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Shelley

2016
Titolo Originale:
Shelley
REGIA:
Ali Abbasi
CAST:
Ellen Dorrit Petersen (Louise)
Cosmina Stratan (Elena)
Björn Andrésen (Leo)

Il nostro giudizio

Shelley è un film del 2016, diretto da Ali Abbasi

Louise e Kasper vivono in uno châlet, nell’ansa più remota di un bosco in riva a un lago, da qualche parte in Danimarca. Ci rendiamo conto di quanto stiano, per dirla col poeta, in culo a Giove, fin dalla sequenza di apertura, quando Kasper accompagna la giovane Eléna, fresh from Bucarest, che sarà la loro colf. La povera rimane turbata, non solo dalla distanza fisica che la separerà dalla civiltà, ma anche dalle limitazioni radicali che la coppia si è imposta: Luoise soffre i postumi di un aborto spontaneo che l’ha resa sterile, ha una sorta di electrofobia, ed è in cura da un guaritore-santone – Björn Andrésen, il Tadzio di Morte a Venezia. Kasper (Peter Christoffersen), introducendo e giustificando questo microcosmo alla giovane, dichiara una posizione ancillare alle necessità della moglie.

Ma, soprattutto, Louise ha il volto ieratico, scolpito nella brina, quasi completamente depigmentato, di Ellen Dorrit Petersen, che avevamo già visto, due anni fa, in Blind: un volto che ha la capacità di perturbare la scena. Lo spettatore non tarderà a capire che il motivo per cui Eléna è condotta in questo luogo è quello di fare da madre surrogata per la coppia: in cambio lei potrà tornare in patria con le chiavi di quella casa che altrimenti le costerebbe anni e anni di lavoro. Una volta accettato il patto, fin dall’inizio della gravidanza, Eléna comincerà a patire e a impallidirsi, a sviluppare voglie innaturali, mentre Louise riacquista energia e colore.

Laddove il titolo vorrebbe evocare l’autrice di Frankenstein, Shelley è una riproposizione confusa dei temi di Rosemary’s Baby che, per l’ossessivo uso dei primissimi piani, quasi fa rimpiangere i grandangoli spinti di Saverio Costanzo. Il regista Ali Abbasi è nato a Teheran nel 1981 e prima di trasferirsi in Europa ha pubblicato diversi racconti nel suo Paese. Dopo gli studi di architettura in Svezia, nel 2007, si è iscritto alla scuola nazionale di cinema danese dove si è diplomato nel 2011. Tra il 2004 e il 2011 aveva diretto alcuni cortometraggi. Shelley è il suo primo lungo.