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La Llorona – Le lacrime del male

2019
Titolo Originale:
The Curse of La Llorona
REGIA:
Michael Chaves
CAST:
Linda Cardellini (Anna Tate-Garcia)
Raymond Cruz (Rafael Olvera)
Patricia Velasquez (Patricia Alvarez)

Il nostro giudizio

La Llorona – Le lacrime del male è un film del 2019, diretto da Michael Chaves.

 Il “Conjuring Universe” continua a macinare film horror da vedere in attesa del ritorno del capostipite, oramai previsto per l’anno prossimo. Dopo un mediocre Annabelle 2: Creation e un pessimo, al netto delle aspettative, The Nun, arriva un nuovo spin-off dove il demone è ancora femmina. Diretto dal debuttante Michael Chaves sotto la suervisione produttiva del solito James Wan, La Llorona – Le lacrime del male è un horror di stampo classico che non si discosta più di tanto dallo stile dell’intera serie, non riuscendo comunque a colmare il gap tra gli episodi originari e quelli derivativi. Più attento a conservare il brand che a sviluppare una vera alternativa, il film intrattiene, riconcilia con il genere senza però stuzzicare oltre, a dimostrazione di come la Warner guardi a questi spin-off più come a filler de L’evocazione che a prodotti possibilmente a sé stanti. Fatto sta che il lavoro fatto da Chaves ha convinto Wan, tanto da cedergli la regia del terzo capitolo della sua creatura. Anna (Linda Cardellini) è la protagonista di questo film horror: vedova da poco, divisa tra il lavoro di assistente sociale e il dover crescere da sola i suoi due figli. Sospettando dei maltrattamenti da parte di una madre, decide di toglierle i due bambini, ma questi ultimi vengono inaspettatamente trovati morti.

Pur essendo scettica inizialmente, Anna scoprirà che dietro questo mistero si annida l’ombra de La Llorona, un essere sovrannaturale che tormenta e poi uccide i bambini, pronto a prendere di mira anche la sua famiglia. Questa la trama, e non aspettatevi sorprese: una pur iniziale fascinazione per l’inedito mostro di folkloristica derivazione fa poi spazio ad uno svolgimento narrativo lineare quanto prevedibile. Ciò non va per forza visto come un difetto, essendo l’intera saga fondata su un impianto horror classico che mira maggiormente a rivitalizzare i topoi del genere piuttosto che a crearne una new wave. Infatti tale intento è confermato da un dettaglio come l’anno in cui è ambientata la storia: 1973, l’anno in cui Friedkin mostrò il Male al mondo. Inutile stare a parlare della paternità artistica de L’esorcista sull’universo creato da James Wan: in La Llorona le tematiche sociali quali il rapporto madre-figli e il controllo che i servizi sociali operano su di esso lasciano presto spazio al leitmotiv dello scontro dicotomico per eccellenza, così come ad una riflessione sulla fede che ha comunque il merito di emanciparsi dalla seriosità di matrice cattolica: laddove c’è convinzione in una vita ultraterrena, vi è anche la possibilità di combatterne le manifestazioni più oscure. In poche parole, bisogna crederci.

Ecco dunque che, nonostante un gioco di antiche citazioni, il film riesce almeno nel compito di mantenere la tensione a livelli buoni. Va detto che Chaves omaggia fin troppo il suo produttore senza però replicarne il tocco magico: tra piani sequenza che guidano lo spettatore nella magione pronta ad essere infestata e momenti di suspense dove i bambini, come al solito, la fanno da padroni, non si va purtroppo oltre a scene di jumpscare ben costruite ma fin troppo abusate. Siamo di nuovo di fronte ad una situazione in cui, al netto di una produzione solida, di mezzi invidiabili e d’interpreti adatti e in palla, ciò che viene a mancare è proprio la voglia di osare. La Llorona perciò è un’altra ottima operazione di marketing (seppur non all’altezza dei vari Annabelle e The Nun, su cui era stato costruito molto più hype) che purtroppo non si sforza e non pretende di essere di più.