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Into the Dark – All That We Destroy

2019
Titolo Originale:
Into the Dark
REGIA:
Chelsea Stardust
CAST:
Israel Broussard (Spencer Harris)
Samantha Mathis (Dr. Victoria Harris)
Aurora Perrinau (Ashley)

Il nostro giudizio

All That We Destroy è l’ottavo episodio della serie antologica Into the Dark, diretto da Chelsea Stardust.

 Son tutte belle le mamme del mondo? Concorderete che quelle del cinema non sono tutte come la signora Gump, se vi ricordate Samantha Eggar in The Brood, Clara Calamai in Profondo rosso, Piper Laurie in Carrie e magari immaginate come dovesse essere la signora Bates. La maternità nel genre movie porta con sé sempre qualcosa di oscuro e deviato: un ribaltamento di quella tenera figura che ha messo al mondo tutti noi, l’unica certezza della nostra esistenza. Siamo a maggio e si festeggia appunto la festa della mamma e, come sempre, Into the Dark ha da dire la sua sulla ricorrenza. All That We Destroy conferma il momento positivo che la serie sta intraprendendo da un po’ di episodi, lanciando una ragazza su cui sarebbe il caso di puntare qualche moneta. Chelsea Stardust, al secolo Chelsea Peters, ha lavorato per anni al fianco di Jason Blum come sua assistente e solo l’anno scorso ha debuttato col suo primo lungometraggio, Seeing Green. In attesa del suo secondo film, Satanic Panic, Stardust ci dà un assaggio della sua bravura con un episodio che esce leggermente dai binari della serie.

Siamo in un futuro non tanto distante da noi, in una grande casa in mezzo al deserto. La dottoressa Victoria Harris ha appena creato Ashley, una ragazza clonata grazie ai suoi studi sulla genetica. Capiamo da subito che suo figlio Spencer, introverso e solitario, è stranamente attratto dalla creazione di sua madre, tanto da sopprimerla in un impeto d’ira. Molte sono le domande: chi è, o chi era, Ashley? E quali sono le vere intenzioni di Victoria? Ovviamente la sceneggiatura, scritta da Sean Keller e Jim Agnew, si prende i suoi doverosi tempi per rivelare gradualmente tutti i coni d’ombra di questa vicenda, dando ad ogni personaggio una precisa caratterizzazione e funzione. La regia della Stardust è lenta e pragmatica, così come la fotografia è basata sulle tonalità fredde che investono anche la distesa desertica che circonda l’abitazione degli Harris. Gli interpreti infine offrono tutti una discreta prova, dalla bidimensionale Samantha Mathis (la Feraldo di The Strain) all’impassibile Israel Broussard (il good guy di Auguri per la tua morte), fino ad arrivare alla confusa e spaventata Aurora Perrineau (Obbligo o verità). Il risultato finale è senza dubbio ottimo per una serie tv, salvo un unico difetto che consiste in uno scarso uso della tensione, magari con qualche invenzione narrativa in più. Una staticità diegetica che mal si applica al genere, ma che comunque non rovina il compito da consegnare.

Al centro c’è il tema della maternità messa dinanzi al più pericoloso dei bivi: amore o ragione. Una scelta che, nel pessimismo che pervade l’episodio, può risultare sbagliata o foriera di dolore in entrambi i casi. Victoria decide per Spencer una gabbia dorata capace di proteggerlo dal mondo esterno e viceversa, premurandosi allo stesso tempo di comprendere empiricamente la sua inquietante personalità. Qui sta sicuramente il tocco magico di All That We Destroy, ossia il perfetto compromesso tra le due opzioni sopracitate. Mentre il figlio sembra poter trovare da solo la capacità di sviluppare sentimenti sani e spontanei, la madre invece prosegue per la sua strada fino al momento in cui tutto inevitabilmente crollerà e porterà ad un crudelissimo punto di non ritorno. Nessun particolare colpo di scena (anche la chiusa finale è ampiamente pronosticabile), comunque il prodotto Into the Dark continua a sorprendere e si avvia verso un’ultima quaterna di episodi che fanno sperare in una qualità ormai fissata verso l’alto.