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The Midnight Club

2022
CAST:
Iman Benson (Ilonka Pawluk)
Heather Langenkamp (Georgina Stanton) Zach Gilford

Il nostro giudizio

The Midnight Club è una serie tv del 2022, creata da Mike Flanagan e Leah Fong.

La collaborazione di Mike Flanagan con Netflix, lanciata come il Flanaverse collection dal colosso streaming, si arricchisce di un nuovo capitolo, l’adattamento dell’omonimo romanzo per ragazzi, uscito a metà degli anni Novanta, di Christopher Pike. Come già in Hill House, Bly Manor e Midnight Mass, il contenitore in cui avviene la conversione è quello della miniserie, formato in cui Flanagan dimostra di essere a proprio agio, grazie al maggiore spazio a disposizione per poter dipanare le storie dei personaggi, in questo caso un gruppo di adolescenti che convivono in una struttura per malati terminali in attesa della morte. L’hospice si trova in una magione, dalla lunga (e poco spiegata) storia, che sembra avere dei poteri particolari, in grado persino di mandare il cancro in remissione. Per trascorrere il poco tempo che rimane loro, i ragazzi seguono una tradizione tramandata dai vari ospiti che si riuniscono di notte nella biblioteca in un club della mezzanotte, per raccontarsi delle storie dell’orrore davanti al camino, con la promessa che se uno di loro perisse, manderebbe un segnale chiaro dall’aldilà. Ilonka (Iman Benson), dopo aver ricevuto una diagnosi terminale, viene a conoscenza di questo posto e della strana storia che lo accompagna, inclusi una guarigione miracolosa e una setta satanica, ed entra nell’hospice nella speranza di salvarsi.

Rispetto alle opere sopra citate, The Midnight Club presenta diversi elementi di novità, pur mantenendo la stessa atmosfera gotica e il gusto per l’alternanza di momenti riflessivi e drammatici con altri puramente orrorifici. Ciò che salta all’occhio è prima di tutto la natura sperimentale e piuttosto anomala della costruzione narrativa: la serie sostanzialmente è un’antologia di piccole storie, i racconti inventati di notte in notte dai ragazzi, slegate tra loro, se non per la ricorrenza degli attori che le interpretano, che spaziano dall’horror alla fantascienza e che si appoggiano necessariamente a un immaginario cinematografico ben chiaro, quasi didascalico. Piccole storie di paura e ad alta tensione che sembrano uscire da I confini della realtà, per esorcizzare o per schiacciare paure più concrete e immanenti come quelle della morte. Le mini-storie narrate, dalla riuscita necessariamente altalenante, diventano un grandissimo omaggio da parte di Flanagan alla magia della finzione e dell’immaginazione orrorifica, che riesce a trasfigurare l’orrore quotidiano per condurre gli spettatori (e il narratore) lungo un percorso catartico.

I generi e i sottogeneri toccati spaziano dai viaggi temporali in stile Terminator alle vicende di un serial killer che si dipanano nell’arco di più puntate e non manca qualche frecciatina da parte di Flanagan agli stereotipi del genere: nel frammento inserito nel primo episodio, l’autore inanella una serie inverosimile di jump scare (21, record per un episodio televisivo) come critica alla meccanicità e allo spavento facile di certo cinema horror. Al di là del giochino cinefilo, Flanagan mette in scena dei temi molto pesanti: si parla di morte, depressione, malattie terminali, suicido, eutanasia e accettazione del dolore. Per essere una serie teen, almeno in apparenza, il tono e la gravità dei temi trattati sono assolutamente fuori scala, ma il tocco dell’autore è assolutamente sentito, delicato e sincero. Merito della devozione nei confronti dei protagonisti adolescenti, ognuno con un background interessante, che Flanagan mette in primo piano insieme alla new entry Heather Langenkamp, la final girl di Nightmare, sacrificando una volta tanto i volti della propria abituale factory, relegati tutti in ruoli secondari. E se questo nel complesso può risultare sbilanciato, perché si dà troppo poco spazio ai plot secondari riguardanti il passato della struttura e la setta, dall’altro conferma la capacità di Flanagan di usare l’horror come scrigno per far uscire il dramma e il racconto dell’ottavo episodio, terrificante e commovente allo stesso tempo, ne è il sigillo.