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The Secret – Le verità nascoste

2020
Titolo Originale:
The Secrets We Keep
REGIA:
Yuval Adler
CAST:
Noomi Rapace (Maja Stowe)
Joel Kinnaman (Thomas Stowe)
Chris Messina (Lewis Rossini)

Il nostro giudizio

The Secret – Le verità nascoste è un film del 2020, diretto da Yuval Adler.

Va benissimo prendere spunto da film belli del passato, per lo più diretti da registi dal nome prestigioso quale Roman Polanski e in questo caso parliamo proprio de La morte e la fanciulla, ma allo stesso modo la sfida maggiore è mantenere la logica degli eventi come del messaggio da veicolare, coerente fino alla fine. The Secret – Le verità nascoste, purtroppo, crea uno scheletro forte, rimpolpa e inserisce tutti gli organi a supporto, per poi perdersi in un bicchiere d’acqua, proseguendo con la marcia automatica verso un epilogo bizzarro, fuori focus, quasi stessimo improvvisamente guardando un altro film. Una donna (Noomi Rapace) di origine zingare, sfuggita e sopravvissuta alla Seconda Guerra Mondiale riconosce in un uomo (Joel Kinnaman) il suo violentatore nazista. Lo aggredisce, sequestra e lo nasconde nello scantinato di casa. Il marito di lei non sa a chi credere. L’uomo nega di essere tedesco e il passaporto svizzero gli da ragione, ma le cicatrici nell’anima della moglie sono tali da mandarlo in confusione. A chi credere?

Questo stesso quesito risuona nella testa dello spettatore che cerca disperatamente un indizio concreto ed effettivo su cui sorreggersi e poter finalmente recepire la morale del film per il verso giusto. Con La morte e la fanciulla, Polanski faceva un gioco simile seppur assai più concreto: una donna e il suo violentatore, le intenzioni erano palesi, semplici, Polanski coccolava lo spettatore gettandolo subito in una confort zone dove poter poi esplorare il messaggio e non dare ragione a nessuno: tutti sono carnefici e vittime allo stesso tempo. Yuval Adler, invece, costruisce un grande teatrino di intenzioni, dubbi e – poche – certezze che vengono puntualmente messe in discussione in più momenti. Soluzioni ottime per tenere lo spettatore con il fiato sospeso evocando il più classico degli espedienti narrativi, quello del protagonista che urla e sbraita con la bava alla bocca mentre nessuno crede alla sua versione dei fatti. Finché lo stesso film si tradisce: prende posizione, etichetta i buoni e i cattivi, annientandone ogni tipo di motivazione.

Trasformando  personaggi in classiche macchiette, quello che dovrebbe essere un piccolo twist finale fuori logica, controverso e non propriamente contestualizzato, perde automaticamente ogni tipo di valore, restituendo una sensazione di disperazione drammaturgica e la reale consapevolezza di essere arrivati in un vicolo cieco senza sapere come chiudere il cerchio. Non aiutano le interpretazioni, fredde e poco credibili, quanto la moglie dell’uomo rapito che mai mostra segni di cedimento o lo stesso Kinnaman, buon attore dalla faccia giusta e assai versatile, che riverso in un pozza di sangue tra grugniti e rigurgiti, è in balia di un’interpretazione povera e sterile. Meglio Noomi Rapace, qui in veste anche di produttrice. Se abbia voluto veicolare qualche messaggio specifico con questo film, non è dato sapere. I margini vi erano, quanto le possibilità di raccordarsi a più temi (violenza sulle donne, colpe e rimorsi, la memoria del passato che torna a galla), invece The Secret – Le verità nascoste ha così voglia di darsi un’identità, seppur vaga, che si dimentica di costruire una narrazione logica per arrivare a questo obiettivo.