non è utile nemmeno come detective, perché – come potete immaginare – tutte le informazioni importanti per il caso vengono portate da Grace, che tuttavia non le ottiene grazie alle sue doti deduttive, ma grazie alla generosità degli sceneggiatori: al momento opportuno, alcuni personaggi si fanno avanti per rivelare a Grace, e solo a lei, informazioni fondamentali per le indagini.

Come avrete capito, insomma, non la migliore delle pellicole. Ci sarebbe, però, un elemento di interesse.  Si scopre infatti che Kathleen lavorava in segreto come dominatrice per un sito di camgirls, e poco dopo il suo omicidio altre sue colleghe cadono vittime dello stesso killer. Per catturare l’assassino, Grace decide di vestire i panni della sorella. Il film ha finalmente l’occasione di riprendere quota trattando un argomento delicato e affascinante, parlare di un mondo sempre più in espansione, ma non avremo niente di tutto questo. Quello che avremo saranno un paio di scambi confusi di battute confuse e Alyssa Milano in una tuta di latex. Non è abbastanza. Come se non bastasse, Monika Mitchell impacchetta questa povera sceneggiatura in una confezione televisiva, privandola di qualsiasi tipo di trovata registica o di elementi di interesse stilistico. Molti spettatori, ignari dal pericolo, si saranno lasciati attrarre dalla novità del prodotto, rimanendo davanti al film solo per non dover perdere tempo a cercare altro da vedere. Eppure, basterebbe cambiare canale per trovare qualcosa di meglio, magari un sano episodio de La signora in giallo, e passare un’ora piacevole sul proprio divano.