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Il padrone del mondo

1982
Titolo Originale:
Il padrone del mondo
REGIA:
Alberto Cavallone
CAST:
Sven Kruger
Sacha D’Arc
Viviana M. Rispoli

Il nostro giudizio

Il padrone del mondo è un film del 1983, diretto da Alberto Cavallone

Agli albori della storia, diverse tribù umane, a stadi diversi di evoluzione, percorrono la terra combattendo per sopravvivere, le une con le altre e contro belve feroci. Tra queste, il più feroce è un orso colossale… L’età del Paleolitico filtrata dallo sguardo di Alberto Cavallone (che in questa occasione si firma come Dirk Morrow), in un film che segue di poco La guerra del fuoco di Jean-Jacques Annaud. Destinato a diventare una delle sue tante pellicole invisibili – quantomeno in Italia, dal momento che all’etero il film fu distribuito ovunque – l’ultima regia cinematografica di Cavallone ha rappresentato per lui una sorta di ennesimo scacco professionale, dopo l’enigmatico Maldoror. Nacque come un progetto produttivo di “salvataggio” in extremis, un’idea per recuperare delle perdite dalla cassa della Stefano Film/Falco e l’impegno che vi profuse Cavallone fu notevole, per la ricostruzione più vicina possibile alle scoperte e agli studi etnografici e per cercare di evitare il più possibile la caduta nello stereotipo di genere. Aspetti dei quali, a conti fatti, è giusto dare atto, nonostante la non originalità del soggetto.

Lo snodo problematico di Il padrone del mondo è incentrato su quella “rivoluzione intellettuale” fondamentale, cioè l’articolazione di un linguaggio strutturato, che rappresenterà per il pre-uomo il ponte verso l’uomo filosoficamente inteso. Lo dimostra anche la scelta rischiosa di rinunciare al parlato o a un minimo di sottotitolazioni. È cinema, una grammatica di immagini dove i rumori, il fruscio del vento, i suoni gutturali e i confusi fonemi degli uomini preistorici, e infine la musica, sono l’unico supporto sonoro. Cavallone, comunque, non rinuncia a raccontare la tribalità dei comportamenti dell’agglomerato che vaga tra laghi e foreste, ha già scoperto il fuoco, si copre di pelli degli animali feroci che riesce a uccidere per difendersi, o che lotta con istintualità selvaggia e con armi rudimentali per il predominio del territorio e per accaparrarsi la femmina che procura progenie.

Tra tutte le belve, orsi, felini, uccelli ha trovato con arguzia nell’Altro che somiglia a se stesso il suo peggiore nemico e sopraffattore, e ne divora anche il cervello. Visto che la scimmia-troglodita, il “bru bru”, da millenni continua ad essere, sofisticato e incravattato, occidentale in guerra con l’oriente, Alberto Cavallone, solerte e quasi facendo ancora surrealismo, ne indaga con il silenzio la rigogliosa sua genealogia. Il ruolo principale maschile di Il padrone del mondo è del compianto, prematuramente scomparso, Sven Kruger, mentre le due donne che primeggiano sono Vittoria Garlanda (camuffata con trucco scimmiesco) e Viviana Maria Ruspoli.