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3 from Hell

2019
Titolo Originale:
3 from Hell
REGIA:
Rob Zombie
CAST:
Bill Moseley (Otis B. Driftwood)
Sheri Moon Zombie (Vera-Ellen "Baby" Firefly)
Sid Haig (Captain Spaulding)

Il nostro giudizio

3 from Hell è un film del 2019, diretto da Rob Zombie.

La famiglia Firefly sembrava una volta per tutte estinta, vista la guerriglia con la polizia americana in fermo immagine con la quale si concludeva La casa del diavolo. Eppure, i tre recidivi sono riusciti a sopravvivere e ora stanno scontando la pena in carcere, in attesa della sentenza finale. La fama che li ha assaliti, una volta arrestati, ha scatenato un movimento di ribellione alle autorità giudiziarie, come meglio esemplifica lo slogan Free the Three. In questa atmosfera carica di tensione, Otis (Bill Moseley) viene posto ai lavori forzati e Baby (Sheri Moon Zombie) condannata all’ergastolo, laddove il padre Captain Spaulding (Sid Haig), condannato a morte per iniezione letale, muore. Quando sembra che non vi sia possibilità di fuga, il fratellastro Foxy compare sulla scena per liberare i rimanenti due e una volta riunita la famiglia inizia una fuga verso il Messico lasciandosi dietro una spietata mattanza. La recente triste notizia riguardo il decesso di Sid Haig ha accompagnato la visione di questa pellicola – per la quale è stata progettata una proiezione limitata negli Usa tra il 16 e il 19 settembre più un’ulteriore data a ottobre – con una singolare cadenza malinconica che spegne il vivo desiderio dello spettatore di poterlo vedere di nuovo in azione.

Malauguratamente, a causa di un repentino peggioramento della sua malattia, gli è stata assegnata una parte da cameo e il suo ruolo viene rimpiazzato dalla presenza di Richard Brake (Foxy), un lurido volto che avevamo già visto in 31. L’introduzione di questo personaggio è una, se non l’unica, novità che Rob Zombie ha apportato nella produzione della terza avventura della celeberrima famiglia Firefly. Infatti, il primo impatto con la pellicola in questione è di assistere a un’infruttuosa riproposizione di ciò che era già accaduto negli antefatti: in parole povere un ridondante prosieguo. In primo luogo, sorge il dubbio circa la necessità, a distanza di una quindicina d’anni, di ideare un terzo sequel giacché ne La casa del diavolo il male veniva trionfalmente sconfitto a suoni di proiettili e rock ‘n’ roll. La risposta è ovviamente negativa, poiché se da una parte, in un’epoca che ha archiviato il genere slasher, una scelta del genere risulta anacronistica; dall’altra, talvolta, conviene far riposare certi personaggi affinché possano vivere indisturbati nella memoria collettiva. È inopinabile che la mancanza di Captain Spaulding si percepisca intensamente, dato che venendo a mancare quella presenza torva e impietosamente ironica, il film perde quell’elemento catchy che un Richard Brake, fin troppo caricaturale, non riesce a restituire.

I marchi di fabbrica Zombie rimangono consolidati: dall’ottimo apparato scenografico a una colonna sonora in grado di aggiungere potenziale anche alle scene meno avvincenti (quali la custodia cautelare di Baby). In ugual modo, la violenza la fa da padrone, difatti è lecito affermare che 3 from Hell è la pellicola più sanguinolenta ed efferata dell’intera carriera di Rob. Eppure, dietro questa granguignolesca messa in scena, si cela una povertà di idee evidente sin dall’inizio della storia e perfino nel corpo centrale, il quale ricalca fin troppo marcatamente le peripezie del precedente episodio. Non che sia tutto da buttare, perché Rob Zombie, aiutato dall’impeccabile moglie e dagli amici Moseley e Daniel Philips (Sceriffo Warden), riesce a far divertire e coinvolgere – seppur senza guizzi di originalità- il pubblico, mostrando di saperci ancora fare con l’horror. Il problema più grosso, è che arrivati al decimo film, ci si aspetta molto di più da un regista di questo calibro e se già 31, nonostante mancasse di creatività , regalava anche più di un’emozione essendo un capitolo a parte, il coefficiente di delusione è alto perché laddove ci si assuma la responsabilità di risuscitare una saga cult, non la si può ripresentare senza audacia e coraggio di osare.