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7 Witches

2017
Titolo Originale:
7 Witches
REGIA:
Brady Hall
CAST:
Persephone Apostolou (Kate) Megan Hensley
Mike Jones (Cody)
Macall Gordon (Paula)

Il nostro giudizio

7 Witches è un film del 2017, diretto da Brady Hall

Che cosa sarebbe potuto succedere se Carl Theodor Dreyer avesse avuto modo di dare libero sfogo alla propria vena gore? Questo sarebbe certamente un ottimo quesito da porsi in seguito alla visione di 7 Witches, eccellente e suggestivo tentativo di rilettura del genere stregonesco firmato dal giovane Brady Hall e degno quantomeno di essere considerato come un eccellente prodotto di genere, capacissimo di non soccombere alle ristrettezze economiche e di estrapolare dalla necessità del caso soluzioni estetiche e narrative obiettivamente sorprendenti. Innestandosi senza paura né complessi d’inferiorità nella new witch renaissance cinematografica postmoderna inaugurata dal punk-rock di Le streghe di Salem di Zombie e proseguita con le derive kitsch cialtronesche di Le streghe son tornate di de la Iglesia – senza dimenticare quel piccolo kammerspiel post mortem che è Autopsy di Øvredal – 7 Witches dimostra ben più di un debito nei confronti del cinema crepuscolare (e per certi versi sottilmente inquietante) del maestro danese – i cui echi riportano tanto alle superstizioni stregonesche del Dies Irae quanto alle atmosfere perturbanti di Vampyr –, imbastendo un racconto contemporaneo ma al contempo di (e in) costume nel quale la giovane Kate (Persephone Apostolou) si trova costretta a rientrare, suo malgrado, nel soffocante e disfunzionale circolo familiare d’origine per presenziare alle nozze della sorella Rose (Danika Golombek) con la misteriosa Aggie (Megan Hansley).

dentro 1

Quest’ultima è discendente da una congrega ultrasecolare dedita a oscure pratiche pagane e pericolosamente vicine al culto demoniaco della Madre Terra. Sarà solo l’inizio di un autentico viaggio nei meandri infernali della magia più nera della pece. Rifacendosi chiaramente al mito ancestrale della stregoneria come pratica comunitaria a tradizione familiare – ricca per altro di riferimenti alle comunità rurali mormoniche e integraliste ben delineate nell’ipnotico The Witch di Eggers – 7 Witches si muove agilmente fra genuine aspirazioni di autorialità e derive decisamente più legate al cinema di genere commerciale, impiegando un ritmo di montaggio lento e contemplativo sul modello del cinema scandivo, con una fotografia fumosa, fredda e desaturata che rimanda più volte agli universi desolati di Lars von Trier (dove i lasciti di Antichrist si fanno ben sentire), lasciandosi infine andare liberamente a sequenze decisamente estreme nelle quali l’emoglobina certo non manca.

dentro 2

La famiglia di cui l’insofferente Kate torna a far parte nasconde un passato non meno oscuro e inquietante di quello gelosamente celato dalla misteriosa congrega degli Sklar, loschi figuri nerovestiti a metà strada fra gli emo gothic burtoniani e una radicale comunità amish con tanto di rigida gerarchia interna, pronti a reiterare le proprie pratiche diaboliche attraverso terribili sacrifici messi in atto nella desolazione di un’isola sperduta nel nulla che sembra covare gli stessi culti precristiani di The Wicker Man. Seppur con qualche scivolone drammaturgico abilmente compensato dall’ottimo impianto formale e da una regia sempre vigile, 7 Witches appare come un degno prodotto di genere capace di condensare nei suoi settantacinque minuti numerosi spunti davvero interessanti e anche qualche sano brivido, parlandoci nuovamente di malefici e fattucchiere attraverso una forma innovativa in grado di guardare al passato attraverso l’occhio del futuro.