Non nuotate in quel fiume

Lo slasher abita nella Bassa

È possibile ambientare uno slasher/comedy all’americana fra il lodigiano e le valli piacentine? Secondo il regista indipendente Roberto Albanesi, sì. Il giovane filmmaker lombardo (classe 1986), auto-didatta cresciuto a pane e film, con la sua factory New Old Story Film Casalpusterlengo ha già realizzato lavori interessanti: ricordiamo il crudelissimo cortometraggio Happy Easter, un episodio ciascuno per i collettivi The Pyramid (dove realizza uno zombi-movie in stile 28 giorni dopo) e 17 a mezzanotte (con una black-comedy che rivela la sua vena più ironica), e la cornice dell’horror Catacomba di Lorenzo Lepori. Un grande merito di Albanesi è quello di unire orrore e ironia senza prendersi sul serio, utilizzando budget irrisori (il film in questione è stato girato con 80 euro, dichiara il regista) per creare film da drive-in che divertono il pubblico volutamente senza pretese. Non nuotate in quel fiume (autoproduzione di Roberto Albanesi insieme a Innovazione 2 e Sandro Sandroni) segna il suo esordio autonomo alla regia in un lungometraggio – i precedenti corti ed episodi erano co-diretti con Simone Chiesa, qui addetto al montaggio: il titolo ironizza ovviamente sul classico Non aprite quella porta, ma la storia richiama soprattutto un misconosciuto slasher americano del 1981, The Burning. Perché il genere che Albanesi vuole omaggiare è proprio questo. La vicenda è scritta dal regista e ha come protagonisti Bruce, Stefano e Luigi, tre insoliti delinquenti che hanno le ore contate: infatti, se vogliono salvare le loro vite devono consegnare una misteriosa valigetta a Basile, un boss tanto sarcastico quanto letale, prima che sia troppo tardi; il luogo della consegna è un fiume maledetto, dove si aggira uno spietato serial killer il cui volto è nascosto da una maschera antigas.

Non nuotate in quel fiume è stato realizzato con luci naturali, audio in presa diretta e con gran parte del cast composto da attori non professionisti, a cavallo della torrida estate 2015. Nel cast troviamo però anche due nomi di spicco – il celebre regista hard Leo Salemi e l’attore Pietro De Silva (Il minestrone, L’ora di religione, La vita è bella) – oltre a vari protagonisti del cinema indi italiano contemporaneo (Lorenzo Lepori, Roberto D’Antona, Denis Frison, Luca Baggiarini, Alberto Bogo e Antonio Zannone). Le musiche sono realizzate da Alberto Masoni con brani aggiuntivi di Oscar Perticoni. Il film sarà presentato in anteprima il 25 marzo a Casalpusterlengo, in provincia di Lodi (per ulteriori notizie sull’evento, consultare la pagina Facebook), dove inizierà anche la vendita dei DVD con cui è stato auto-distribuito. Intanto possiamo gustarci alcune foto e soprattutto l’invitante trailer: l’immagine “sporca” fa molto VHS/grindhouse, e infatti l’opera è un chiaro omaggio, sia nel contenuto sia nell’estetica, a quei mitici “B-movies” degli anni Settanta e Ottanta che, con nessun budget ma infinita passione, hanno riempito innumerevoli videocassette delle storiche videoteche. Albanesi vuole dunque omaggiare non solo lo slasher americano trasponendolo in Italia, ma anche il buon vecchio mondo dei cinefili che grazie alle VHS hanno conosciuto tanti film trascurati dalla critica ufficiale. Il tutto con interpretazioni ironiche, effetti speciali rozzi ma efficaci, e una produzione senza pretese, solo con voglia di divertire. Da notare anche la gustosa locandina vintage omaggiante il genere e realizzata da Giorgio Credaro.