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El Camino – Il film di Breaking Bad

2019
Titolo Originale:
El Camino
REGIA:
Vince Gilligan
CAST:
Aaron Paul (Jesse Pinkman)
Jesse Plemons (Todd Alquist)
Robert Forster (Ed Galbraith)

Il nostro giudizio

El Camino Il film di Breaking Bad è un film del 2019, diretto da Vince Gilligan.

Un luogo comune dei lungometraggi provenienti dall’universo televisivo recita come una sorta di condanna, stigmate che le storie provenienti dal piccolo schermo si portano dietro nel grande salto in sala. Chi non ha mai sentito, o detto, alla fine di una proiezione di film del genere, di avere assistito a un nuovo episodio della serie, solo dilatato nella durata? El Camino, lungometraggio distribuito in alcune sale in America e accessibile dalla piattaforma di Netflix, ricade nel bene e nel male all’interno di questo stereotipo che, come ogni stereotipo, contiene un fondo di verità. Non necessariamente questa caratteristica deve essere vissuta come negativa: ricordiamo che la qualità narrativa di Breaking Bad, nonché tanti altri parametri produttivi, estetici e artistici erano paragonabili, se non addirittura superiori, a buona parte del cinema americano prodotto negli stessi anni. El Camino è quindi sì un ulteriore episodio dilatato a due ore, ma che riproduce piacevolmente gli elementi migliori, per i quali la serie è stata tanto amata. Se Better call Saul, altro spin-off dell’universo narrativo di Breaking Bad, si posiziona sommariamente sulla linea temporale, pur con i vari flashforward, alla testa di tutti gli avvenimenti, El Camino ne è la coda ed è a tutti gli effetti l’episodio conclusivo della serie, che all’atto pratico tenta di chiudere l’unica cosa lasciata in sospeso in quella che era stato una delle chiuse più belle e poetiche che una serie televisiva di tale portata potesse permettersi, con la morte di Walter White (Brian Cranston) nello scontro contro la banda di Jack e la fuga in macchina (la El camino del titolo) di Jesse Pinkman (Aaron Paul) per sfuggire alla polizia.

Il film inizia quasi immediatamente da questo punto, con Jesse ancora sconvolto e in pieno stress post-traumatico alla ricerca di aiuto. Si rivolge prima ai suoi amici Skinny (Charles Baker) e Badger (Matt L. Jones), i quali gli forniscono un nuovo mezzo e un diversivo per sfuggire alla polizia. Lo scopo di Jesse è quello di andare in Alaska per ricominciare una nuova vita e per farlo deve trovare i soldi per pagare Ed Galbraith (Robert Forster, morto proprio nel giorno della prima del film) che gli fornirà il trasporto sicuro e una nuova identità. La ricerca del denaro necessario lo porterà ad affrontare i propri conflitti inesplorati, sia con i propri genitori che con gli aguzzini che lo hanno tenuto prigioniero. Ma El Camino non è affatto un film di vendetta: è sostanzialmente un percorso di redenzione che in parte era mancato al personaggio di Jesse nell’ultima stagione. Un percorso contorto e complesso tra presente e passato, con numerosi flashback che ci danno uno sguardo su quello che è successo durante la prigionia di Jesse, e che permettono di rimettere in scena i personaggi secondari amati/odiati della serie, tra cui Mike Ehrmantraut (Johnathan Banks) e il placido e sanguinario Todd Alquist (Jesse Piemons), in un’operazione a metà tra il fan service e l’amore per le proprie creature. E in uno di questi flashback ce n’è uno sorprendente che da solo vale l’intero lungometraggio. L’alternarsi dei due spazi narrativi ci restituisce la sensazione di un microuniverso di storie che hanno un’eco nel presente e nella ricerca di parte di Pinkman della soluzione per poter trovare la libertà.

Ogni passo del cammino di Pinkman è un tassello che lo porta a compiere il proprio destino, una poetica narrativa che ogni fan di Breaking Bad può subito riconoscere come impronta stilistica dell’autore Vince Gilligan, qui sceneggiatore e regista. La presenza di Gilligan si rivela nei classici dialoghi sospesi nel surreale e nel contrasto tra emozione e immagine e conferma la bontà del suo lavoro anche in una situazione in cui sarebbe stato facile incappare nel flop. El Camino non è sicuramente un film necessario perché Breaking Bad non richiedeva altre aggiunte al proprio epilogo e perché dal punto di vista cinematografico è poco riuscito, perché nonostante che la distanza tra i due media si sia notevolmente accorciata e in taluni casi annullata, la dinamica autonoma del lungometraggio è per forza di cosa diversa da quella televisiva e qui aiuta molto avere alle spalle la conoscenza della serie. È però una splendida occasione per tornare, nostalgicamente, in quell’universo diegetico e accarezzare ancora una volta una storia senza tempo, sapere cosa hanno fatto i personaggi di cui ci si è innamorati e dare loro, ancora una volta, un addio. O un arrivederci?