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Alex Rider

2020
REGIA:
Andreas Prochaska, Christopher Smith
CAST:
Otto Farrant (Alex Rider)
Stephen Dillane (Alan Blunt)
Vicky McClure (Mrs Jones)

Il nostro giudizio

Alex Rider è una serie tv del 2020, creata da Guy Burt.

Alex Rider vive una vita normale con lo zio Ian, un impiegato di banca. Alla scomparsa improvvisa dello zio, Alex indaga insieme all’amico Tom e scopre che Ian Rider non era affatto un bancario, ma un agente segreto dell’MI6, i servizi segreti inglesi. Alex viene convinto, invero piuttosto forzatamente, a partecipare come infiltrato in un’operazione dell’MI6. L’obiettivo è una scuola per figli problematici di famiglie ricchissime, Point Blanc, situata in una località inaccessibile. Alex indaga e scopre che, dietro Point Blanc, c’è il piano diabolico di sostituire i ragazzi con dei cloni al fine di realizzare un sinistro progetto politico. La sola sinossi di Alex Rider contiene almeno tre linee narrative che, sviluppate a dovere, sarebbero più che sufficienti per tre serie televisive divertenti. Peccato che in questo secondo adattamento dei romanzi di Anthony Horowitz, il primo fu Alex Rider: Stormbreaker, una pellicola del 2006 che non ebbe  grande fortuna, nulla sia sviluppato a dovere, né per qualità né per originalità.

Il déjà vu è infatti la cifra di tutti e otto gli episodi, che si adagiano su stilemi e dinamiche visti e stra visti, lo stesso Guy Burt non fa mistero del fatto che Alex Rider è un rip off di James Bond con un target young adult. Fin qui non ci sarebbe poi nulla di male, non fosse che la serie è veramente una palla allucinante. La parte ambientata a Point Blanc, la scuola che piano piano si rivela essere qualcosa di ben più inquietante, ha tutte le carte in regola per costruire la tensione poco per volta, con un senso di pericolo imminente che minaccia costantemente i protagonisti più o meno indifesi. E invece no, non scorre, il senso di minaccia non si sente mai e quello che rimane è un segmento soporifero che occupa la maggior parte della visione. Per non parlare dei personaggi, scritti in maniera come minimo approssimativa, al punto che il déjà vu che permea la serie mostra la corda in maniera quasi fastidiosa. Nemmeno per un istante ci si affeziona a un protagonista tutto sommato scialbo e a comprimari della consistenza di un ectoplasma. Specie se alcuni momenti sono pressoché telefonati.

Brilla per la sua assenza l’azione, mancanza pesante in una spy story. E’ comprensibile che il target della serie abbia indotto la produzione a procedere col freno a mano tirato, ma stiamo parlando di adolescenti, non di bambini piccoli. Va bene evitare i particolari gore, ma qualche momento action in più avrebbe giovato a una serie dal ritmo veramente lento. Visivamente il prodotto funziona, a livello estetico niente da dire, soprattutto le esterne su Point Blanc in alcuni casi sono spettacolari ma oserei dire che quanto c’è di godibile in Alex Rider si esaurisce lì e non va oltre, ed è un peccato perché il potenziale non mancava. In questi anni abbiamo visto la qualità delle serie TV alzarsi a livelli davvero importanti. Non è più sufficiente confezionare un prodotto per bene, bello pulito e di buona esecuzione, se poi dentro la scatola c’è il vuoto cosmico. L’asticella della narrazione s’è alzata e un’operazione come Alex Rider in questo contesto ha davvero poco senso. Casomai dovesse uscire una seconda stagione, la speranza è che il registro cambi radicalmente, abbandonando la cupezza a buon mercato in favore di un divertimento magari più leggero, ma con tutto quel brio che manca a questa prima, pesante stagione.