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The Intruders

2015
Titolo Originale:
The Intruders
REGIA:
Adam Massey
CAST:
Miranda Cosgrove (Rose Halshford)
Donal Logue
(Jerry Halshford)

Il nostro giudizio

The Intruders è un film del 2015 diretto da Adam Massey

Il cinema canadese ci ha abituati, di tanto in tanto, a prodotti di assoluto buon livello. Se volessimo limitare la visuale, anche se spesso in collaborazione con altre nazioni, ci ritroveremo di certo davanti a Orphan, A Dangerous Method o a I bambini di Cold Rock. Spezzate le doverose lance, però, in molti casi incappiamo anche in veri e propri scivoloni. The Intruders è uno di questi. La giovane Rose (interpretata da Miranda Taylor Cosgrove, nota perlopiù per i suoi ruoli nelle teen sitcom), orfana di madre, si trasferisce in una nuova abitazione con il padre architetto (Donal Logue). Poco dopo il suo arrivo, scoprirà che all’interno della stessa era scomparsa una ragazza. I sospetti ricadranno presto sul suo vicino di casa, Howard Markby (Tom Sizemore). L’abitazione sembra nascondere dei tragici segreti. Il film si presenta dai primi minuti per quello che è e che sarà fino alla fine, ossia un ricettacolo di cliché ai limiti dell’imbarazzante. Li abbiamo tutti: la ragazzina è sotto shock per la morte della madre (con la quale si scannerebbe, ça va sans dire, se fosse ancora in vita), il padre è oberato di lavoro e le sottrae tempo, il giovane muratore (il poco credibile Austin Butler, un altro recuperato dal team della Disney) le fa ovviamente il filo e lei – dopo essersela tirata un po’ – inizia ad uscire con lui. I personaggi mancano di spessore e l’interpretazione non riesce a far passare in secondo piano la banalità dei dialoghi.

Il quadro in cui evolve la vicenda, dentro a una sceneggiatura rudimentale scritta da Jason Juravic, non sarebbe stato affatto un male se si fosse sviluppato aggiungendo di tanto in tanto piccoli tasselli innovativi utili a mantenere alta l’attenzione. La pellicola invece resta piatta, tediando lo spettatore senza mai spiccare il volo. I trucchetti che avrebbero dovuto ovviare alla povertà di idee, poi, sono sempre gli stessi: la domus scricchiola, le porte si chiudono da sole, la luce va e viene sia in cantina che in soffitta, Rose sogna cose orribili e sente le voci che chiedono aiuto rimbombando come echi dentro la sua testa. Che dire poi della bambola inquietante che si sposta da sola o di un diario segreto, appartenuto alla vittima, ritrovato non si sa come dalla protagonista? Una blanda occasione di riscatto viene offerta dal ping pong di sospetti che rimbalzano qua e là prima sul vicino di casa, accusato per i suoi loschi traffici in giardino, e poi sfiorano sia il padre che l’amichetto della Cosgrove.

Anche in questo caso, però, si prende un abbaglio, visto che ogni supposizione di chi guarda non fa in tempo a maturare che subito svanisce nel nulla. Il finale è sintetizzato in pochi minuti entro cui la situazione precipita e l’equilibrio mantenuto fino a quel momento, in bilico come sempre tra horror e thriller, viene spezzato dal classico scontro fisico tra Rose ed il suo aguzzino. Nessun colpo di scena, niente (o quasi) collega l’ultima parte con quanto visto in precedenza. C’è solo il reiterato psicopatico di turno, timorato di Dio e con un’educazione materna alquanto discutibile, alla ricerca di un fantomatico amore mai corrisposto. Non si può quindi condannare The Intruders per l’assenza di una sceneggiatura convincente, ma di certo lo si può fare per la mancanza di ingredienti che riuscissero almeno a stuzzicare la curiosità. Da evitare.