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City of Crime

2019
Titolo Originale:
21 Bridges
REGIA:
Brian Kirk
CAST:
Chadwick Boseman (Andre Davis)
Sienna Miller (Frankie Burns)
J. K. Simmons (capitano Matt McKenna)

Il nostro giudizio

City of Crime è un film del 2019, diretto da Brian Kirk.

Una nottata storta per i due giovani rapinatori Ray (Taylor Kitsch) e Michael (Stephan James): il colpo
che avevano organizzato da una soffiata sicura non è andato come previsto e oltre a dover piazzare un quantitativo di droga superiore alle aspettative, sono braccati da Andre Davis (Chadwick Boseman) detective duro di modi, dal grilletto facile e con un forte senso della giustizia tramandato dalle eroiche gesta del padre, anch’esso poliziotto deceduto anni prima. Con una punta di orgoglioso cinema di serie B, Brian Kirk non nasconde la necessità di portare a casa il miglior prodotto possibile con ciò che ha in mano. La storia semplice e senza fronzoli lo aiuta a prendere le giuste misure nel dettare i tempi; guarda e si ispira a Die Hard – Duri a morire o al migliore cinema di Michael Mann (Collateral e Heat su tutti), motivo per cui l’isola di Manhattan diventa una trappola mortale dove chiudere preda e predatore, riflettere e soverchiare questi ruoli per scoprire il terzo incomodo, nascosto alla luce del giorno che tira tutte le fila, e affrontarlo.

Chadwick Boseman (l’eroe di Black Panther) dimostra sempre più difficoltà in ruoli del genere, chiuso nella sua giacca dietro un distintivo, scorrazza per l’isola subendo attivamente tutti gli eventi del film e difficilmente entra in partita. Non è una defezione nella scrittura del personaggio, bensì proprio l’attore che fatica a reggere il ruolo da
protagonista. Il suo Andre Davis ha fama di essere un detective dal grilletto facile, ma questo non si evince mai dalle sue azioni che invece tendono a preferire il verbo al fuoco, cercare il punto di contatto con i due criminali per scoprire le motivazioni del colpo quanto una porzione di trama oscura che necessiterà di essere scoperta..
Brian Kirk (dopo diverse esperienze televisive) riesce a tenere il ritmo narrativo ben alto per circa un’ora, sfrutta e
gioca tutte le sue carte e poi rimane senza cartucce di riserva e così riempie gli ultimi minuti di sproloqui tra i rimanenti protagonisti per arrivare infine a inevitabili spiegoni per chiudere tutte le trame lasciate aperte
e raggiungere i titoli di coda non senza fatica.

City of Crime, dunque, risulta ben più concreto quando attinge a stili classici del genere: il buio, la città illuminata, le metropolitane sinistre e fredde, l’adrenalina e gli inseguimenti. La stessa idea di isolare l’isola di Manhattan rimane puntellata, chiacchierata via radio e mai concretamente visibile, non restituendo quel senso di caccia primitiva tra uomini spinti dall’istinto di sopravvivenza. Questioni di budget, o forse no, nonostante questo, anche grazie a una sceneggiatura che sfrutta al meglio delle possibilità i suoi punti forti, City of Crime risulta essere un buon crime di genere, almeno finché si nasconde tra le sirene blu delle polizia e il cielo buio, mentre appena si apre un piccolo varco di luce, i nodi che vengono al pettine sono più intricati del previsto.