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Bloodshot

2020
REGIA:
Dave Wilson
CAST:
Vin Diesel (Ray Garrison / Bloodshot)
Eiza González (Katie / K.T.)
Sam Heughan (Dalton)

Il nostro giudizio

Bloodshot è un film del 2020 diretto da Dave Wilson.

Il cinema è sempre stato sorprendente. Sia in positivo, che in negativo. Se da una parte abbiamo autori, registi, che si sforzano ogni anno di portare nelle sale dei prodotti audiovisivi davvero validi e originali, dall’altra abbiamo quasi sempre l’opposto. Film che arrivano tremendamente in ritardo sui tempi, che hanno l’odiosa ambizione di risultare in qualche modo particolare agli occhi dello spettatore, senza accorgersi di star pescando a piene mani da altre storie, già raccontate negli scorsi anni da altri sceneggiatori. È questo il caso di Bloodshot, film con protagonista Vin Diesel diretto da Dave Wilson che, dopo aver lavorato agli effetti speciali di alcuni dei videogiochi più importanti dell’ultimo decennio e a un episodio della serie Netflix, Death Love and Robots, esordisce dietro la macchina da presa. Bloodshot è l’adattamento cinematografico dell’omonimo fumetto anni ’90 e racconta la storia di Ray Garrison, un soldato  ucciso in azione e riportato in vita grazie a una società chiamata RST. Il suo corpo diventa invincibile, grazie anche delle nanotecnologie  presenti all’interno delle sue vene.

Ben presto scoprirà che nel controllare il suo corpo, la società ha anche influenzato il suo modo di pensare e i suoi ricordi. Toccherà a Ray scoprire cosa gli è successo, ponendolo davanti a una sconcertante verità. Come dicevamo prima, purtroppo, il nuovo film con Vin Diesel non racconta nulla di nuovo, specialmente per uno spettatore allenato. A metà tra Source Code di Duncan Jones e Total Recall di Paul Verhoeven, la sceneggiatura si muove su territori già esplorati all’interno del genere, ma ciò che colpisce di più è la pretesa, che permea durante tutta la storia, di raccontare qualcosa di nuovo, di mai visto prima. Uno script infarcito di banalità non solo negli archetipi, che dopotutto il film sembra anche prendere in giro in alcune occasioni, ma anche nei dialoghi pronunciati dallo stesso protagonista. Per intenderci: siamo nel 2020 e ancora sentiamo frasi come “io ti troverò e ti ucciderò”. E questo non una volta, ma più volte durante il corso del film. Un progetto al quale non sembra credere nemmeno Vin Diesel, che nella prima parte risulta stanco e senza mordente.

Non che abbia mai avuto questo particolare talento recitativo, ma in Bloodshot sembra non avere nemmeno la voglia di impegnarsi più di tanto. I personaggi di contorno, poi, risultano abbozzati, caratterizzati in maniera imperfetta, ma con quel poco che basta per presentarli allo spettatore. L’unico a risultare veramente interessante, ma che purtroppo non viene sviluppato a dovere, è il personaggio di Guy Pearce nei panni del dottor Emil Harting. Seppur banale nella sua caratterizzazione avrebbe potuto rendere perlomeno interessante alcune dinamiche proposte dal film, ma a lungo andare perde di significato. Se questo ancora non bastasse, la prima prova registica di Wilson ci mette di fronte a uno sguardo irritante, fatto di continui rallenty (un po’ alla Zack Snyder) e momenti action che a lungo andare risultano pressoché stancanti, specialmente nella parte finale, dove si dovrebbe raggiungere il culmine. Nonostante le buone intenzioni, Dave Wilson fallisce miseramente nel tentativo di voler far divertire lo spettatore. Questo per la sua costante ambizione che, se inserita in un intrattenimento del genere, la maggior parte delle volte non porterà mai a nulla di buono.