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Incredibile ma vero

2022
Titolo Originale:
Incroyable mais vrai
REGIA:
Quentin Dupiex
CAST:
Alain Chabat (Alain)
Léa Drucker (Marie)
Benoît Magimel (Gérard)

Il nostro giudizio

Incredibile ma vero è un film del 2024, diretto da Quentin Dupiex.

Quentin Dupiex continua a fare i suoi film a partire da semplicissime e spiazzanti intuizioni. Questa volta il tema è la lotta contro il tempo che passa, che fa sfiorire la giovinezza e paralizza il corpo, una delle tensioni più raccontate nella storia che qui si colora dei toni surreali e irriverenti propri del regista francese. Marie e Alain, una coppia oltre la cinquantina, decidono di acquistare una casa al cui interno si trova un varco spaziotemporale che permette di entrare da una botola nello scantinato e uscire in soffitta andando avanti nel tempo di 12 ore e guadagnando in cambio tre giorni di ringiovanimento. Che meccanismo complicato, che sottilmente già ci comunica che sforzo inutile sia servirsi di questo portale. Ma Marie, invece di sfruttare l’andare avanti per evitare le mansioni più noiose, è interessata a regredire fino ai suoi vent’anni, mentre il marito, inizialmente affascinato dal potere del portale e desideroso di condividere la meravigliosa scoperta con gli amici, perde rapidamente interesse e intraprende un conflitto estenuante con la moglie e la sua ossessione. Accanto a loro un’altra coppia convive con una prodigiosa maledizione, cioè il pene elettronico che Gerard si è fatto impiantare per sfuggire ai problemi di erezione e continuare a soddisfare la sua ben più giovane compagna Jeanne. Anche lui convive con l’ansia del tempo che passa e delle proprie qualità considerate vitali che cominciano a venire meno, e ha trovato un modo per sfuggirvi, sbandierandolo orgogliosamente in faccia all’amico Alain.

Il tono sobrio della messa in scena e la musica conciliante sostengono la parvenza di realismo di questa storia assurda, accentuando la sua dimensione metaforica. Al contempo i destabilizzanti tagli di montaggio e la scomposizione della linearità del racconto rafforzano la connotazione surreale, e rimarcano la cifra distintiva del regista, insieme ai dialoghi schietti e nevrotici. Questo film si pone nel mezzo tra le tensioni criptiche ed esilaranti che animavano Rubber (2010) e Realitè (2014) e quelle invece dell’estremizzazione della realtà, come il più recente Yannick (2023), un po’ in quel terreno in cui era ambientato il più fortunato Due uomini e una mosca (Mandibules, 2020, fortunato da noi perché ebbe anche una release theatrical). Nella realtà di disarmante pallore interviene un elemento magico (o due come in questo caso) che spingono i protagonisti al confronto con sé stessi e le proprie tensioni, con un tono canzonatorio e simpatetico insieme che è di raro equilibrio e chiarezza. Poco importa infatti il come funzioni quel passaggio, poco importa che quel pene elettronico sia in effetti inutilizzabile, poco importa da dove venga e dove se ne vada una mosca gigante: Dupieux ci ha già raccontato, nei suoi brevi film, il cuore della vicenda, le preoccupazioni che si manifestano e la pacificazione piena o parziale a cui i protagonisti in qualche modo arrivano, abbracciando l’inspiegabile che è entrato a far parte della loro vita.