Featured Image

Conscious Dream

2019
Titolo Originale:
Conscious Dream
REGIA:
Morgana Mayer
CAST:
Irene von Var
Igor Adika Valchiria
Miss Amber

Il nostro giudizio

Conscious Dream è un film del 2019, diretto da Morgana Mayer.

“L’urgenza di un viaggio in cui un ragazzo di quindici anni incontra il suo destino di adulto. Il porno che diventa post porno. Frammenti di sogni che si ricompongono…”. Questo l’incipit, che molto spiega e poco svela, di Conscious Dreamla docufiction di Morgana May e Lucio Massa presentata a Roma all’Hacker Porn Film Festival 2019. Nelle prime immagini, in una valigetta porta obiettivi fotografici e chissà cos’altro, vengono inquadrati il dossier di Nocturno Controcorrente che parla del cinema milanese di Eriprando Visconti, Cesare Canevari, Alberto Cavallone e il libro Porno vocazioni di Michele Giordano pubblicato da Golena edizioni. Quest’ultimo offre una selezione curata delle diecimila lettere inviate da aspiranti performer a luci rosse al Fermo Posta dello scomparso re del porno amatoriale Hans Rolly. La divagazione letteraria non è casuale perché Conscious Dream è dedicato proprio a Sua Maestà Rolly, regista di centinaia di titoli, come Amore fra le vigne, Tamara, sesso sfrenato nel bosco incantato o Godimenti anali di casalinghe in calore. “Controvento, sempre” dichiara la voce fuoricampo. Perché in questo hot movie si parla di post porno, di corpi sfatti, di sperimentazioni e di quant’altro fuoriesce dai classici parametri del porno ante litteram. Quello che la rivoluzione di massa sul web degli anni 70 ha scardinato e con lui i suoi dogmi, patriarcato ed eterosessualità per primi. E calato in un universo queer. Gli attori protagonisti non sono professionisti ma persone comuni che vogliono tramettere, a detta loro, il messaggio che ogni vocazione sessuale può essere praticata con soddisfazione reciproca nella vita di coppia.

Ecco, quindi, una dominatrice calpestare il suo schiavo al guinzaglio. Ma niente tacco dodici. Anzi, i piedi indossano mocassini da signora bene con il laccetto e il mezzo tacco squadrato. Il modello è il cosiddetto MaryJane, che fa tanto scolaretta bon ton al contempo un po’ monella ma che, soprattutto, è l’icona di Coco Chanel. E via con i primi piani di leccate alla calzatura, suola compresa, da parte dello schiavo. Ben presto si svela l’arcano: la dominatrice è un dominatore che affoga, non solo con le dita dei piedi laccate, la gola del docile partner mascherato che da schiavo si rivela essere schiava. Il film non tradisce le premesse perché i generi si compongono, si scompongono e si confondono a piacimento. Poco importa sapere “cosa sono” mentre è interessante scoprire “chi sono”. Questo aspetto viene dichiarato in una sorta di confessione dai diretti interessati, i porno attori. Quelli che, come nei film di Hans Rolly, desiderano mettere in scena sul set la loro parte più autentica, quella che nella vita di ogni giorno fingono. Scene fetish, bdsm, pissing che, a detta dei protagonisti, moltiplicano l’orgasmo al cubo, soprattutto se condivisi con il proprio partner. La macchina da presa, come quella fotografica soddisfano, ancor prima che una fantasia sessuale, un desiderio di alterità. Riprendere o in alcuni casi riprendersi in vesti erotiche differenti per restituire al sogno erotico un’immagine reale. Estraniazione che si fa coinvolgimento sessuale. Ma anche la narrazione di sentimenti quali inquietudine, ansia, paura che, attraverso le pratiche erotiche, acquistano connotati orgasmici. Pochi volti, molte maschere, tanti particolari. Le inquadrature raccontano mani, sguardi, bocche che agiscono e sono agite da oggetti simbolici quali corde (legàmi), sangue (passioni), orifizi (portàli).

Con e attraverso i quali tutto è in continua trasformazione in quanto nutrimento, fisico, mentale e spirituale. Ma dov’è quel quindicenne che si è messo in viaggio all’inizio del film in procinto di incontrare il suo destino di adulto? Forse si è perso, come il Matto, l’arcano numero zero dei Tarocchi alla ricerca di se stesso? Oppure non si è mai messo in moto come Novecento, il protagonista del best seller di Alessandro Baricco che, prossimo ad abbandonare per sempre la nave dove è nato e cresciuto, rinuncia a scendere sulla terra ferma a costo di morire? Forse quel quindicenne, alla fine, ha deciso di non abbandonare la dimensione del sogno erotico per non calarsi nella realtà. Ci piace pensare che lo abbia scelto per amore, quell’amore universale che dopo il Big bang, frantumato in infinite particelle, si è depositato ovunque. Anche nel dna degli uomini. E che continua a trasmettersi, compreso nelle forme erotiche più disparate, innestato in un nuovo organismo o in qualsiasi altro elemento della Natura. Queste domande mancano di una risposta come Conscious Dream manca di un finale vero e proprio. Peccato. Tra i film di Morgana Mayer e Lucio Massa, la docufiction datata 2019 lascia la formula strettamente onirica dei precedenti per farsi documento di una pornografia domestica, dai connotati familiari, a prescindere dai gusti e dalle abitudini sessuali del protagonista e dello spettatore. Ogni riferimento ad Hans Rolly è comunque puramente casuale, differenziandosi i due autori per cifra stilistica: Morgana sta a Rolly come Playboy sta a Le Ore.