Kiss of the Dragon è un film del 2001, diretto da Chris Nahon

Kiss of the Dragon sembra quasi una pellicola di arti marziali, contaminata dal poliziesco, uscita dagli anni ‘70. Una trama esile e piena di buchi, a dire poco, personaggi tagliati con l’accetta e un grande quantità di scene di combattimento. Il che di base non sarebbe affatto un male, anzi, ma purtroppo il prodotto finale non convince per niente e rimane sullo stesso mediocre livello dei film americani di Jet Li. Con in testa L’urlo di Chen terrorizza anche l’Occidente (1972), Luc Besson insieme al fido Robert Mark Kamen sceneggia (da un soggetto dello stesso Li) questa storiella dell’agente segreto Liu Jian in missione a Parigi per arrestare, in collaborazione con la polizia francese, un gangster cinese, Mister Big (sic!), in viaggio d’affari. Per ragioni poco chiare l’ispettore Richard è interessato a vedere il gangster morto e pensa bene di incolpare Liu. L’unica persona pronta ad aiutare l’agente in difficoltà è la prostituta Jessica, ricattata dall’ispettore, che tiene in ostaggio la figlia.

Niente di veramente nuovo sotto il sole e infatti il film snocciola con un ordine fin troppo prevedibile tutti gli elementi del genere. Dalla prostituta ex-tossica (una patetica Bridget Fonda), passando per lo zio cinese che cucina nuvolette di gamberi, allo sbirro bastardo e senza scrupoli (Tschéky Karyo, che non fa altro che riprendere il suo personaggio di Dobermann, 1997) è tutto compreso nel prezzo. La regia totalmente anonima di Chris Nahon, qui al suo debutto, certo non aiuta e così ci si trascina da un combattimento all’altro senza interessarsi poi troppo di quello che succede. Le scene di arti marziali (con poco wirework, per fortuna) sono coreografate dal grande Corey Yuen, che fa un discreto lavoro inscenando dei combattimenti piuttosto violenti, anche se non veramente emozionanti. Kiss of the Dragon non ha proprio niente che non si sia già visto dozzine di volte e decisamente meglio in altri film. Ovviamente nessuno si aspetta chissà quale innovazioni e chi è di bocca buona riuscirà a passare novanta minuti perlomeno divertenti, ma una domanda sorge automatica durante la visione: Jet Li ha veramente bisogno di girare questi film?