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The Cloverfield Paradox

2018
Titolo Originale:
The Cloverfield Paradox
REGIA:
Julius Onah
CAST:
Gugu Mbatha-Raw (Hamilton)
David Oyelowo (Kiel)
Daniel Brühl (Schmidt)

Il nostro giudizio

The Cloverfield Paradox è un film del 2018, diretto da Julius Onah

Continua a evolvere, anche se in maniera apparentemente casuale, la saga di Cloverfield, giocattolo di J. J. Abrams nato giusto un decennio fa con l’omonimo found footage diretto da Matt Reeves e risorto nel 2016 come contenitore di progetti indipendenti, assorbiti in fase di lavorazione. Dopo il convincente 10 Cloverfield Lane di Dan Trachtenberg, anche The Cloverfield Paradox si basa, infatti, su una sceneggiatura (intitolata The God Particle) originariamente concepita come storia a se stante e poi adattata a nuovo episodio del franchise. Fedele al principio del brand di raccontare gli eventi da una prospettiva sempre diversa, The Cloverfield Paradox sposta l’azione nello spazio, precisamente in una stazione sperimentale in orbita attorno alla Terra, dove un team di scienziati è impegnato nella scoperta di una nuova fonte energetica fondamentale per la sopravvivenza della società umana. La vicenda è direttamente collegata a quanto narrato nel Cloverfield originale e ne costituisce, di fatto, un prequel, ma oltre a questo, il film di Julius Onah opera una sorta di retcon del background della saga, aggiornandolo a una sensibilità più vicina alle produzioni seriali odierne. In particolare, a quelle della piattaforma Netflix dove è stato distribuito.

Se il Cloverfield originale mescolava la moda del found footage con la riscoperta del monster movie per raccontare le fobie dell’America post-11 settembre, The Cloverfield Paradox sembra più interessato a intercettare gli umori della fantascienza post-Black Mirror (di cui recupera, non a caso, una delle attrici più note, Gugu Mbatha-Raw dell’ormai mitico San Junipero), andando così a spostare il contesto da una contemporaneità riconoscibile a un futuro prossimo distopico, ormai troppo abusato per essere altrettanto coinvolgente. Ma se questo aspetto e i tanti rimandi posticci agli altri episodi della saga possono essere considerati mero contorno, poco convincente è anche l’anima stessa del film, una storia che vaga dalle parti dell’Alien di Scott (citandolo nella maniera più scontata e inutile possibile) e dell’Event Horizon di Anderson (evocandolo più sottilmente attraverso la resa fotografica degli interni della stazione spaziale) senza mai staccarsi dallo stereotipo di genere (cinematografico).

È più un lavoro di confezione che di sostanza, quello del giovane cineasta afro-americano Julius Onah, che con questa regia cristallina ma senza personalità potrebbe essersi guadagnato una futura e ben retribuita commissione per uno dei tanti franchise posseduti dalla Disney. Con The Cloverfield Paradox, la saga evolve senza una chiara direzione, dicevamo in principio, mossa per ora dall’unica ambizione di diventare passo per passo un nuovo franchise monster. Il quarto capitolo Overlord, in fase di post-produzione e in attesa di annuncio ufficiale, probabilmente cambierà di nuovo le carte in tavola, ma per ora non rimane che constatare la scelta di lanciare con una campagna promozionale clamorosa e inedita un episodio scialbo e inutile, che verrà ricordato più che altro per l’inquietante presentimento di appiattimento dell’offerta fantascientifica sulla piattaforma di streaming più nota al momento.