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Estraneo a bordo

2021
Titolo Originale:
Stowaway
REGIA:
Joe Penna
CAST:
Anna Kendrick (Zoe Levenson)
Toni Collette (Marina Barnett)
Shamier Anderson (Michael Adams)

Il nostro giudizio

Estraneo a bordo è un film del 2021, diretto da Joe Penna.

Per implausibile che sia, la premessa narrativa dietro Estraneo a bordo introduce fin da subito un elemento di originalità che il film è destinato a non scrollarsi più di dosso. Nella navicella (bellissimo set practical) diretta su Marte per iniziare una coltivazione di alghe produttrici di ossigeno, i tre membri dell’equipaggio (Anna Kendrick, Daniel Dae Kim e Toni Collette) scoprono che qualcun altro è partito con loro, un tecnico di bordo e studente (Shamier Anderson) ritrovatosi privo di conoscenza durante un lavoro di manutenzione. La scrittura è da subito così delicata e intrigante, è talmente naturale chiedersi se Michael riuscirà a superare lo shock di un viaggio di due anni non previsto, e c’è una tale aria sinergica che dal cast si riverbera sul quartetto-melting pot dei personaggi, che per un po’ sembra possibile trovarsi di fronte a un’Odissea senza incidenti di percorso, un viaggio umano che non ha bisogno di thriller per raccontare il suo spaccato di vita.

 Invece, con passo ingannevolmente placido e per questo ancora più terrificante, un po’ alla volta anche Estraneo a bordo si piega alla legge non scritta che vuole il “film aerospaziale” innanzitutto come una tipologia di survival movie. Eppure quel primo atto ha costruito qualcosa – essenzialmente relazioni, amicali e forse romantiche, un convitto, qualcosa che bisogna vedere per capire in modo intuitivo e infallibile che si trova là – che va dato atto alla sceneggiatura di Penna e Ryan Morrison di non sacrificare mai all’ennesimo banale trattato su quanto possiamo essere bestiali quando ci troviamo con l’acqua alla gola. Quel film l’abbiamo visto mille volte, mentre non si vede spesso la strana tensione messa in campo qui, continuamente oscillante fra la paura per la propria vita e quella per la perdita di ciò che si è costruito in termini esistenziali e relazionali, col duro lavoro, l’applicazione e l’entusiasmo. Scontro mortale tra ragioni egualmente pure e comprensibili, come nella più alta tradizione tragica antica, per cui la lotta fra Bene e Male è insieme meno lacerante e meno fruttuosa di quella fra Giusto e diversamente Giusto.

 Anche nel trattamento dello spazio scenico Estraneo a bordo presenta un’astrattezza quasi teatrale, che fa delle limitazioni di budget (evidenti come in ogni produzione Netflix high concept, eppure perfettamente neutralizzate) l’occasione per sperimentare in regia uno stile solenne, capace di caricare gesti e pose di notevole peso simbolico senza sacrificarne la funzionalità narrativa. È un film che andrà scandagliato da cima a fondo per soppesarne le valenze, da quelle politiche del suo microcosmo della nuova rappresentazione razziale/di genere all’utilizzo subliminale e personalissimo dei modelli classici, a partire da Alien, al contempo il più omaggiato e il più decostruito. Per ora, in diretta continuazione dell’intimismo cosmico La nave sepolta, costituisce una piacevole conferma della crescita delle ambizioni di Netflix, capace di diversificare la sua produzione con sortite in territori sempre più originali e complessi.