Featured Image

Tutti i soldi del mondo

2017
Titolo Originale:
All the money in the world
REGIA:
Ridley Scott
CAST:
Christopher Plummer (Jean Paul Getty)
Charlie Plummer (John Paul Getty III)
Michelle Williams (Gail Harris)

Il nostro giudizio

Tutti i soldi del mondo è un film del 2017, diretto da Ridley Scott.

Non tutti i reshoot vengono per nuocere. Tutti i soldi del mondo ne è la prova, film importunato da una triste vicenda: la fastidiosa accusa di molestie che è valsa al premio Oscar Kevin Spacey la damnatio memoriae. L’attore, infatti, è stato letteralmente sbattuto fuori dal cast a seguito di un sommario processo mediatico. L’eliminazione artistica del povero Spacey ha determinato per il regista la decisione di rigirare, in soli nove giorni, tutte le scene riguardanti Jean Paul Getty, ora interpretato da un altro attore in lizza per la parte: Christopher Plummer, lo Zio Scrooge (Dickens: l’uomo che inventò il Natale, 2017). Il personaggio di Dickens e il magnate Getty, a ben guardare, si sovrappongono per avidità, grettezza ed implacabilità.

La scelta del regista, forse impudente, appare, tuttavia, avvalorata dall’interpretazione di un attore indubbiamente talentuoso che, con l’asprezza della sua mimica, riesce bene a delineare un personaggio complesso. Non ci è dato sapere come sarebbe stata l’interpretazione di Kevin Spacey, ma di sicuro Christopher Plummer supera la prova cui è sottoposto. Impersona il pezzo grosso dell’industria petrolifera, non solo ricco, ma il più ricco, a tal punto da rifiutare il riscatto del nipote Paul Getty III (Charlie Plummer), rapito da un gruppo di uomini mascherati il 10 luglio del 1973, per le vie di Mamma Roma. Si tratta di un noto fatto di cronaca del quale Ridley Scott ha evidenziato, grazie a un magnetico script, i turbamenti di una famiglia sfortunata. La sceneggiatura dell’abile David Scarpa propone una pièce drammatica che quasi annulla il tempo e non fa sentire la durata del film. In particolare, il racconto è trilaterale e assorbe la trattativa con i criminali calabresi – la cui richiesta iniziale era di 17 milioni di dollari – per soffermarsi su un complicato ménage à trois. Jean Paul Getty, da un lato, è il nonno responsabile del gran rifiuto; Gail (Michelle Williams), dall’altro, è la madre preoccupata, composta – e soprattutto astuta – che tenta la negoziazione ed esprime massimo coraggio nel tener testa all’ex suocero Getty; da ultimo, invece, Fletcher Chase (Mark Wahlberg) è l’ex agente della CIA al servizio del magnate per il recupero di uomini e cose.

L’impressione iniziale è che le ultime due figure siano solo pezzi mossi sulla scacchiera da un abile giocatore, ma ciascuno tenterà di riscattarsi dal nonno avaro. Si apre, quindi, una pericolosa corsa contro il tempo che emanciperà questi personaggi alla ricerca disperata dei soldi negati per il riscatto. Il regista ottantenne, però, si libera presto dal fatto narrato e va oltre la vicenda offrendo una riflessione sull’indole umana. Così la ricchezza del titolare della Getty Oil Company, le lacrime di mamma Gail e l’orecchio mozzato del sedicenne Paul, vi appariranno nitidi nella profondità di campo cui il regista ricorre, metafora di vizi e virtù. Di tutto ciò che (non) si può comprare e di tutto ciò che si vuol spendere. Tutti i soldi del mondo, basato sul saggio di John Pearson (Painfully Rich: The Outrageous Fortune and Misfortunes of the Heirs of J. Paul Getty, St. Martin’s Press, 1995), delinea a chiare lettere la fallibilità dell’uomo e lo fa attraverso uno studio comparativo che mette sulla bilancia il valore umano e quello dei dollari. Il magnate Getty attribuisce a tutto un prezzo, colleziona oggetti d’arte, si erge nei sontuosi corridoi come fosse l’Imperatore Adriano, ma rimane essenzialmente ciò che è: un uomo, con tutte le sue meschinità.