Featured Image

The Guest

2014
Titolo Originale:
The Guest
REGIA:
Adam Wingard
CAST:
Dan Stevens ("David")
Maika Monroe (Anna Peterson)
Brendan Meyer (Luke Peterson)

Il nostro giudizio

The Guest è un film del 2014, diretto da Adam Wingard.

La famiglia Peterson ha da poco subito un terribile lutto: il figlio maggiore è morto in combattimento in Afghanistan. Un giorno si presenta alla loro porta David (Dan Stevens) che afferma di essere un amico e commilitone del ragazzo scomparso. Invitato dalla madre a fermarsi a casa Peterson fino a quando non avrà trovato una sistemazione, David conquista tutti i membri della famiglia e si insinua nelle loro vite, assumendo il ruolo di figlio, amico e fratello più grande. Ma David nasconde qualcosa e forse non è proprio chi dice di essere. Prima di diventare uno dei registi più odiati dai fan di mezzo mondo per la sua trasposizione di Death Note, e prima di gettarsi nell’impresa di dare un seguito a The Blair Witch Project (Blair Witch), Adam Wingard dirige questo particolarissimo thriller dalle connotazioni tipicamente carpenteriane e con un’ambientazione che richiama gli anni ’80. La ricostruzione di Wingard è ineccepibile, nonché straniante, perché il film si svolge ai giorni nostri, ma nella cittadina di provincia dove vivono i Peterson, il tempo è congelato. O forse sono le abitudini che non cambiano: la festa di Halloween (periodo in cui avvengono i fatti del film) è quella che Carpenter aveva descritto nel ’78; la palestra del ballo scolastico per la Notte delle Streghe pare uscita da Prom Night (Non entrate in quella casa) e, per chi se lo ricorda, dal romanzo Friend; i bulli che torturano il figlio minore dei Peterson si riuniscono in bar bugigattoli estremamente kinghiani, mentre alle feste, nelle automobili e nei vari locali rimbombano i sintetizzatori. Ogni cosa rimanda sempre a un certo periodo storico, ben preciso e scolpito nella nostra memoria con la forza che solo i miti cinematografici possiedono.

E si ha come l’impressione che Wingard voglia raccontare un’America rimasta ancorata a quei miti, e incapace di venirne fuori. Oltre che su questa ambientazione sospesa nel tempo, The Guest è un film che si regge quasi interamente sull’impressionante fisicità del suo protagonista, Dan Stevens, attore britannico che qui diventa l’incarnazione del perfetto ragazzotto americano tutto sorrisi, birre bevute davanti alla tv col capo famiglia, affascinante, seducente, all’occorrenza paterno. E due secondi dopo si tramuta nello psicopatico inespressivo e gelido di uno slasher. Non solo la sua recitazione, ma anche l’alchimia che si sviluppa con la co-protagonista femminile, Maika Monroe, è notevole. Quando i due sono in scena, diventa davvero complicato non farsi assorbire dagli sguardi, dai gesti, dall’energia che passa attraverso i loro corpi.

The Guest, pur non avendo una sceneggiatura con veri picchi di originalità, è un film che riesce a spiazzare soprattutto per come passa dal thriller, all’action, persino attraverso la fantascienza, fino ad approdare ad atmosfere tipicamente slasher nel finale, con fluidità e senza apparire a compartimenti stagni. La coerenza narrativa che lo tiene insieme è così salda da giustificare i cambi di genere e registro. Giocare con i generi in questo modo non è mai facile, ma Wingard riesce a mettere in scena un meccanismo estremamente costruito e artefatto, facendocelo passare per un muscolare e fisico prodotto anni ’80. Non è citazionismo, piuttosto si tratta di saper procedere a più livelli, ma di non scoprire mai le carte, dando l’illusione che questi livelli non esistano proprio. The Guest non è, quindi, l’ennesima operazione nostalgia, ma un film che rifiuta una precisa collocazione temporale e preferisce viaggiare in un limbo storico, per ricreare, agli occhi degli spettatori, un cinema molto distante da quello contemporaneo e che, per uno strano paradosso, ci appare come fresco e rinnovato.