Federico Bagnoli Rossi: “Il Cinema Siete Voi”

Lo stato dell'arte sulla lotta al camcording
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“Per pirateria tramite camcorder si intende l’attività svolta da una persona che, entrata in una sala cinematografica recando con sé qualsiasi tipo di dispositivo di registrazione (camcorder, smartphone, cam, registratore audio, ecc.) registra intenzionalmente o riproduce in tutto o in parte il video e/o l’audio del film. Registrare il film o l’audio in una sala cinematografica è un reato (articolo 85-bis del Testo Unico, Legge di Pubblica Sicurezza)”. Di questo fenomeno e delle azioni per contrastarlo abbiamo parlato con Federico Bagnoli Rossi, Presidente della FAPAV, Federazione per la Tutela delle Industrie dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali.

Ho letto con molto interesse il materiale informativo a proposito della campagna promossa dalla FAPAV, della quale Lei è Presidente, “Il Cinema Siete Voi.”, contro il fenomeno del camcording. Dal primo febbraio, nelle sale cinematografiche italiane vengono proiettati degli spot, sei diversi, ciascuno specifico per un genere, dall’animazione, all’horror, alla fantascienza, al cinecomic, per sensibilizzare il pubblico sul problema della pirateria… 

Federico Bagnoli Rossi: Prima di tutto, quando parliamo di pirateria, il reperimento dell’audio e del video dei film è una questione fondamentale. Oltre il 90% delle nuove uscite cinematografiche vengono piratate in sala, questo perché il furto del film in sala ha un forte valore economico. Dobbiamo partire dalla considerazione che dietro al fenomeno della pirateria ci sono persone che fanno del business. Essendo la pirateria, o comunque lo sfruttamento illecito, una vera e propria filiera, parallela a quella lecita, essa ha la necessità del reperimento dei contenuti. E, quando parliamo di nuove releases, la sala è il luogo elettivo in cui approvvigionarsi di questi contenuti. Il fenomeno del camcording è molto vivo nel nostro Paese. Ma, ripeto, perché è fortemente remunerativo. Nel momento in cui io rubo il video di un film, chiaramente esso ha un valore, perché posso venderlo a livello internazionale e gli altri gruppi criminali pirati potranno montarci sopra la lingua di loro interesse. Il camcording è un grosso problema che in Italia, fino a poco tempo fa, ricadeva nell’ambito della pubblica sicurezza, perché non esisteva una normativa specifica, ma rientrava nel Testo unico della pubblica sicurezza, cioè il TULPS. Adesso, con l’introduzione di una nuova legge organica antipirateria, l’azione della videoregistrazione illecita di contenuti protetti da copyright, diventa un reato, alla stregua di altri reati legati alla pirateria. Alla luce di ciò, noi ci siamo posti il tema di informare il pubblico, nelle sale, che non è possibile registrare il video né l’audio del film proiettato. E quindi abbiamo deciso di realizzare una campagna, che si chiama “Il Cinema Siete Voi.” e che è un unicum a livello europeo. Una campagna assolutamente innovativa, che valorizza il pubblico, tant’è vero che in questi sei spot da noi realizzati, la prima cosa che viene fatta è ringraziare gli spettatori in sala e che hanno pagato il biglietto, per poi ricordare che non è lecito registrare, con nessun mezzo, il film che si va a vedere. Abbiamo declinato questo messaggio su vari generi, per offrire all’esercente la possibilità di agganciare lo spot a seconda del tipo di film che viene poi proiettato. Quindi, se si tratta di un horror, verrà mostrato lo spot a tema horror e così via. Ne abbiamo realizzati sei e, cosa importante, i protagonisti sono gli stessi appassionati di cinema: abbiamo voluto enfatizzare questo aspetto, che è il pubblico lì presente, in sala, ad essere il vero protagonista, ma un protagonista senza videocamera. Questa è l’iniziativa, che con un claim molto forte, vuole ribadire un concetto molto semplice: il cinema esiste perché ci sono persone che sostengono questo settore e decidono di vedere un film legalmente, in questo caso acquistando un biglietto, quindi “Il Cinema Siete Voi.”. E riteniamo che questa campagna potrà avere ulteriori declinazioni, sempre per valorizzare il pubblico.

Questa vostra iniziativa riporta al centro anche il tema della sala, del cinema visto in sala. Esistono varie scuole di pensiero oggi: chi ritiene che il cinema in sala possa avere un futuro, chi pensa che, invece, il cinema nelle sale, anche per via della competizione delle piattaforme, possa, chi lo sa, scomparire o lasciare spazio solamente a un certo tipo di film. Ecco, io mi domando, c’è questo problema del camcording, nelle sale, ma, ad esempio, per quanto riguarda le piattaforme, io vedo, mi rendo conto che anche lì ci sono  forme di pirateria abbastanza esplicite… 

FBR: Assolutamente. E, addirittura, in quei casi, è più semplice, ovviamente, perché non c’è la necessità del camcording, di avere, cioè, qualcuno che vada a compiere materialmente il furto in sala. Bastano dei semplicissimi software, che tra l’altro sono open source, gratuiti, per catturare l’audio e il video di quelle releases, cioè dei cosiddetti direct to digital che sbarcano direttamente sul digitale e non passano per la sala. Anche questo è un problema enorme, contro il quale possiamo adottare azioni di contrasto nei confronti delle piattaforme e dei siti vetrina, tutto ciò che è luogo di distribuzione illecita di contenuti legali, bloccando i siti, facendo rimozione dei contenuti, mandando delle diffide. Però qui, ci muoviamo su un terreno diverso rispetto al tema del camcording, del furto nella sala.

Parliamo anche dei controlli: bisogna andare in sala muniti di videocamere e di altri congegni per poter operare il furto. Ma esiste una forma di controllo nelle sale o questo è ancora latitante? 

FBR: La ringrazio di questa domanda che mi fa rispondere anche a qualcosa che avrei dovuto dirle prima. Tutto quello che è successo, da dopo il lockdown, il fatto che i vari sfruttamenti siano ripartiti e che i modelli di business si siano modificati, con un’accelerazione notevole degli sviluppi degli stessi, ha fatto sì che avvenisse un rilancio vero e proprio, con una cooperazione fortissima, nel mondo della filiera cinematografica. Devo dire che il merito è delle sale cinematografiche e dei circuiti, che sono veramente molto collaborativi. In questo momento, “Il Cinema Siete Voi.” è non solo una campagna, ma anche uno strumento di dialogo tra la nostra Federazione e il mondo dell’esercizio. Tra l’altro, i principali circuiti d’Italia sono anche nostri associati e devo dire che è in atto una collaborazione senza precedenti. Questo ha fatto sì che si siano ottenuti dei grossi risultati, perché, oggi come oggi, sui film “caldi”, sulle releases più importanti – sappiamo bene che, a volte, in Italia i film escono anche prima che nel resto del mondo –, c’è una grandissima attenzione da parte dell’esercizio, e quindi i controlli, ai quali lei si riferisce, si stanno facendo. Ci sono stati dei risultati importanti e alcuni camcorders sono stati individuati. Non le nascondo che esistono dei sistemi di sicurezza connessi ai film stessi, tali per cui, attraverso delle analisi, si riesce anche a identificare la proiezione in cui è stato realizzato il furto, sia per luogo sia per orario. C’è, quindi, anche tutta questa parte di attività che le aziende stesse operano per tutelare i propri film. L’insieme di questi fattori ha fatto sì che la collaborazione tra la nostra Federazione, l’esercizio e i distributori stia portando a risultati molto importanti e questi controlli hanno avuto un vero e proprio rilancio, me lo lasci dire, in un contesto molto delicato come quello successivo alla pandemia. Il cinema in sala, in Italia, ha chiuso nel 2023 con un ottimo risultato rispetto agli altri Paesi europei, e credo che questo sia anche dovuto a tutto quello che le sto dicendo. La nostra campagna è stata portata avanti in collaborazione con ANEC, ANICA, MPA e il mondo delle sale, con quello della distribuzione e con il mondo della produzione e distribuzione americana. Devo ricordare anche Deluxe, che è il nostro partner tecnico e che veicola questi contenuti attraverso le proprie piattaforme in tutta Italia.

Lei faceva riferimento al periodo del del lockdown della pandemia, come a un momento in cui il fenomeno del camcording ha avuto un’accentuazione. Necessariamente. Però il problema del camcording era anche antecedente… 

FBR: Assolutamente sì. Ma, come le dicevo prima, la pirateria è una filiera, quindi un’industria. Ed è chiaro che col giro di boa che l’industria ha compiuto, mutando nella propria pelle, profondamente, dopo il lockdown, la situazione è esplosa. Modelli di business che si sarebbero dovuti sviluppare in dieci anni, si sono sviluppati nell’arco di pochi mesi e a tutt’oggi sono in corso di mutazione. Il fatto è che l’industria, le industrie, hanno lanciato il cuore oltre l’ostacolo con un’unica finalità, portare al consumatore finale il contenuto. Questo ha fatto sì che anche l’industria della pirateria si sia dovuta, in qualche modo, trasformare. Basti pensare che nel nostro Paese, in questo momento, la pirateria tradizionale è stagnante. Ma, sempre in questo momento, la pirateria delle PayTV illegali correlate alle offerte televisive ad accesso condizionato, è l’unica forma di pirateria in forte crescita. Questo è il motivo per cui, dopo la pandemia, la stessa politica ha capito che bisognava rimboccarsi le maniche e realizzare una nuova legge anti-prateria che oggi ci vede, a noi come Paese, con una legge all’avanguardia. Adesso si è partiti dai contenuti sportivi e nei prossimi mesi ci si allargherà alle altre forme di sfruttamento dei prodotti, come quello del cinema e della TV. Ma si sta andando verso una direzione in cui il blocco dei siti avverrà a trenta minuti dalla messa online del contenuto pirata.

Praticamente, in tempo reale… 

FBR: Noi siamo in questo momento un Paese all’avanguardia, anche grazie ai parlamentari che hanno promosso questa iniziativa, questa nuova legge anti pirateria, che – bisogna ricordarlo – è stata, una volta presentata, approvata in soli sei mesi: un record. E quando è stata approvata, in prima lettura, è stata approvata all’unanimità, da maggioranza e opposizione, nell’arco di cinque minuti. Quindi stiamo parlando di una volontà politica trasversale che sta portando avanti il concetto che “l’Italia non è un Paese per pirati”. Quindi, da una parte il camcording viene chiarito come aspetto, diventando reato alla stregua degli altri. E si lavora per dare all’Autorità Garante della Comunicazione dei poteri per agire nel blocco dei siti, cosa che già faceva, perché nel 2014 è stato implementato questo regolamento che dava la possibilità di bloccare i siti. Ma all’inizio si potevano avere blocchi di siti in quindici giorni, poi nell’arco degli anni si è arrivati a tre giorni e ora stiamo andando a trenta minuti. Questa cosa non ce l’ha nessuno, proprio nessuno.

Quindi siamo all’avanguardia, assolutamente…

FBR: Sì, siamo all’avanguardia: questo è il secondo weekend in cui il mondo dei diritti sportivi ha ottenuto il blocco dei siti in tempo reale, come le dicevo. Lei immagini che una volta che parte l’istanza, nell’arco di dieci, quindici minuti, il sito viene bloccato dagli Internet service provider, che quasi nella loro totalità, l’80%, tra cui anche i più importanti provider italiani, stanno collaborando per bloccare questo fenomeno. Quindi questo è lo stato dell’arte. Il digitale è una grande opportunità per le nostre industrie del mondo dell’audiovisivo, che non sta funzionando come dovrebbe perché c’è un problema, importante, di sfruttamento illecito. E le dico un’ultima cosa, molto rilevante: ricordiamoci sempre, a proposito di questa tipologia di sfruttamento illecito, che i pirati sono delle vere e proprie mentalità criminali, perché ragionano in modo criminale. Non sto dicendo che sono criminali “tradizionali”, ma sicuramente ragionano in modo criminale, perché hanno capito che è un fenomeno altamente remunerativo. Nel momento in cui vado a sottoscrivere un abbonamento di PayTV illegale, io posso rubare, per esempio, delle identità. Abbiamo potuto verificare che pirati importanti hanno creato dei veri e propri database, che hanno anche venduto. Quindi, creazione di database, vendita di database, ma anche tutti i vari rischi derivanti dalla pirateria, come il malware, il pishing, i trojan, il furto dei dati bancari: è tutto collegato, perché questi signori ragionano in maniera molto criminale.

Non credevo assolutamente… Potevo immaginarlo, ma non che fosse di questa portata, il business che sta dietro queste operazioni. 

FBR: Noi abbiamo calcolato che il business, per il solo mondo cinematografico, televisivo e sportivo, tocca una perdita annuale di un miliardo e 700 milioni di euro, di perdite dirette ed indirette. La sola pirateria sportiva vale circa 270 milioni per la perdita diretta, cioè perdita diretta di fatturato. Io faccio sempre l’esempio anche del coltivatore che vende il mais con cui verrà fatto il popcorn per capire cosa intendiamo con perdite indirette – di questi calcoli se ne è occupato Nando Pagnoncelli della Ipsos: bene, con queste perdite ulteriori arriviamo al miliardo e 700 milioni di euro, con circa 10.000 posti di lavoro in meno all’anno. Questo va quindi a incidere sulle nuove generazioni, perché se io perdo posti di lavoro, è chiaro che i primi che non avranno accesso al comparto saranno le nuove generazioni. Quindi è un problema grosso. Ed è la ragione per cui dobbiamo lavorare tutti insieme perché questa legge, implementandosi di tutti i pezzi consoni, sia un successo.

Qual è il suo punto di vista circa il futuro del cinema in sala. Ecco, prima abbiamo tangenzialmente sfiorato questo problema, ma qual è, detto fuori dai denti, il futuro della sala secondo lei?  

FBR: Purtroppo questa domanda lei la sta rivolgendo alla persona sbagliata, perché, amando io profondamente il cinema, per me la sala rimane quel tempio sacro da cui nasce la passione per il cinema. Come quando si va a dormire, si spengono le luci e si sogna… La sala resta un presidio formativo per il futuro di sogni e passioni, al quale non dobbiamo far altro che augurare lunga vita, perché ne abbiamo bisogno. Poi abbiamo tutti gli altri sfruttamenti. Spesso non la si ricorda, ma esiste anche tutta la parte dell’Home Entertainment, che è fisico ma anche digitale. Esiste un mondo che è quello dei DVD, dei Blu-ray 4K Ultra HD, ci sono addirittura le startup: oggi siamo arrivati a un punto per cui il pubblico chiede delle edizioni speciali di film, che hanno un enorme successo. Ed è molto bello vedere che gli stessi consumatori incitano per realizzare dei supporti fisici di qualità superiore. Quindi resisterà sicuramente questo zoccolo duro di appassionati e collezionisti. Per quanto riguarda le piattaforme, dobbiamo dividere il fenomeno in due tipologie: quella che io chiamo Home Entertainment da fisica online, quindi il noleggio della copia digitale e l’acquisto della copia digitale. Basti pensare che oggi Prime sta investendo moltissimo su questo. Addirittura, durante la pandemia, ha anticipato la release dello store, Prime, per poter vendere e noleggiare copie digitali. C’è anche il tema dei Premium VOD: questa settimana sono usciti e stando continuamente uscendo Premium VOD, cioè la possibilità di vedere dei film a 45 giorni dall’uscita in sala, a un prezzo diverso rispetto al normale. E poi avremo lo SVOD, quindi le piattaforme classiche, con sottoscrizione. Insomma, il futuro sarà sia una sala, che sarà un presidio generale. Sia un Home Entertainment fisico, che sarà uno zoccolo duro legato ai collezionisti, ai grandi appassionati di cinema – e posso aggiungere anche un’altra cosa, che molti film oggi non si trovano se non su supporto fisico. Ma il futuro sarà anche questo vasto scenario legato alle piattaforme di sfruttamento, generale, di sottoscrizione, sul genere di Netflix. E infine tutta la parte del mondo televisivo. Io credo che le cose andranno avanti ancora, in questa direzione, per i prossimi anni, me lo auguro anche, come spettatore. Lo ripeto sempre: oggi la sala ha un ruolo fondamentale perché va a identificare il valore di un film, come ha sempre fatto, del resto. Il successo di un film in sala fa sì che sia un successo a cascata anche su tutti gli altri sfruttamenti legali di filiera.