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Phobia

2023
Titolo Originale:
Phobia
REGIA:
Antonio Abbate
CAST:
Jenny De Nucci (Chiara)
Beatrice Schiaffino (Michela)
Francesca De Martini

Il nostro giudizio

Phobia è un film italiano del 2023, diretto da Antonio Abbate

A questo punto è ormai chiaro che intorno alla Flat Parioli e alla figura di Marco Gaudenzi, si è addensata una nuova factory italiana, interessata a diffondere l’antico, sacro, verbo del genere. Da qualche anno, infatti, si avvicendano a ritmo sostenuto operazioni, promosse da o comunque coinvolgenti Gaudenzi, che guardano alle passate glorie del bis italiano, per proporne nuove versioni aggiornate. Vi avevamo già dato conto di Antropophagus 2, una sorta di reimaging del classico di Massaccesi, cui erano seguiti un The Slaughter – la Mattanza e pochi mesi or sono Do ut des, che sempre da un film di culto di Joe D’Amato, Emanuelle & Francoise – Le sorelline,  prendeva le mosse, per proporne una rilettura innestata nel tessuto attuale e ai temi oggi sugli scudi (il femminicidio) agganciata. Così, mentre si attende la distribuzione di La lunga notte dei morti, mentre è in fase di riprese un prequel di Antropophagus e voci di corridoio sussurrano di uno Zombi 6 (il 5, bene è ricordarlo, fu, a suo tempo, Killing Birds di Claudio Lattanzi) prossimo venturo, nonché di un erotico che mira a far risorgere una celeberrima Black Queen, sempre di massaccesiana memoria, ecco che giunge nelle sale questo Phobia, prodotto da una Undicidue3 e presentato da Gaudenzi con Pierpaolo Marcelli.  Che, come caratteristica saliente, intanto, ha quella di non derivare da classici pregressi, stavolta, ma di sviluppare una vicenda del tutto originale, su soggetto e sceneggiatura di Giacomo Pio Ferraiuolo (scrittore di horror & fantasy con diversi romanzi all’attivo) e Michele Stefanile. Inoltre, Phobia, fa registrare un cambio di passo dai film precedenti, (tutti accomunati anche dalla regia di Dario Germani) perché, pur stazionando nell’ambito di un genere “scuro”, verte stavolta sul thriller e si struttura, anzi, come un giallo. Fulmine in coda compreso.

Diretto da Antonio Abbate (all’esordio nei lunghi: aveva diretto nel 2020 un buon cortometraggio, Sottosuolo), Phobia mette al centro delle cose Chiara (Jenny De Nucci, classe 2000, top influencer e già da tempo lanciatissima come attrice: recuperate il lacrima movie in cui è una ragazza malata di tumore al cervello, Prima di andare via), dall’oscuro vissuto traumatico che si ripercuote sulla sua stabilità emotiva attuale. Quali fantasmi la tormentino, comincia a diventare chiaro allorché, insieme a un’amica, Michela (Beatrice Schiaffino, già Emanuelle in Do ut des), la nostra si porta presso la famiglia, in un casale nella campagna romana, da dove era fuggita a rotta di collo tempo prima. Nel passato di Chiara, su tutto, sono divampate (e nel suo presente psichico ancora divampano) le fiamme di un incendio, durante il quale il padre (Antonio Catania) è rimasto sfigurato e tuttora giace in un letto, perinde ac cadaver. Il resto del parentado sono una madre Cerbero, Francesca De Martini, un fratello, Eugenio Papalia, scostante o, piuttosto, tagliente, e la di lui compagna, Federica De Benedittis. Tali sono le pedine sullo scacchiere, con l’aggiunta di un tale, Antonio Tocci, che va scavando sinistramente nell’incipit e si riaffaccerà sulla scena; e se a tutta prima si direbbe che le acque sembrino essersi calmate rispetto a ciò che è stato, tuttavia una certa tensione striscia e i segnali allarmanti non mancano: a cominciare dal fatto che, a cena, la madre, il fratello e la sua donna, sembrano ignorare bellamente Michela. Ed è lei, l’avvenente Schiaffino, a segnare il turning point nella vicenda, quando, il mattino dopo, Chiara si sveglia e scopre che l’amica non c’è più. Sparita, letteralmente, nel nulla. E domandando ai parenti se l’hanno vista e ne sanno qualcosa, di Michela, si sente rispondere, ghiacciata: “Michela chi?!”.

Della trama non va ovviamente detto nulla di più. La “deformazione” di chi conosce un certo tipo di cinema, ravvisa subito la struttura di certi gialli familiari, forse cospirazionisti o forse no, in cui una protagonista emotivamente scossa si trova precipitata in un caleidoscopio di incubi, dove la sfida è sempre quella di riuscire a separare il grano dal loglio, ovvero, stringendo: è veramente fuori di testa la De Nucci che si è andata costruendo una realtà fantasmatica, amica immaginaria compresa, oppure…? Per restare nel perimetro dei riferimenti a noi cari, evocheremmo un discomfort zone tra Il profumo della signora in nero e i complotti lenziani, ma Abbate che è evidentemente uomo di vaste visioni, preferirebbe forse Hitchcock e classici circonvicini. Il film gioca bene le sue carte in vista di una solutio che, comunque, per quanto ci si possa attendere un colpo di scena finale, riesce a prendere in contropiede con una bella sberla. E ciò è già molto. Non ricorre a particolari efferatezze, Phobia, e pure questo è pregevole, perché si procede nel senso di costruire una tensione più sottile e insinuante, bilanciata sulle interazioni tra i personaggi e con un grosso carico recitativo, ben retto, sulle spalle della giovane protagonista. Non tutto è perfetto, ovviamente, e qua e là il ritmo un po’ rallenta, ma è connaturato anche al tipo di storia che i tempi non siano né forsennati né che l’azione sia riducibile solo al numero di eventi messi in scena. Promosso, a mio immodesto parere.