Intervista a Farnoosh Abedi

incontro con l'autore del corto Malakout, vincitore del Premio DAMS Unisalento all' AHIFF
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Abbiamo incontrato il regista Farnoosh Abedi, autore del cortometraggio Malakout e vincitore del Premio DAMS Unisalento all’ultimo Apulia Horror International Film Festival. Questo short, di dieci minuti, è  un sinistro e affascinantissimo racconto gotico con al centro un pianista talmente disperato per l’imminente scomparsa della moglie, da scegliere di patteggiare con la Morte, offrendo ad essa il sacrificio delle proprie mani affinché risparmi la compagna. Ambientato in una enorme old dark house, il cortometraggio d’animazione combina le tecniche del 2 e 3D, giocando con la luce in maniera davvero mirabile. Farnoosh Abedi è nato in 1985 a Isfahan è ha cominciato a  occuparsi di animazione dal 2000, dirigendo più di venti corti, due serie televisive, due documentari e numerosi spot pubblicitari     

Nel 1976, il regista iraniano Khosrow Haritash diresse un film dal titolo Malakout: Il Divino. Lei, quale significato ha dato al titolo del suo corto?

L’ho visto di recente e mi piace, il film di Haritash. Per la scelta di questo titolo del mio short mi sono ispirato allo scrittore di narrativa modernista e poeta iraniano Bahram Sadeghi, con l’intenzione di rendergli omaggio. Anche se la storia che racconto nel mio cortometraggio è molto diversa.

A chi si è ispirato per la sua pittura in movimento?

Ho pensato a van Gogh e a vari artisti gotici.

Che significato hanno i simboli presenti in Malakout?

I simboli presenti fanno parte del folclore e della tradizione dell’antico popolo iraniano che ritroviamo nello stile di vita e nell’abbigliamento.

Quando e in quale luogo è stato realizzato il cortometraggio?

In Iran tra il 2018 e il 2020.

In quale epoca è ambientato e perché la donna indossa il hijab nero?

La storia risale a cento anni fa. A quel tempo la donna iraniana indossava il hijab nero.

Nella tradizione del Cinema muto spesso si fa ricorso alla didascalia. Lei perché la utilizza?

Perché amo i classici film dell’orrore in particolare l’horror tedesco: Nosferatu.

Nella scena a rallentatore, l’incontro delle dita evoca “la Creazione di Adamo” di Michelangelo. Qui Adamo tende verso Dio, che lettura va fatta nella sua opera?

Assolutamente sì, ma nella mia opera non è la mano di Dio bensì quella del Diavolo o Angelo della morte.

Cosa ha usato per la costruzione dei suoi personaggi?

Noi proviamo a fare un’animazione al computer 3D che assomiglia alla “stop motion” con texture esotiche e movimenti irregolari.