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The Rhythm Section

2020
REGIA:
Reed Morano
CAST:
Blake Lively (Stephanie Patrick)
Jude Law (Iain Boyd)
Sterling K. Brown (Marc Serra)

Il nostro giudizio

The Rhythm Section è un film del 2019, diretto da Reed Morano.

Nel settembre 2011 gli Stati Uniti subirono l’attacco terroristico tristemente famoso per aver provocato, tra le altre cose, il crollo delle Torri Gemelle di New York e complessivamente quasi tremila vittime. Due anni prima, nel 1999, lo scrittore inglese Mark Burnell pubblicò The Rythm Section, thriller che presenta alcune analogie con il drammatico avvenimento americano, visto che gli eventi sono messi in moto proprio da un incidente aereo poi scopertosi attentato. Una manna per i complottisti e per gli amanti delle profezie da Kazzenger. Crozza Docet. Sciocchezze a parte il libro di Burnell, il primo della saga dedicata a Stephanie Patrick, è un buon thriller ed era solo questione di tempo prima che qualcuno decidesse di adattarlo per il grande schermo. Alla fine ci hanno pensato Barbara Broccoli e Michael G. Wilson, ultrafamosi produttori dei film di James Bond, che insieme alla regista Reed Morano (The Handmaid’s Tale, I think we’re alone now), e allo stesso Mark Burnell come sceneggiatore, producono The Rhythm Section.

Difficile soffermarsi sulla solita e acerba diatriba fra libro e adattamento cinematografico, quando è lo stesso autore del romanzo a scriverne lo script. Viene spontaneo pensare che la trasposizione sia in buone mani e che gli ovvi cambiamenti, parliamo sempre di due media differenti, siano attentamente calcolati per permettere una maggiore fruizione della storia, un respiro differente e, magari, per inserire elementi che nel romanzo non avevo trovato spazio. In questo caso, a dispetto di un personaggio fantastico e di un’attrice, Blake Lively, bravissima nell’interpretarlo, qualcosa non ha propriamente funzionato a dovere. The Rhythm Section vuole essere sia un action che un film drammatico, ma amalgama le due cose in situazioni così poco plausibili che non si capisce bene dove voglia andare a parare. La storia di Stephanie Patrick, ragazza che in seguito alla perdita dell’intera famiglia in un disastro aereo cade nella spirale della prostituzione, tra alcool e droghe, è la classica storia di una donna che si trasforma da vittima a predatrice.

Fin qui tutto bene, non fosse che la trasformazione avviene quando scopre che l’incidente è un attentato e la vendetta viene accompagnata da un addestramento da spia ottenuto grazie a un ex agente dell’MI6 (Jude Law). Da lì si parte in avventure spionistiche in giro per il mondo, con avversari degni di 007, tra parrucche, false identità e pistole, in un plot che si prende davvero troppo sul serio. Il disturbo da stress post traumatico di Stephanie fa attrito con le vesti di eroina chic e se è vero che il personaggio è rude e in fondo anche realistico, manca quasi del tutto l’equilibrio giusto per non far nascere un ironico sorriso sul volto dello spettatore. È un peccato criminale aver sprecato le cose buone, come un inseguimento in auto a Tangeri o il carisma degli attori, ma il film della Morano è vuoto, vessato tanto dai difetti di una sceneggiatura priva di carattere, quanto da un’apparente indecisione su cosa essere veramente. Sia chiaro, questo film non è il Male e per qualcuno potrà anche essere godibile, tuttavia esistono film peggiori capaci di più sensibilità e coraggio. Insomma, The Rhythm Section è un Nikita che non ce l’ha fatta.