Il lato oscuro della Berlinale

I film di genere al Festival dal 15 al 25 febbraio
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La Berlinale 74 si apre il 15 febbraio nella capitale tedesca e prosegue per dieci giorni, fino al 25 febbraio con l’assegnazione dell’Orso d’oro. Berlino si conferma festival senza pregiudizi, aperto alle proposte più particolari e al cinema di genere. A partire dal gesto forte di quest’anno: inserire in concorso The Devil’s Bath di Severin Fiala e Veronika Franz, il nuovo horror dei registi di Goodnight Mommy che corre nella sezione principale. Ma ovunque nel festival si annidano thriller, horror, erotici. Ecco i dieci titoli più oscuri.

The Devil’s Bath – Severin Fiala e Veronika Franz

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Austria, 1750. Rigogliose foreste circondano i villaggi rurali, dove la vita sembra semplice. Una donna viene condannata a morte per aver ucciso un bambino e il suo corpo viene esposto come monito. Agnes si prepara alla vita matrimoniale con il suo amato Wolf, ma la vita quotidiana è fatta di durissime incombenze, dogmi religiosi e tabù. Presto la sua unica via d’uscita sembra essere un atto di violenza scioccante.

A Different Man – Aaron Schimberg

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L’altro film oscuro del concorso è A Different Man di Aaron Schimberg, forte di un passaggio trionfale al Sundance, dove è stato definito il nuovo The Elephant Man. Al netto di paragoni ingombranti tutti da verificare, è la storia di Edward (Sebastian Stan), un uomo affetto da neurofibromatosi, che si sottopone a un intervento di ricostruzione facciale. In seguito, però, sviluppa un’ossessione per l’attore che lo interpreta nella pièce teatrale basata sulla sua vita…

The Visitor – Bruce LaBruce

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Non poteva mancare il ritorno dell’ex maestro del porno gay, Bruce LaBruce, l’autore di L.A. Zombie. Nella sezione Panorama, stavolta si cambia genere ma neanche troppo: è una rivisitazione ambientata in Gran Bretagna di Teorema di Pier Paolo Pasolini del 1968. L’enigmatico protagonista di PPP, conosciuto da tutti come “il visitatore”, arriva a casa di una famiglia benestante e seduce uno dopo l’altro i membri della famiglia… solo che qui è un rifugiato emerso dalle sponde del Tamigi. Non vorrei esagerare per un film che non ho ancora visto, ma così a naso mi sembra già tra i titoli dell’anno.

Love Lies Bleeding – Rose Glass

Grande attesa per il thriller lesbo della A24 con protagoniste Kristen Stewart e Katy O’Brian. Dalla regista di Saint Maud, una storia romantica, sporca e perversa ambientata nel mondo delle bodybuilder che si intreccia con un sottobosco criminale. Posto nella sezione Special Gala, fuori concorso, è ovviamente un modo per avere al festival la presenza di Kristen Stewart ma anche un’idea intelligente per uscire dalle solite logiche ed entrare nel mondo di genere.

Another End – Piero Messina

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Il film italiano in concorso di Piero Messina è il classico distopico sentimentale, servito da Gael García Bernal e Bérénice Bejo. Sal ha perso Zoe, l’amore della sua vita. La sorella Ebe propone di affidarsi ad Another End, una nuova tecnologia, che promette di alleviare il dolore del distacco riportando in vita, per breve tempo, la coscienza di chi se n’è andato. È così che Sal ritrova Zoe ma nel corpo di un’altra donna. Tra Her e le donne che vissero più volte, ma sulla carta ancora differente.

Chime – Kyoshi Kurosawa

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Ritorno all’horror puro di Kyoshi Kurosawa con un film di 45 minuti, ma cosa volete che sia la durata. Matsuoka è un insegnante in una scuola di cucina. Un giorno, il suo allievo Tashiro dice qualcosa di strano durante la lezione: “C’è un rumore, è come un rintocco. Qualcuno mi sta mandando un messaggio”…

The German Chainsaw Massacre – Christoph Schlingensief

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Clamorosa proiezione dello splatter satirico del 1990 nella retrospettiva dedicata al cinema tedesco. Un film che non ha visto praticamente nessuno. Basta il titolo, si potrebbe non aggiungere altro. Il 3 ottobre 1990 Berlino festeggia la riunificazione davanti alla Porta di Brandeburgo. Lontana dai discorsi politici sentenziosi sull’unità e sulla libertà Clara, tedesca dell’Est, accoltella il marito violento poi fugge in Occidente. Quando incontra il suo amante, in un complesso industriale abbandonato, questo viene massacrato da una famiglia di pazzi guidati dal macellaio Alfred… Tra sangue, politica e risate.

Pa-myo (Exhuma) – Jang Jae-hyun

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Una possibile sorpresa di genere arriva dalla Corea del Sud, nella sezione Forum. La giovane sciamana Hwa-rim e il suo compagno Bong-gil rispondono a una richiesta di aiuto proveniente dagli Stati Uniti: una ricca famiglia di esuli coreani è tormentata da piaghe e irritazioni. Qualcosa non va nei discendenti del nucleo, il capofamiglia sente delle urla… I due accettano il lavoro e, insieme a un esperto di feng shui e un becchino, decidono di riesumare la tomba degli antenati.

Turn in the Wound – Abel Ferrara

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Abel va segnalato sempre qualsiasi cosa faccia. Qui, in Berlinale Special, Ferrara va in Ucraina. È un film sulla performance, la poesia, la musica e l’esperienza delle persone in guerra: alla ricerca di un significato nella sofferenza infinita e nei conflitti che riecheggiano il passato, Turn in the Wound esamina l’eterna ricerca della libertà di fronte all’oppressione e alla forza militare. La voce di Patti Smith, che recita opere di Artaud, Daumal e Rimbaud, si intreccia alle parole dei soldati e delle persone che vivono nelle zone di combattimento.

Vogter – Gustav Möller

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In coda non poteva mancare un carcerario. Dal regista di The Guilty, l’originale danese, mica il remake. Eva, un’agente dai forti ideali, affronta il dilemma della sua vita quando un giovane che conosce da tempo viene trasferito nella prigione dove lavora. Senza rivelare il suo segreto, Eva chiede di essere trasferita nel reparto dove è detenuto, il più duro e violento del carcere. Così inizia un inquietante thriller psicologico, in cui il senso di giustizia di Eva mette in gioco sia la sua moralità che il suo futuro.