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Late Night With The Devil

2023
REGIA:
Cameron Carines, Colin Cairnes
CAST:
David Dastmalchian (Jack Delroy)
Laura Gordon (June Ross-Mitchell)
Ian Bliss (Carmichael)

Il nostro giudizio

Late Night With the Devil è un film del 2023 diretto da Cameron e Colin Cairnes.

Pochi film possono essere definiti un maelstrom di generi, tendenze, poetiche e cliché come Late Night With The Devil. La sua natura di genere fa precipitare le premesse di un found footage – il film viene presentato come l’episodio perduto di uno show televisivo americano degli anni Settanta, recuperato nella sua messa in onda e integrato con il dietro le quinte – in una cornice da falso documentario – il prologo che racconta il contesto storico, gli anni Settanta, che fa da sfondo allo show fittizio – che adotta pertinentemente l’estetica dell’analog horror, con annessa immagine a bassa risoluzione, disturbi nell’immagine in corrispondenza delle manifestazioni soprannaturali, riproduzioni di grafiche (create tramite intelligenza artificiale e per questo fonte di polemiche in patria) d’epoca. In questa fusione di sottogeneri, la struttura da show televisivo, in cui gli imprevisti della diretta hanno caratteri marcatamente soprannaturali, richiama alla memoria il prototipale Ghostwatch trasmesso dalla BBC o, per andare su esempi più recenti, il lungometraggio WNUF Halloween Special e l’episodio Public Television of the Dead all’interno della serie antologica Creepshow. Late night with the Devil, diretto dai fratelli Cameron e Colin Cairnes, che nel crudele e sottovalutato Scare Campaign avevano già messo in scena i pericoli che si annidano dietro una diretta televisiva, si afferma inoltre come una nuova tappa del percorso di affermazione internazionale del cinema australiano all’interno del genere horror contemporaneo, in un arco che potremmo far partire dal Babadook di Jennifer Kent, passando sul recente successo di Talk to Me di un’altra coppia di fratelli, Danny e Michael Philippou.

Il film dei Cairnes è anche, se non soprattutto, un film sulle possessioni demoniache con un forte messaggio morale nei confronti del sensazionalismo dei media e sulla ricerca, dai tratti faustiani, del successo a ogni costo. Il programma televisivo Night Owls, condotto da Jack Delroy (David Dastalmachian), sta vivendo una stagione difficile. Lo show ha subito una battuta d’arresto a causa della morte della moglie del conduttore. Jack ritorna a sorpresa sullo schermo ma il suo pubblico lo abbandona: non gli rimane altro che tentare il tutto per tutto con una puntata speciale per la notte di Halloween, con una serie di ospiti a tema: il sedicente medium Christou (Fayssal Bazzi), il ricercatore del paranormale Carmichael Haig (Ian Bliss) la dottoressa June Ross-Mitchell (Laura Gordon) che presenta il suo libro sulla storia di una bambina, Lilly (Ingrid Torelli) salvata da un culto satanico e posseduta da demoni, anch’essa presente in studio. In un continuo alternarsi di messa in scena, scetticismo, manifestazioni diaboliche e persone divorate da vermi giganti, Jack Delroy, annebbiato dal bisogno di ritornare ai fasti del passato, spinge gli eventi al limite, superando un punto di non ritorno.

Il film, nella sua parentesi mockumentary, si apre con una piccola digressione storica narrata attraverso le immagini televisive, dando non solo delle brevi coordinate storiche ma connotando sin dall’inizio il medium come il canale di diffusione ideale del male, poiché luogo dell’inganno (messo in piedi dal farsesco medium Christou, che tenta maldestramente di comunicare con l’aldilà) e dell’ambizione sfrenata (quella di Jack Delroy che vuole a ogni costo ritornare sulla cresta dell’onda). I fratelli Cairnes partono con una buona dose di farsa e di ironia inserita in un contesto storico molto ben ricostruito e in maniera organica riescono a mettere in piedi persino un discorso interessante sul ruolo della televisione nella percezione della realtà nei confronti del pubblico, rimanendo fino alla fine in bilico tra scetticismo e soprannaturale, tra vero e falso, tra rivelazione e mistero. In tutto questo, dosano in maniera abile l’escalation di tensione quando entra in scena la bambina fuggita dal culto (interpretata con una notevole capacità di creare inquietudine), approdando a un finale splatter esplosivo e, allo stesso tempo, memore dell’horror psichedelico degli anni Settanta. Non tutto riesce a trovare la propria quadratura del cerchio e tutta la parte del backstage tradisce un linguaggio visivo fin troppo ricercato per essere un found footage, ma sono dettagli trascurabili all’interno di una macchina di orrore e di paura che non conosce sosta e che lascia inquieti perché pone domande senza una risposta univoca.