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The Irishman

2019
Titolo Originale:
The Irishman
REGIA:
Martin Scorsese
CAST:
Robert De Niro (Frank "The Irishman" Sheeran)
Al Pacino (Jimmy Hoffa)
Joe Pesci (Russell Bufalino)

Il nostro giudizio

The Irishman è un film del 2019, diretto da Martin Scorsese.

“Ho sentito dire che dipinge case”, dice il criminale leader del Sindacato Jimmy Hoffa (Al Pacino) quando parla per la prima volta con il killer di mafia Frank “The Irishman” Sheeran (Robert De Niro). L’ espressione è un eufemismo, la pittura di casa rappresenta un omicidio (con schizzi di sangue che appunto colorano le pareti). Sheeran, che nel frattempo ha sentito al telefono il capo della mafia Russell Bufalino (Joe Pesci), dice di sì, aggiungendo, come prova della sua massima disponibilità, di poter eseguire anche “lavori di falegnameria” – la scomparsa di cadaveri. Negli anni seguenti, Frank Sheeran ucciderà molte volte per conto del corrotto leader sindacale Jimmy Hoffa, sotto la cui guida il Teamster, un’associazione di camionisti, sta sviluppando un sindacato influente con eccellenti relazioni con Cosa Nostra. Purtroppo le macchinazioni di Hoffa non solo portano la legge sulle loro tracce, ma fanno nascere all’interno dell’associazione sindacale  un conflitto in quanto Fitzsimmons (Gary Basaraba) diventa il nuovo capo. Il 30 luglio 1975 Hoffa scompare senza lasciare traccia e non verrà mai ritrovato. Frank Sheeran avrà svolto uno dei suoi lavori di falegnameria? Il leggendario regista e premio Oscar Martin Scorsese filma la vera storia del killer della mafia Frank “The Irishman” Sheeran. La trama si basa sul libro “I Heard You Paint Houses”, per il quale lo scrittore Charles Brandt ha condotto numerose interviste con il vero Sheeran prima che morisse nel 2003.

Sheeran nel libro afferma di essere responsabile dell’omicidio irrisolto di Jimmy Hoffa. Inoltre, figlio di un irlandese e una madre svedese, racconta come è arrivato alla mafia. in The Irishman si avverte quanto per Scorsese sia stata più una questione di cuore raccontare questa storia portando un solido grande cast davanti alla telecamera; nel film il tema sociale offre numerosi spunti soprattutto sulla figura di Sheeran, che è un reduce di guerra che al ritorno dal fronte utilizza la sua assuefazione all’omicidio bellico accettando un percorso da sicario di mafia. Poi ci sono i racconti dei sindacati, la rappresentazione della vita degli anni 50-60, la mafia, I Kennedy. Eppure si percepisce sempre più forte, man mano che il film va avanti, che stavolta l’obiettivo di Scorsese non è il quadro sociale, l’offerta di uno spaccato della società di quegli anni; qui sono i personaggi e il tempo la chiave di tutto, e seppure abbiamo situazioni e caratteri che in qualche modo ci riportano a film di mafia del passato del regista, l’obiettivo principale, egregiamente rappresentato proprio da De Niro, è lo studio che l’uomo fa di sé stesso per tutta la vita, per capire, per capirsi, realizzando che forse neanche alla fine dell’esistenza si possa comprendere tutto, ammesso che l’uomo abbia avuto una vera possibilità di scelta. Ed in questa riflessione l’elemento religioso cattolico, spesso centrale nella produzione di Scorsese, diventa un altro fattore determinante nel percorso alla ricerca di sé stessi, e la religione alla fine sembra l’unica via verso la redenzione.

Per la nona volta Scorsese collabora con Robert De Niro (Taxi Driver), per la prima volta con Al Pacino. Per inciso, i due attori erano già stati visti insieme nei film Il padrino – Parte II, Heat – La sfida e Sfida senza regole. Inoltre, i fan del regista possono gioire della presenza di altre due icone del mondo di Scorsese, Joe Pesci (Casinò) e Harvey Keitel (Mean Streets). La storia, in generale, dovrebbe raccontare in retrospettiva le fasi più importanti della vita di Frank Sheeran. Il film lo farà attraverso continui flashback che però riescono sempre a condurre il pubblico per mano senza mai creare dubbi o incomprensioni, con una maestria tipica del regista italoamericano. La sua genialità, infatti, rende il film un’immaginaria linea del tempo in cui collocare gli eventi narrati, con un evento centrale che racchiude il nucleo drammatico di tutta la storia, raccontato da una prospettiva futura e preceduto da racconti di fatti ad esso precedenti, scanditi dal ritmo apparentemente pacato di un viaggio in auto per andare ad un matrimonio. Grazie alla CGI, nel frattempo, tutti gli attori abbastanza anziani vengono ringiovaniti o ulteriormente invecchiati artificialmente, al fine di non aver bisogno di nessun altro attore per le diverse epoche, tecnica criticata come un rischio costoso che tuttavia Scorsese ha voluto correre. E in realtà ha fatto bene: le modifiche, a prescindere dalla loro riuscita che potremmo definire mediamente buona, nulla tolgono a quelle caratteristiche di espressività, drammaticità e intensità che caratterizzano, seppur in modalità diverse, tre protagonisti del calibro di Pacino De Niro e Pesci.