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Crisis

2021
REGIA:
Nicholas Jarecki
CAST:
Gary Oldman (dott. Tyrone Brower)
Armie Hammer (Jake Kelly)
Evangeline Lilly (Claire Reimann)

Il nostro giudizio

Crisis è un film del 2021, diretto da Nicholas Jarecki.

Claire (Evangelin Lilly) è una madre disposta a tutto per fare chiarezza sulla morte di suo figlio: il caso viene presto liquidato dalla polizia come l’ennesima morte per overdose, ma le stranezze sono troppe e Claire non si convince. Dovrà farsi giustizia da sola. Nel frattempo, Jake Kelly (Armie Hammer), un agente della DEA con una sorella tossicodipendente (Lily-Rose Depp), è impegnato nell’organizzazione di una retata complessa e molto delicata in cui rischia la vita. Mentre il Dr. Brower (Gary Oldman), un ricercatore universitario, è disposto a giocarsi la reputazione pur di frenare la produzione di un nuovo farmaco, il Klaralon, che si pone come il primo antidolorifico a non indurre alla dipendenza, ma che in realtà, dai risultati sperimentali, sembra più rischioso dell’eroina. Il problema della dipendenza da oppiacei è vissuto da tre persone diverse e distanti, che ci guidano su tre piani narrativi distinti, alternati, ma destinati a collidere. L’incidere delle tre storie, però, è piuttosto lento, i protagonisti sono bidimensionali, senza sfumature, le loro azioni sono prevedibili.

E’ dunque difficile instaurare con loro alcun rapporto empatico, per quanto molti membri del cast confermino la qualità del proprio talento. Evangelin Lilly risulta credibile nel ruolo di una madre distrutta dal dolore, Gary Oldman è ben calato nella parte di un ricercatore idealista, mentre Armie Hammer non regge il passo e inciampa in un’interpretazione monocorde e poco sentita. Il personaggio a lui affidato, l’agente Jake Kelly, è un duro, un vero uomo dai valori sani, ma incapace di salvare sua sorella dalla droga, così come di liberarsi dalla sua unica espressione facciale. La regia segue i tre con un piglio semplice, in modo funzionale: i movimenti controllati della steadycam non ci abbandonano mai, come pure i toni freddi della fotografia, l’accademismo del montaggio. Il finale, poi, è accompagnato da alcune scritte informative: ci viene specificato che il Klaralon non esiste, ma che ogni anno nuovi antidolorifici approdano nelle farmacie. Scopriamo inoltre che più di 100.000 persone muoiono di overdose da oppiacei ogni anno, e che questo valore è in continuo aumento.

E’ proprio qui, sul punto di chiusura, che le intenzioni del film si fanno palesi: mettere in guardia sì, ma puntando sui numeri anziché sulla forza delle immagini. Crisis è un film che parla di droga senza mostrare la droga, senza raccontare davvero i suoi effetti. Un film ipocrita, dunque, i cui tentativi di avvicinarci al dramma della tossicodipendenza sono al limite del ridicolo, specialmente nel ricordo di opere come Amore tossico o il più recente Funeralopolis, che ci hanno fatto percepire con dolore la sensazione di un ago che penetra la vena per infettarla. Quindi diffidate da Crisis, un thrillerino senza ritmo né sorprese, chiaro segno di un cinema asettico e senz’anima. Forse giusto l’assunzione di sostanze stupefacenti potrebbe rendere più interessante la visione…