Intervista a Jacopo Masini

Il responsabile comunicazione Saldapress, editore di The Walking Dead
Featured Image

Jacopo Masini, responsabile della comunicazione per Saldapress, editore di fumetti diventati serie TV cult come The Walking Dead e Outcast, ci racconta il passato, il presente e il futuro della casa editrice.

Iniziamo con una presentazione generale di Saldapress e della relativa proposta editoriale.

Siamo nati da circa 13 anni. Pubblichiamo per lo più su licenza, una su tutte The Walking Dead che Andrea (Ciccarelli – ndr) è stato bravo a scovare quando ancora nessuno ci credeva, assicurandoci un traino importantissimo che ci ha permesso di fare molte altre cose, stesso dicasi per le serie Image Comics, con cui abbiamo iniziato una partnership in un momento in cui nessuno credeva che la casa editrice sarebbe diventata la realtà che è ora.

Forse per via di una reputazione non lusinghiera risalente agli anni ’90.

Precisamente. Andrea ha avuto il merito di intuirne il rilancio apprezzando la politica editoriale di Eric Stephenson. Oltre a Image Comics siamo esclusivisti in Italia per l’intera linea Skybound, l’etichetta di Robert Kirkman, creatore di TWD e Outcast, per non parlare di Invincible e Green Valley, di prossima uscita, scritta da Landis e disegnata dall’italiano Giuseppe Camuncoli. I successi delle pubblicazioni su licenza ci hanno permesso di investire su autori nostrani, Davide la Rosa, Ratigher e Stefano Conte con Volt, la nostra prima produzione da edicola realizzata in Italia.

Abbiamo accennato a due serie che, grazie all’adattamento televisivo, hanno un enorme effetto traino per quanto riguarda le vendite. Una, The Walking Dead, fa praticamente mercato a sé, l’altra è Outcast. Ce ne vuoi parlare nel dettaglio?

Anzitutto diciamo che, forse, ce ne sarà una terza, ovvero Trees, del decano Warren Ellis, opzionata per una serie TV. A ogni modo, il passaparola di TWD funziona a meraviglia, da prima dell’avvento della serie TV che, comunque, ha segnato un’impennata nel successo del fumetto, ne è testimone la comparsa sul piccolo schermo del personaggio di Negan, fenomeno istantaneo in termini di merchandise, tutti vogliono la riproduzione di Lucille, la mazza da baseball avvolta nel filo spinato. Questo circolo virtuoso è continuo, costante, ci sono sempre nuovi lettori che scoprono il fumetto grazie alla serie TV. Outcast, maggiormente di nicchia, ha un successo più contenuto, certo il passaggio televisivo giova a un fumetto che già andava bene, ma nulla di paragonabile a TWD. Interessante, comunque, il lavoro svolto da Robert Kirkman sui personaggi di Outcast, scritti con due plot, uno pensato espressamente per il fumetto e uno pensato per la serie TV, lanciata, forse per la prima volta in assoluto, in contemporanea.

In ogni caso l’impronta televisiva è chiara nella scrittura di Kirkman.

Certamente. I prodotti Skybound sono pensati in una prospettiva trans mediale fin dalla nascita, cosa che si inizia a fare, in maniera timida e accennata, anche in Italia, ma che Kirkman fa di default.

D’altronde le sinergie tra media diversi sono una realtà consolidata oltre oceano.

Noi, invece, ragioniamo ancora a compartimenti stagni. Negli Stati Uniti, invece, ci troviamo davanti a un’industria più flessibile e collaudata per quanto riguarda certe pratiche.

Il successo di TWD ha avuto un effetto positivo sul mercato dei fumetti oppure resta un caso isolato?

Ci sono alcuni fenomeni che hanno questo effetto. TWD, certamente, ma anche Zerocalcare, degli amici di Bao, in grado di portare pubblico nuovo al mondo dei fumetti, spesso recuperando lettori che avevano smesso da giovani e che ricominciano grazie prodotti come i nostri. Tanta gente ci scrive testimoniando di essere tornata ai fumetti grazie a The Walking Dead.

Parliamo di un titolo su cui state puntando: Volt. Una produzione da edicola in un momento di apparente crisi delle edicole. A cosa si deve tanto coraggio?

Nonostante in dieci anni le edicole si siano quasi dimezzate, parliamo di un calo da circca 35000 a 25000 punti vendita, esse sono tutt’ora un importantissimo canale distributivo con lettori propri, che in fumetteria non mettono piede. Per quanto in crisi, ma parlerei più di trasformazione. I piccoli esercizi chiuderanno e quelli che restano si evolveranno. A ogni modo, Volt è un prodotto umoristico che va a coprire un settore in questo momento non troppo frequentato, si vedano la chiusura di Rat Man e la fine di A Panda Piace, un fumetto brillante che, pur essendo ambientato in una fumetteria, trova nelle edicole la propria destinazione naturale. Il pubblico di Rat Man è portato a sfogliare un prodotto come Volt e si tratta di un pubblico che si trova molto nelle edicole, un mercato che ha ancora la propria da dire.