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The Last Heroes – Gli ultimi eroi

2019
Titolo Originale:
The Last Heroes
REGIA:
Roberto D'Antona
CAST:
Roberto D'Antona (Alan)
Annamaria Lorusso (Kaisha)
Francesco Emulo (Leo)

Il nostro giudizio

The Last Heroes – Gli ultimi eroi è un film del 2019, diretto da Roberto D’Antona.

Ammettiamolo: già di per sé la vita non è certo una gran festa. Quella cinematografica poi, in questi desolanti tempi oscuri, non sembra scoppiare particolarmente di buona salute. Soprattutto se gli anticorpi a disposizione provengono al di fuori del Sistema. Perciò, quando il buon Roberto D’Antona e la sua fedelissima factory fanno nuovamente capolino sui nostri schermi – grandi o piccoli che siano –, beh, diciamo pure che un motivo per aprire ancora gli occhi alla mattina pare esserci eccome! Così, dopo il delirante exploit degli infettivissimi mangiacarne a tradimento di Fino all’Inferno, pur rimanendo ben piantato con mani, piedi e tanto cuore nel brulicante humus orrorifico, il Nostro sceglie stavolta di virare con decisione verso le insidiose lande del fantasy, confezionando con The Last Heroes – Gli ultimi eroi un’avventura in piena regola, farcita di fattucchiere assassine, stregoni biancovestiti e un gruppetto mal assortito di prescelti di periferia. Il tutto, manco a dirlo, gioiosamente condito di citazioni alla grande tradizione filmica d’oltre oceano, sempre e comunque riaddomesticata con giullaresca mano tricolore.

Ebbene sì, perché nelle sue due ore e dieci di durata, The Last Heroes mette brillantemente in scena, con sapiente equilibrio di humour, frattaglie e luccicanti incantesimi, l’estenuante lotta del cacciatore di tesori Alan (Roberto D’Antona) contro la terrificante Kaisha (Annamaria Lorusso), (in)cazzutissima stregaccia della malora, risvegliata dal forzato sonno eterno in cui era stata a suo tempo segregata, e ora pronta a menare un bel po’ di casotto, facendo sembrare la Terza Madre argentiana un’ausiliare della croce rossa. Ad aiutare il nostro intrepido Indiana Jones peninsulare nella sua battaglia contro le forze del Male troviamo lo stregone Oras (Mirko Giacchetti), reso cieco e muto proprio dal fu tête-à-tête con la perfida megera, e uno scalcinato gruppetto di amici d’infanzia, composto dall’ammaliante Asia (Nicole Blatto), dalla determinata Mia (Erica Verzotti), dallo scalmanato Leo (Francesco Emulo) e dal nerdissimo Alex (Fabrizio Narciso). Tra mille peripezie e colpi di scena, a dare man forte ai nostri Ultimi Eroi interverranno infine anche il detective Dante Romagnani (Andrea Milan) e una grottesca coppietta di palestrati (Michael Segal e Carmelo Bacchetta), tirati in mezzo alla mischia a loro rischio e pericolo. Messo giù in questi termini, The Last Heroes potrebbe tranquillamente sembrare una qualche filosofale avventura rowlinghiana o, meglio ancora, un epico on the road tolkeniano un pochetto fuori di cotenna.

Beh, si, se non fosse che l’Anno Domini è il 2019 e i confini sono quelli della fittizia cittadella di Noara, dove il Male puro viene filmicamente rievocato da D’Antona e dalla sua fedelissima Premiata Ditta con gran dispendio di mezzi ed energie creative, per affidarne le sorti a un legame di amicizia che, come nella migliore tradizione kinghiana da It in avanti, si protrae oltre il tempo e lo spazio, scavalcando generazioni intere e riunendo la nostra benamata Banda dei Perdenti per un catartico scontro finale contro il medesimo Babau incontrato in tenera età. Tutto il resto è lasciato gioiosamente in balia di redivivi brutti e affamati, riportati alla non-vita per ingrossare le fila della Regina delle Tenebre, scontri magici gustosamente anni ’80 e un’abbondante dose di goliardia a rendere ben tonico e frizzantello il piatto principale, per un cinema onestamente e fieramente mainstream. Un cinema del popolo e per il popolo che, fin dai bei tempi di The Wicked Gift, riporta a cadenza più o meno annuale il brand D’Antona sui nostri schermi. Un appuntamento che, come il panettone a Natale e l’anguria a Ferragosto, ormai risulta decisamente imperdibile. Anche perché in mezzo a tutto questo, strano ma vero, c’è anche il tempo per qualche sano brivido, evocato con sapiente e sorprendente nonchalance. Senza mai tirarsela troppo, insomma.