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Rebel Moon – Parte 2: La sfregiatrice

2024
Titolo Originale:
Rebel Moon - Part Two: The Scargiver
REGIA:
Zack Snyder
CAST:
Sofia Boutella (Kora)
Michiel Huisman (Gunnar)
Djimon Hounsou (Generale Titus)

Il nostro giudizio

Rebel Moon – Parte 2: La sfregiatrice è un film di Zack Snyder del 2024.

Le stelle, si sa, sono tante, milioni di milioni. Ma se, come ci rammenta il caro vecchio Carosello, la stella di Negroni vuol dire qualità, i due astri e mezzo faticosamente conquistati da Rebel Moon – Parte 2: La sfregiatrice dipendono solo in minima parte dagli effettivi pregi insiti in questa stralunata Space Operetta, quanto piuttosto dalla genuina simpatia che, volenti o nolenti, non si può non provare per un bambinone come Zack Snyder. E d’altronde come non trovare simpatico un attempato ragazzone deciso a prendere di peso il proprio fanta(sy)scientifico giocattolone in odor – o in puzzo, ça dépend – di Star Wars per trasformalo in un’odissea di pura azione e ostentata epicità, capace finalmente di sfrecciare in solitaria per due godibilissime orette attraverso gli spazi siderali del più genuino e disimpegnato intrattenimento? Se, infatti, Rebel Moon – Parte 1: Figlia del fuoco pagava il doppio pesantissimo scotto di una sfacciata derivatività e di una stucchevole grandeur la cui opprimente attrazione gravitazionale finiva per scaraventare questo ambiziosissimo blockbuster in un desolante buco nero di noia e confusione, stavolta il rinsavito zio Zack ha saggiamente scelto di recidere ogni residuale cordone ombelicale con il lucasiano Spirito Madre; dando vita a una roboante avventura dalle evidenti pretese allegoriche che, pur senza nuovamente disdegnare qualche ingenua strizzata d’occhio a ben altri (e alti) modelli, scudisciate laser multicolore a parte si mantiene perfettamente coerente con il più coriaceo Snyder-pensiero.

Un prodotto, insomma, capace finalmente di camminare con le proprie fragili gambe: concepito a uso e consumo di un target la cui soglia di attenzione appare ormai effimera quanto uno scroll di TikTok e per il quale la trama si rivela un puro e semplice MacGuffin con cui inanellare brandelli audiovisivi in grado di sopravvivere autonomamente all’interno del bulimico ecosistema di un reel o di una story. E se proprio l’ossessivo worldbulding stipato dietro a una già traballante narrazione avevano reso il primo capitolo di questa opulenta saga la forse unica autentica chiavica di volta della testosteronica filmografia snyderiana, stupisce assai constatare quanto, sin dai primissimi vagiti, Rebel Moon – Parte 2: La sfregiatrice possa essere tranquillamente fruito indipendentemente dal proprio tronfio predecessore; affidando alla suadente voice over del mistico e sfuggente Cavaliere Androide Jimmy (Anthony Hopkins) gli asciutti e necessari spiegoni di rito attraverso cui (re)introdurre la lore di questo universo alquanto fanta e decisamente poco scientifico. Il tutto riparte (o comincia) ovviamente dalle scorribande interplanetarie dell’agguerrita ex soldatessa imperiale Kora (Sofia Boutella), del bel contadino Gunnar (Michiel Huisman) e dei rimanenti scampoli di questa sporca mezza dozzina di mal assortiti Guardiani della Galassia – in cui spiccano il Gladiatore Titus (Djimon Hounsou), il Barbaro Tarak (Staz Nair), la ninja-cyborg Nemesis (Doona Bae) e la Jane Rambo Milius (Elise Duffy) –, ancora gongolanti della vittoria ottenuta per il rotto della cuffia sulle nazi-truppe del fascistissimo ammiraglio Atticus Noble (Ed Skrein). Ma sarà proprio quest’ultimo che, riportato in vita per volere del mefistofelico Reggente Balisarius (Fra Fee), verrà nuovamente inviato in missione punitiva sul ridente e campagnolo pianeta Veldt, con il compito di stroncare una volta per sempre ogni scampolo di Resistenza ancora in grado di minacciare il dittatoriale benessere del Mondo Madre.

Ed è dunque così che i nostri impavidi Sei Samurai si troveranno a dover far fronte a una vera e propria corsa contro il tempo per tentare di arginare il nefasto destino che incombe all’Orizzonte degli Eventi, portato a termine la mietitura dei raccolti con l’intento d’impiegarli quale strategica merce di scambio e, nel mentre, addestrando all’autodifesa i miti abitanti di questa bucolica intergalattica Contea. Nonostante una prima parte dai toni stucchevolmente aulici nella quale tutto il peggio dello Snyder style pare prefigurare un’ennesima discesa nel baratro del kitsch, Rebel Moon – Parte 2: La sfregiatrice esplode in tutta la sua onesta e pirotecnica potenza nel passaggio dal secondo al terzo atto, dopo aver dato modo a ciascuno dei personaggi chiave di costruire, attraverso opportuni flashback e omeriche decantazioni, una propria backstory necessaria eventualmente a dar sostanza ai numerosi progetti collaterali che, tra serie tv, podcast e mille altre strategiche diavolerie già in cantiere, daranno probabilmente vita nel prossimo futuro a un transmediale e certamente remunerativo SnyderVerse. Spaziando attraverso sfacciatissimi rimandi all’immaginario greco-romano – mediante un azzardato reimagining delle sanguinose Idi di Marzo travestite da Nozze Rosse di Game of Thrones e dell’ingegnoso Cavallo di Troia – e un destabilizzante immaginario post-retro futuristico nel quale cannoni laser a manovella e moschetti fotonici la fanno da padroni, il nostro caro Zack riesce a portare a casa una cinematografica pagnotta certamente insipida quanto la precedente infornata ma oggettivamente meno indigesta di quanto si potesse prevedere; restringendo il perimetro dell’azione alle trincee di una planetaria battaglia campestre ma al contempo espandendo ulteriormente i limiti di un universo sci-fi che, al netto di parecchi ralenti in meno e qualche flare di troppo, pare lanciato a velocità superluminale verso l’infinito e ben oltre.