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Annabelle 2: Creation

2017
Titolo Originale:
Annabelle: Creation
REGIA:
David F. Sandberg
CAST:
Stephanie Sigman (Suor Charlotte)
Talitha Bateman (Janice)
Lulu Wilson (Linda)

Il nostro giudizio

Annabelle 2: Creation è un film del 2017, diretto fa David F. Sandberg

La saga della bambola assassina deve proseguire. No, non stiamo parlando di Chucky – del quale attendiamo il ritorno con The Cult of Chucky – ma della sua figlia illegittima, Annabelle. James Wan produce Annabelle 2: Creation per David F. Sandberg, regista di Lights Out ma la distribuzione ritarda l’uscita nelle sale per evitare lo scontro impari con Alien: Covenant. Nonostante questa dilazione, la bambola indiavolata – ormai icona di un horror mainstream che porta al cinema un po’ tutti i tipi di spettatori – incassa bene al botteghino. Il signor Mullins costruisce bambole artigianali per negozi di giocattoli. Vive con sua moglie e sua figlia Annabelle finché, un giorno, la bambina viene investita da un’auto. Passano 12 anni e i Mullins ospitano un gruppo di orfanelle, accompagnate da Suor Charlotte. Ma le morti in sospeso, si sa, non abbandonano mai il loro luogo natio e casa Mullins racchiude, adesso, i segreti di Annabelle, che solo le due orfane Janice e Linda potranno svelare, pagando un grande prezzo. La storia comincia proprio nella capanna dove Mullins costruisce le sue bambole (a giustificare il titolo “Creation”), e dove assistiamo alla nascita fisica del primo e unico esemplare di Annabelle. Quella che sembra, all’inizio, una trama ben strutturata va pian piano a scemare, lasciando spazio a tentativi, più o meno riusciti, di far sobbalzare lo spettatore sulla poltrona.

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Sì, perché Annabelle 2: Creation, non è altro che una horror-rollercoaster di 109 minuti, che mette da parte la trama per evitare di rivelare troppo, o troppo poco, sulla reale natura di ciò che racconta, per dedicarsi, invece, ai più biechi espedienti per strapparci un urletto. Per la prima ora, il modus operandi del fantasma/diavolo può anche essere piacevole e ci si può anche divertire, ma poi la noia impera nella continua attesa di sentire esplodere l’impianto della sala dopo qualche secondo di attesa, prima che le bambine guardino dietro l’angolo. Si potrebbe dire di trovarsi di fronte a un classico “horror moderno”, visto che non si differenzia così tanto dalle operazioni della Blumhouse fatte di fotografie manierate, tecnicismi barocchi e gare a chi sorprende di più con il fake-out più improbabile o con il jumpscare dal volume più alto. La trama, quindi, si nasconde dietro una facciata fatta di classici espedienti del genere e la continuazione della storia della bambola si riassume negli ultimi 5 minuti, con un altro salto temporale di 12 anni, ricollegandosi esplicitamente al film precedente (successivo come tempo della narrazione), a mostrarci la scena iniziale di Annabelle da un diverso punto di vista – all’interno della camera degli Higgins, stavolta – della quale, sinceramente, non si sentiva il bisogno dopo un già esplicito finale in cui si capiva che la Annabelle di cui stavano parlando era proprio la Higgins.

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Una nota buona: le musiche di Benjamin Wallfisch, già compositore per Sandberg con Lights Out. Per il resto, nessun entusiasmo per un horror convenzionale in cui la bambola malefica non manifesta una personalità o poteri distintivi che la rendano immediatamente riconoscibile, al di fuori del suo aspetto inquietante – ma questo già nel primo film. Viene da chiedersi come si svilupperà ancora la saga, dato che questo prequel pone finalmente le basi del tutto, trasformando Annabelle Higgins in una Charles Lee Ray (alias Chucky) che si è già reincarnata due volte nella sua bambola. Nell’attesa, è già in sviluppo lo spin-off The Nun, altra figlia della saga di The Conjuring – “La suora” fa la sua apparizione anche in Annabelle 2: Creation -, a far germogliare una ramificazione potenzialmente infinita sui racconti dell’occulto e del paranormale tratti da storie vere ma che, alla fine, potrebbero perdere l’obiettivo narrativo – e quindi il loro fascino – per sfociare nel puro e semplice horror entertainment da multisala.