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Ondata di piacere

1975
Titolo Originale:
Ondata di piacere
REGIA:
Ruggero Deodato
CAST:
John Steiner (Giorgio)
Silvia Dionisio (Barbara)
Elizabeth Turner (Silvia)

Il nostro giudizio

Ondata di piacere è un film del 1975, diretto da Ruggero Deodato

Che un eros-boat-movie risbuchi fuori nel 1975 (l’ultimo era stato Tecnica di un amore, tre anni prima), fa specie solo se non si guardi al nome di chi lo ideò, Gianlorenzo Battaglia, direttore della fotografia specializzato in riprese subacque (curò la realizzazione della celebre sequenza della camera sommersa in Inferno). L’altro soggettista è Lamberto Bava: e si spiega così anche il (lieve) sottotesto giallo e forse, ancor più, l’idea di un quadro sul quale una mano ignota va aggiungendo particolari che lo trasformeranno in un messaggio/presagio di morte. A sentire Ruggero Deodato, comunque, il film venne pensato addosso alle grazie della sua allora compagna Silvia Dionisio, che era in lancio (Amici miei è di quei mesi) e – fuori da ogni retorica – si distingueva per una bellezza davvero folgorante. La sceneggiatura definitiva la stesero Franco Bottari e Fabio Pittorru, prendendo la Dionisio e facendone una hippy girovaga, Barbara, che insieme al compagno Irem (Al Cliver) accetta l’invito a bordo di uno yacht da parte di una coppia sfasata, formata da Giorgio (John Steiner), un industriale carogna e nevrastenico, e dalla sua compagna, parimenti succube e complice, Silvia (Elizabeth Turner). Quel che succede da questo punto in poi è un balletto erotico con incroci tutti prevedibili: Al Cliver si fa la Turner e Steiner si fa la Dionisio, che, dal canto suo, chiude il circolo, vizioso, lesbicando anche con l’altra donna, in una sequenza che è tra i momenti migliori del film e che solo la versione internazionale mostra integralmente: non che si veda chissà che, ma guardate il capezzolo turgido della Turner che scappa via dalle labbra dell’amante, boing! Spettacolo!

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E dal momento che abbiamo abbordato il problema della versione alternativa, aggiungiamo che in una sola altra sequenza – un party notturno su una spiaggia, con scambio dei partner – l’edizione per i mercati stranieri ha un pezzo in più, in cui Steiner, ingelosito dal comportamento della sua donna, la oggettualizza con un piede per poi passare senza soluzione di continuità a possederla davanti ai due ragazzi; in compenso, il montaggio italiano, durante il primo amplesso nella camera d’albergo tra Giorgio e Silvia, aggiunge un atto sadomaso di lei a lui. Che Deodato giri con la perizia tecnica cui è aduso, è un dato di fatto, ma Ondata di piacere non un buon film: il calligrafismo è gelido, gli attori sono belle figurine ma niente più, e per quanto si sforzi di dare spessore al suo repellente personaggio, nemmeno John Steiner – che rimane il migliore del lotto – valica il confine della mediocrità.

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Il regista dice che era imbarazzato a dover riprendere la moglie in situazioni osée e sarà anche vero: ma Silvia Dionisio non dà a vedere particolari pudori, mentre appare molto più “ingessata” la prestazione di Elizabeth Turner. Per inciso, è da smentire che proprio il nome della Turner sia stato usato per camuffare la reale regia di Deodato, una notizia che viene riportata dal Poppi-Pecorari, ma priva di riscontro nei titoli di testa o nei registri dell’Anica. A maggiorazione negativa del tutto, concorre inoltre una colonna sonora firmata da Marcello Giombini che è quanto di meno adatto per un film del genere; dove, nonostante si vada qua e là anche alla ricerca di momenti orridi (c’è una murena massacrata dal vivo con un coltello da sub: presagio degli animalicidi di Cannibal holocaust…), il bilancio chiude sull’insipido e nella noia. Con scorno dei produttori Alberto Marras e Vincenzo Salviani, i quali fecero però bene a ridare fiducia a Deodato l’anno successivo, per il fortunato Uomini si nasce, poliziotti si muore.