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The Flash

2023
REGIA:
Andy Muschietti
CAST:
Ezra Miller (Barry Allen / Flash)
Sasha Calle (Kara Zor-El / Supergirl)
Michael Shannon (Generale Zod)

Il nostro giudizio

The Flash è un film del 2023 diretto da Andy Muschietti.

Interessante notare come due potenziali successi cinematografici di questa estate, Indiana Jones e il quadrante del destino e The Flash, affrontino entrambi il tema dei viaggi nel tempo e della possibilità di alterare il corso della storia, sia a livello personale che a livello più generale. Ed è curioso notare come questi film, che trattano di viaggi nel tempo, riescano a trasportare – almeno mentalmente – una parte significativa degli spettatori in un’epoca passata: con Harrison Ford di nuovo con la frusta e il cappello Fedora e Michael Keaton vestito da pipistrello, chi era presente allora non può fare a meno di tornare all’estate del 1989, a un passo dall’uscita de L’Ultima crociata e dell’epocale Batman di Tim Burton. A completare questo collegamento, c’è anche Spider-Man: Across the Spider-Verse, che non tratta viaggi nel tempo, ma enfatizza il familiare concetto di Multiverso, che ha raggiunto persino gli Oscar con il sorprendente successo di Everything, Everywhere, All at Once, interpretato, tra gli altri, da Ke Huy Quan, la mitica spalla di Indy ne Il tempio maledetto. Coincidenze a cui crederebbe perfino Adam Kadmon, forse, o più semplicemente l’individuazione di un trend: ci piace talmente poco questa realtà e questa linea temporale che tendiamo tutti a rifugiarci nel passato della nostra infanzia e adolescenza o, per i più giovani, semplicemente in qualche altra realtà dove si può essere chi si vuole.

Per The Flash, che in generale è un buon film di intrattenimento, va affrontato uno dei punti che ha suscitato diverse discussioni: la resa della CGI. Molti l’hanno considerata terribile, mentre il regista Andres Muschietti dal canto suo si è difeso dichiarando che l’effetto psichedelico e poco realistico è da considerarsi ricercato, perché rappresenta una percezione personale di Flash del concetto di multiverso, di cui notoriamente “si sa spaventosamente poco”. A noi è sembrata in linea con la computer graphics utilizzata in altri kolossal analoghi di questo momento, e la teoria di Muschietti è avvalorata dal fatto che l’aspetto cambia quando, seppur in CGI, si devono rappresentare scene che hanno a che fare con la concreta realtà contingente, come durante il bellissimo combattimento sulle nevi dopo il salvataggio di Supergirl. Accettato che ogni senso logico va a farsi benedire quando viene data la spiegazione del nodo temporale come “piatto di spaghetti”, una gag assurda che in realtà ci sta dicendo “non fateci caso e reggeteci il gioco”. Così si arriva a giustificare facilmente anche il ‘non sequitur’ surreale secondo cui un paradosso che cambia il corso della storia dovrebbe anche cambiare i connotati facciali di un personaggio (da Ben Affleck a Michael Keaton). Poi va detto che Keaton funziona anche perché il character è ben scritto, in maniera coerente con quanto ci si aspetta da lui. Insomma, è il Batman di Tim Burton in tutto e per tutto, non solo nell’aspetto. Il paradosso è che, insieme alla splendida Supergirl di Sasha Calle, ruba la scena al protagonista – fin troppo macchiettisticamente impostato – in tutto e per tutto, in termini di epica e presenza scenica.

Ci sono diverse scene visivamente accattivanti e le sequenze d’azione sono ben realizzate. L’uso dei poteri di Flash viene esplorato in modo interessante, nonostante ci sia il paradosso del velocista che a livello percettivo sembra spesso muoversi a rallentatore, una tara ereditata dallo stile di Zack Snyder che per primo ha trattato il personaggio di Flash in Justice League (con tutta la storia del passaggio di mano tra lui e Joss Whedon, di cui siamo perfettamente a conoscenza). La vera ondata di fanservice arriva però nel finale – il che è un bene perché altrimenti sarebbe stata fin troppo pervasiva – quando Flash a contatto con gli infiniti mondi osserva realtà a lui sconosciute ma a noi molto note. Non spoileriamo, ovviamente, ma una cosa la possiamo dire, perché sdoganata dallo stesso regista Muschietti: compare il Superman interpretato da Nicolas Cage, che avrebbe dovuto essere proprio in un film di Tim Burton mai realizzato. È sempre bello trovare Nicolas Cage in un kolossal, ma abbiamo due rimpianti. Il primo: non condivide l’universo col Batman di Michael Keaton, e a livello teorico sarebbe stato corretto e auspicabile. Il secondo: sembra realizzato totalmente in CGI, mentre il non plus ultra sarebbe stato vedere il vero Cage con il costume rossoblu addosso. Sarà per la prossima. Le porte del multiverso sono ormai apertissime.