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Crudelia

2021
Titolo Originale:
Cruella
REGIA:
Craig Gillespie
CAST:
Emma Stone (Estella/Cruella)
Emma Thompson (Baronessa Von Hellman)

Il nostro giudizio

Crudelia è un film del 2021, diretto da Craig Gillespie.

La Walt Disney non è di certo nuova alla produzione di opere nerissime e inquietanti – e del resto, in ogni favola c’è un elemento spaventoso, ma questo è un altro discorso: e non solo film come Gli occhi del parco e Nel fantastico mondo di Oz, ma anche riletture live-action in salsa dark di fiabe celebri. Era accaduto con Maleficent (sulla strega de La bella addormentata nel bosco), e si ripete ora in modo ancora più magniloquente e riuscito con Crudelia di Craig Gillespie, cioè la storia di Crudelia De Mon (Cruella De Vil nella versione originale), la cattivissima nemica protagonista de La carica dei 101. Se vogliamo, Cruella – questo è il titolo originale – è un po’ il Joker della Disney, cioè una sorta di prequel o spin-off su un celebre villain di fantasia, poiché sono quasi sempre i cattivi a dominare col loro fascino perverso: come il Joker di Todd Phillips, Crudelia racconta la nascita di un cattivo, e a differenza di Maleficent la vicenda esula dalla fantasia fiabesca per rimanere agganciata alla realtà. L’australiano Gillespie, che aveva già affrontato una storia tutta al femminile col biografico Tonya, si pone una sfida ambiziosa, cioè quella di unire un certo filone glamour/noir con un cinema più mainstream: e gli esiti sono felici, poiché – al netto di alcune lungaggini – Crudelia è un magnifico kolossal dark ambientato nel mondo della moda, a metà fra il dramma e il crime, con alcuni momenti da commedia. La vicenda prende inizio nella Londra degli anni Sessanta, quando la piccola Estella, bambina ribelle e dai peculiari capelli metà bianchi e metà neri, vede morire la madre per opera di tre feroci dalmata. Dopo aver conosciuto i coetanei Jasper e Horace, due ragazzini di strada, inizia a vivere di espedienti, coltivando il sogno di diventare una grande stilista. Dieci anni dopo, Estella (Emma Stone) è cresciuta ma non ha abbandonato la sua ambizione, che sembra incanalarsi nella direzione giusta quando viene notata dalla Baronessa Von Hellman (Emma Thompson).

La severa nobildonna la assume nel suo ricchissimo atelier di moda per disegnare abiti, ed Estella svolge brillantemente il suo lavoro: ma tutto cambia quando scopre che la Baronessa è in realtà la responsabile della morte di sua madre. Decide così di sfidarla creandosi una seconda identità con il personaggio di Cruella, una misteriosa donna che furoreggia fin da subito negli ambienti dell’alta moda, e con l’aiuto di Jasper e Horace pianifica una sadica e sofisticata vendetta. La sceneggiatura è intricata, ricca di colpi di scena e ribaltamenti, e – grazie anche a un budget imponente e alla consistente durata di 134 minuti – la regia riesce a creare una storia avvincente e senza un attimo di sosta. L’inizio è la parte meno riuscita, un po’ lacrima-movie e un po’ coming of age, con la pestifera bambina che si ritrova orfana e deve adattarsi alla vita di strada: ma esaurito questo segmento introduttivo, il film decolla, soprattutto quando entra in scena la Baronessa, la nemesi di Estella, e la storia si incanala sempre più in una direzione noir. Crudelia sembra, per certi versi, una rivisitazione quasi thriller de Il diavolo veste Prada – la celebre black-comedy mondana – ma la rivalità fra le due diaboliche donne richiama anche classici come Eva contro Eva e Che fine ha fatto Baby Jane?, fino al refniano The Neon Demon, con una narrazione affilata sulla lotta fra due prime donne in un’ambientazione glamour. Ovviamente qua non c’è niente di orrorifico, poiché come si diceva il film della Disney deve trovare una sorta di compromesso fra il glam-thriller e il blockbuster per un pubblico più ampio, eppure il film di Gillespie non si sottrae a un certo sadismo, come la morte della madre, il tentato omicidio di Estella e la tagliente vendetta che chiude il film.

Merito anche delle due strepitose attrici, la giovane Emma Stone (quella di La La Land e La favorita), e la matura Emma Thompson (che negli anni Novanta aveva lavorato con Kenneth Branagh e James Ivory), le quali danno vita a una sfida di cattiveria psicologica e fisica, con la regia che insiste sui primi piani perfidi e psicopatici. Non a caso, i momenti più riusciti vedono protagoniste le due donne, mentre i più deboli sono quelli con gli imbranati Jasper (Joel Fry) e Horace (Paul Walter Hauser, quello di Richard Jewell), i loro cani e la macro-sequenza in stile heist movie – forse dovuti ancora alle suddette esigenze mainstream. Strepitose sono ad esempio le apparizioni di Cruella, con i caratteristici capelli bianchi e neri, che compare abbigliata con i vestiti più sfarzosi e le performance più appariscenti nel cuore di Londra, oppure tutte le sequenze con protagonista la Baronessa e i suoi feroci dalmata. Le scenografie e i costumi rivestono infatti un ruolo preponderante in Crudelia, con una fastosa ricreazione della Swinging London degli anni Sessanta e Settanta, in location di lusso come l’atelier e il castello della Baronessa, tra sfilate di moda e abiti incredibili: il tutto sostenuto da ampie inquadrature, da un montaggio forsennato e quasi scorsesiano (quello di The Wolf of Wall Street, per intenderci) e da una fotografia pastellata che prediligi i toni bianchi, neri e grigi, quasi un corrispettivo grafico dei peculiari capelli della protagonista. Riveste poi un’importanza totale la musica, quasi onnipresente e ritmatissima, a volte persino troppo invadente: più che la colonna sonora originale, rimangono impressi i numerosi e celebri brani pop e rock che contribuiscono in modo decisivo a riprodurre un certo ambiente mondano, sulle note di artisti come i Queen, i The Doors, i The Clash, Nancy Sinatra, e moltissimi altri ancora.