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Satanic Panic

2019
Titolo Originale:
Satanic Panic
REGIA:
Chelsea Stardust
CAST:
Hayley Griffith (Samantha)
Rebecca Romijn (Danica)
Arden Myrin (Gypsy)

Il nostro giudizio

Satanic Panic è un film del 2019, diretto da Chelsea Stardust.

Il cinema, così come la matematica, non è affatto una questione di opinioni. O si è capaci di padroneggiarlo oppure è opportuno tornare prontamente a zappare il ridente orticello casalingo, così da non sottrarre provvidenziali e robuste braccia all’agricoltura. E non vi è alcun dubbio che la buona e cara Chelsea Stardust, dopo l’ottima prova di forza con l’episodio All That We Destroy della serie antologia Into the Dark, abbia ampiamente dimostrato di non essere tipa da vanga e carriola, guadagnandosi sul campo la comoda seggiolina da regista di qualità. Ma quando è giunto il tanto temuto momento di solcare l’impervio territorio del lungometraggio, la nostra impavida ragazzotta dalla catarifrangente chioma violacea non si è affatto risparmiata, offrendoci, bello caldo e fumante su di un piatto d’argento, Satanic Panic, un delirante e spassosissimo oggetto cinematografico non meglio identificato – che nulla ha di che spartire con l’omonimo obbrobrio del 2009 firmato da Marc Selz – talmente infarcito di ideuzze strabordanti fra il kitsch  e il camp da provocare una seria indigestione da visione prolungata, il tutto concentrato in neanche un’ora e mezza di durata. E brava la nostra Chelsea! I capoccia di Fangoria, ancora a leccarsi le mani col discreto successo dell’esordio home video di Puppet Master: The Littlest Reich, non potranno che gradire.

Parlare di horror comedy appare decisamente riduttivo, poiché Satanic Panic è a tutti gli effetti una creatura viva e mutevole, capace di cambiare bruscamente pelle e ritmo nel giro di pochi minuti peggio della Cosa carpenteriana, passando da una sgangherata versione 3.0 di Clerks a una rilettura decisamente cialtrona di Society per poi esplodere in una congestione di frattaglie creative al cento per cento no CGI che farebbero l’orgoglio di un Tobe Hooper o di un Cronenberg d’annata. Bisogna infatti assaporare fino in fondo la congestione visiva per trovare autentica e piena soddisfazione, poiché il piatto della trama langue pericolosamente, presentandoci la seratina non certo piacevole della giovane e ben procace Samantha (Hayley Griffith), costretta a compiere un’ultima consegna di pizza a domicilio presso una lussuosissima magione abitata, letteralmente, da gente parecchio assatanata. Ebbene sì, perché la nostra incauta pulzella è capitata nel bel mezzo di un covo di streghe e stregoni dal portafogli ben pasciuto e con la bislacca idea di sacrificare la verginella di turno al Principe degli Inferi, così da accrescere ulteriormente il proprio conto in banca e ottenere altri succosi benefit ultramondani. In un pot-pourri di intestini double face, lenzuola assassine, falli rotanti modello Tetsuo, mostruosi stufati occhiuti e spuntini infantili a base di coniglietti ancora zappettanti, Sam dovrà trovare il modo di sottrarsi alle letali angherie della fascinosa e demoniaca padrona di casa (Rebecca Romijn), possibilmente senza farsi nel frattempo ingravidare dal potente e ben tornito membro infernale dell’arrapato Baffometto.

In tutta onestà non ci sono parole con cui poter descrivere appieno il brulicante succo di Satanic Panic. Si potrebbe provare a pensare a una schizzata versione di Rosemary’s Baby diretta da un pazzoide come Kevin Smith, oppure alle estreme conseguenze di un Rocky Horror Picture Show totalmente fuori controllo. Alcuni potrebbero vederci addirittura un Buffy sotto acido o persino una deriva teen-demenziale di American Horror Story. Si potrebbe infine osare un timido paragone con un’altrettanto sconclusionata entità come All Cheerleaders Die dell’altrettanto folle Lucky McKee. Ma anche questo non basterebbe per cogliere appieno tutta l’essenza della burrascosa creatura concepita da Ted Geoghegan e addomesticata da Chelsea Stardust, la quale se ne sbatte altamente delle castranti etichette di genere per confezionare un agitatissimo brodone nel quale splatter, commedia, satanismo e parecchio erotismo pecoreccio si amalgamano senza soluzione di continuità, servendoci infine il tutto in bel piattone esteticamente ineccepibile che non fa altro che accrescere ulteriormente il nostro appetito per ciò che ci stiamo apprestando a consumare. Ben consci di trovare certamente qualcosa di troppo salato o di troppo insipido, ma sicuri di non essere lasciati a stomaco vuoto. Si parte in sordina, si procede in crescendo e si arriva con il botto, passando attraverso un terreno parecchio accidentato sul quale siamo tuttavia felicissimi di farci sconquassare senza sospensioni, con quello spirito anarchico e senza freni che solo il pubblico cinefilo dei gloriosi anni Ottanta forse ancora rammenta. Per tutti gli altri, ad ogni modo, c’è Satanic Panic.