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Black Lighting

2018
Titolo Originale:
Black Lightning
CAST:
Cress Williams (Jefferson Pierce / Fulmine Nero)
China Anne McClain (Jennifer Pierce / Lightning)
Nafessa Williams (Anissa Pierce / Thunder)

Il nostro giudizio

Black Lightning è una serie tv del 2018, creata da Salim Akil e Mara Brock Akil.

L’uscita nelle sale cinematografiche di Black Panther ha definitivamente sdoganato l’idea del supereroe di colore. Ma qualche mese prima che lo standalone dedicato a T’Challa venisse portato sul grande schermo dai Marvel Studios, a gennaio Dc Entertainment e Warner Bros Television hanno mandato in onda, su CW negli Stati Uniti e in esclusiva Netflix in Italia, il loro supereroe di colore: Black Lightning. L’obiettivo era quello di rispondere alla Marvel ed ai supereroi Black Panther e Luke Cage. Ma il tentativo di portare sulle sponde DC Comics e Warner Bros le simpatie di un pubblico che ritiene necessaria una certa rappresentanza etnica, anche tra i supereroi, non è riuscito completamente. La serie tv dedicata a Black Lightning racconta la storia di Jefferson Pierce (Cress Williams), preside del liceo di Freeland, che dieci anni dopo aver riposto nel cassetto il proprio costume da supereroe decide di reindossare i panni di Black Lightning per difendere la città da un nuovo e potente male: una droga chiamata Green Light. Nel frattempo, Jefferson Pierce deve affrontare anche la sua vita in “borghese”, nella quale è alle prese con un’ex moglie (Christine Adams) che lo ha abbandonato, e con due figlie che stanno affrontando, per motivi diversi, dei momenti particolari delle loro vite. Il contesto attorno al quale vive Jefferson Pierce è quello della città di Freeland, dove le lotte tra le gang di periferia, e le difficoltà della comunità nera si fanno sempre più accentuate.

Black Lightning (che riprende il personaggio creato dalla DC Comics nel 1977) cerca, soprattutto nei primi episodi, di far presa su quel tipo di audience che vorrebbe vedere i supereroi  all’interno di canovacci non riempiti esclusivamente da azione e dinamismo. Il fatto che, inizialmente, si veda spesso Jefferson Pierce impegnato ad affrontare le difficoltà della periferia e a dialogare con ex allievi divenuti membri di gang, aiuta  un approccio diverso rispetto alle serie televisive della DC Entertainment che, dai tempi di Smallville, sono esclusivamente proiettate verso il teen-action-drama. E proprio queste caratteristiche di base alla lunga si fanno vedere anche in Black Lightning e ne segnano l’appiattimento. Infatti, le lotte di periferie, le difficoltà della comunità nera di Freeland, a mano a mano lasciano sempre più spazio all’azione pura e al supereroismo più classico e bidimensionale, già ampiamente visto in televisione.

Black Lightning non riesce quindi a reggere sulla lunga durata. I tredici episodi  non hanno un ritmo tale da riuscire a mantenere alta la tensione (e l’attenzione) dello spettatore. I cliffhanger finali non incuriosiscono abbastanza, ed è possibile che parte dell’audience abbia potuto perdere interesse già dopo i primi episodi. Responsabile della non perfetta riuscita (anche se CW sembra essere intenzionata a produrre una seconda stagione) è anche un villain non molto carismatico (l’albino Tobias Whale interpretato da Marvin Jones III è decisamente bidimensionale), dei supercostumi non all’altezza di una produzione televisiva ad alto budget, e le continue questioni familiari che coinvolgono Jefferson Pierce e le sue figlie, a volte troppo invadenti  e capaci di trasformare la serie in una sorta di Medico in Famiglia supereroistico. Insomma, non è esattamente una ciambella riuscita col buco. Se i primi episodi sembravano far sperare in una svolta nell’approccio della DC Entertainment alle serie tv, il resto delle puntate hanno confermato ciò che si temeva: la Warner Bros Television non ha alcuna intenzione di abbandonare il tono da teen-action-drama.