Intervista a Mirella D’Angelo

La protagonista di Tenebre a GIALLO BERICO
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In occasione di GIALLO BERICO 2023, Shatter Edizioni dedicherà un focus al capolavoro thriller del maestro del brivido, Dario Argento, Tenebre. Con la gentile partecipazione di Titanus, il pubblico potrà assistere alla proiezione speciale del film di Argento, omaggiato in occasione del quarantennale da Shatter Edizioni con la pubblicazione del volume Tenebre – sotto gli occhi dell’assassino. E subito dopo la proiezione, infatti, si terrà la presentazione del libro firmato da Antonio Tentori e Roberto Lasagna, in presenza degli autori, e di una ospite d’eccezione, direttamente dal set del sanguinario film: Mirella D’Angelo. Ricordate la giornalista Tilde? Amica del perseguitato scrittore Peter Neal (Anthony Franciosa) e destinata a una morte atroce? Il suo sguardo terrorizzato dietro la camicetta squarciata dal rasoio dell’assassino è ormai diventato iconico e rappresentativo del film nel mondo.

In occasione di GIALLO BERICO, evento che ti vede tra i protagonisti dell’edizione 2023, verrà dedicata una sezione speciale a Tenebre di Dario Argento. Come sei stata coinvolta nel progetto per il ruolo di Tilde?

Era il 1982. Andai con il mio agente all’appuntamento per conoscere Dario Argento. Penso che il mio agente, si faceva così allora, avesse già proposto foto dei suoi attori per vari ruoli nel film e Argento volle incontrarmi. L’appuntamento fu pieno di entusiasmo, Dario mi riempì di complimenti e mi offrì subito il ruolo di Tilde.

Com’è stato lavorare con Argento? È noto per essere molto rigido sul set.

Io mi trovai benissimo. Se uno è pignolo, ci vado a nozze! Nel senso che mi piace perché lo sono anch’io. C’è stata totale armonia comunque, visto che ciò che mi suggeriva mi faceva felice e ciò che suggerivo lui lo accoglieva con entusiasmo. Lo vedevo molto gioioso. È stata una esperienza speciale. Bella.

Un tuo particolare ricordo dal set del film?

Ricordo la luce della fotografia di Tovoli, bellissima. E ancora, l’allegria di Dario, la sua precisione. La serata di riprese con la Louma. Ero abituata a ruoli più lunghi e anche a grandi set, quindi mi era tutto già abbastanza noto. Non era quindi la prima esperienza di rilievo, ma come in altri set tutto funzionava e c’era molta professionalità e talento.

 Quanto c’è di Tilde in te? In cosa ti rispecchi in questo iconico personaggio?

Grazie per l’iconico. Davvero ancora mi commuovo all’idea di aver tracciato qualcosa in un ruolo che cresce sempre nel tempo pur essendo così breve!  Io sono praticamente Tilde! Scherzo. Però un po’ sì: sono feroce contro il maschilismo. Ho un po’ di dolcezza, ma sono idealista. A volte dura. Odio la stupidità e la volgarità. Poi Tilde è elegante e anche intelligente.

Era un’epoca particolarmente prolifica per il cinema di genere. Quali altri ruoli ricordi in particolare?

Ero parecchio occupata e in quel periodo particolarmente ero molto in Francia. Ah, forse non l’ho mai detto in altre interviste: non vedevo film horror! Non avevo visto nessun film di Dario. Penso questo lo divertisse. Avevo, e ho, paura!

Hai lavorato con molti attori e registi celebri. Chi di loro ricordi particolarmente e perché? Con chi avresti voluto lavorare e non ne hai avuto l’occasione?

Ricordo con affetto Tinto Brass. Con amore Federico Fellini. Con simpatia Marino Girolami. Mi diede il ruolo più bello, quasi da nessuno visto, il mio primo regista: Paolo Breccia. Mi piacque lavorare con Sergio Sollima, Georges Lautner, Anthony Page, Peter Richardson. Ho amato girare con Gianfranco Mingozzi, Beppe Cino, Marcello Avallone… insomma davvero quasi tutti. I miei ruoli, poi, li ho amati tutti. Forse mi sarebbe piaciuto fare quel ruolo mio fino all’ultimo con Citto Maselli. E dopo 10 provini arrivare a fare King David con Richard Gere, con il regista davvero dalla mia parte, Bruce Beresford, ma il film fu un totale insuccesso, quindi meglio così forse. E avrei amato essere in un film di Scola! Ettore Scola.

Ovviamente, sei stata coinvolta anche nel volume Tenebre – sotto gli occhi dell’assassino di Roberto Lasagna e Antonio Tentori, edito da Shatter Edizioni, realtà fondatrice e promotrice di GIALLO BERICO. Un tuo parere su questo libro?

Il libro Tenebre – sotto gli occhi dell’assassino mi è molto piaciuto. Antonio Tentori e Roberto Lasagna sono seri e molto accurati in ciò che studiano, scrivono e approfondiscono. Affascinante avere così tante testimonianze anche di attori recentemente scomparsi. Un libro davvero indispensabile per gli amanti di Dario Argento, Tenebre, per tutti.