Ultimi film al cinema: in sala a febbraio

Le uscite da non perdere
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Muscoli, brividi, pallottole e parecchia carne al fuoco. Il mese di febbraio, solitamente freddoloso e povero di novità, si prepara invece a offrici una serie di chicche cinematografiche degne di essere rimirate, degustate e digerite con tutta la calma e il piacere di questi tristi tempi post-festivi, quando la nostra voglia di fotogrammi densi di emozioni sembra non trovare alcun modo di essere placata. Sotto con le danze, dunque, con una selezione degli ultimi film al cinema più attesi, chiacchierati e imperdibili che ci accompagneranno da qui fino al nuovo plenilunio.

1. Birds of Prey

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Dietro ogni grande uomo c’è sempre una grande donna. Questo ormai sembra chiaro a tutti. Non stupisce dunque che un cattivaccio del calibro di Joker, viste le prestazioni non particolarmente brillanti di Suicide Squad, abbia deciso di mettersi da parte per far posto alla ben più tosta e sensuale compagna di baldorie, pronta a prendere in mano le redini della situazione e far comunella con amichette di merenda non certo di primo pelo. E così, dopo oltre tre anni di gestazione passati a raccogliere i cocci di quel mezzo disastro confezionato da David Ayer, la bella Margot Robbie è pronta a tornare alla riscossa con Birds of Prey, ovvero quella tanto annunciata “fantasmagorica rinascita di Harley Quinn” che da troppo tempo i fan invocano a gran voce, desiderosi di vedere la loro amata e schizzatissima beniamina finalmente ben inserita in un gruppetto degno di esistere. Ed è appunto in compagnia di tipette del calibro di Cacciatrice (Mary Elizabeth Winstead), Black Canary (Jurnee Smollett-Bell) e della sparatutto Renee Montoya (Rosie Perez) che la nostra pazzerrella eroina sceglie di gironzolare per una Gotham City ormai orfana del muscoloso Uomo Pipistrello, divenuta il parco giochi personale del malefico Maschera Nera (Ewan McGregor), pronto a mettere le sue sporche manacce sulla giovane e indifesa Cassandra Cain (Ella Jay Basco). Promossa in cabina di regia la sceneggiatrice Cathy Yan – pubblicizzata a spron battuto come la prima donna di origini asiatiche alla guida di un cinecomic –, i capoccia della Warner Bros. ce la metteranno tutta per farsi perdonare gli ignobili recenti trascorsi in casa DCU, sperando vivamente che, a partire dal 6 febbraio, questo attesissimo stand-alone possa finalmente ridare lustro a una delle ragazzacce più irriverenti che, abbandonata la pagina, abbiano mai messo piede sul grande schermo.

2. The King’s Man

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Quando le cose son fatte bene, c’è poco da stare a discutere: conviene cavalcare l’onda e preoccuparsi solo di avere buone redini a cui affidarsi. Se poi le redini in questione sono quelle saldamente impugnate da un navigatissimo mestierante come Matthew Vagughn, beh, non serve continuare a discuterne. Soprattutto se il cavallo da domare è quello di The King’s Man, il fortunatissimo franchise ispirato al fumetto Icon Comics targato Millar-Gibbons che, dopo i fasti cinematografici di Secret Service e The Golden Circle, si prepara ora a un nuovo attentato dinamitardo ai botteghini con un prequel incentrato sulla genesi della tanto amata agenzia segreta all’ombra del Big Ben. Dal 13 febbraio, infatti, con The King’s Man – Le origini, il caro vecchio Matthew, nuovamente chiamato a muovere la macchina da presa con il suo mirabolante ed eclettico talento, ci proietta dritti dritti nel gran casotto della Prima Guerra Mondiale, allor quando il Duca di Oxford in persona – con le fattezze di uno stilosissimo Ralph Fiennes – si appresta a posare la prima pietra che darà origine alla società spionistica più elegante e cazzuta di Sua Maestà, attorniato da un cast parecchio succulento nel quale figurano, tra gli altri, Matthew Goode, Aaron Taylor-Johnson, Daniel Brühl e il mitico Stanley Tucci. Insomma: un’ennesima sessione intensiva di cazzotti, adrenalina e abiti di alta sartoria. D’altronde, per un film elegante ci vuole gente elegante, non credete?

3. Fantasy Island

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Tutto si può dire di Jason Blum, tranne che non sia un tipetto alquanto strambo in grado di covare parecchie sorpresine sotto al cappello. Perdonate dunque se non ci sembra poi così strano che il Re Mida dei brividi a basso costo 3.0 abbia scelto di prendere una cultissima serie tv anni ’70 come Fantasilandia, spogliarla di tutti i suoi buoni sentimenti e buttarla in pasto alle atmosfere più cupe e orrorifiche offerte dall’attuale industria dell’intrattenimento. Ciò che ne è uscito fuori è qualcosa di gustosissimo e particolarissimo come Fantasy Island, un titolo che, a dirla senza mezzi termini, è già di per sé un discreto programmino. Affidandosi alla solida e fidata mano di Jeff Waldon – già entrato a pieno titolo nella factory blumhousiana con l’onestissimo Obbligo o verità –, il Roger Corman dei Millenials mette in scena, a partire dal 13 febbraio, un quadretto di tutto rispetto, servendosi soltanto di quattro semplici ingredienti: un inquietante resort piantato su di un’isola sperduta; una sadica versione del fu Mr. Roaker con le ispaniche fattezze di Michael Peña; un incauto gruppetto di avventori e, manco a dirlo, tanta, tanta emoglobina a condire il tutto. I nostri eroi dovranno dunque accantonare i propri sogni di relax e darsi parecchio daffare, così come i loro televisivi cuginetti di Lost, per risolvere il terribile segreto che serpeggia fra le palme e le noci di cocco. Il tutto, ovviamente, senza perdere per strada qualche arto o brandello di cervella. Per coloro che sono cresciuti con le allegre e fantasiose avventure dell’isola incantata sulla quale ciascuno poteva realizzare i propri sogni, è giunto purtroppo il momento di crescere e fare i conti con la dura e spietata realtà. Si, perché quando i sogni si tramutano in incubi, crema solare e cappellino non sono certo di grande aiuto per potare i a casa la pellaccia.

4. Gretel e Hansel

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Mettiamo le cose in chiaro: non che Jacob e Wilhelm Grimm fossero dei gran burloni, questo è più che certo. Tuttavia, eccezion fatta che per Neil Jordan e pochi altri temerari, il cinema non ha mai trattato le inquietanti storielle dei crucchi fratelli per quello che realmente erano: cupissimi spauracchi in grado di instillare un sano e fottutissimo terrore nei dolci pargoletti, insegnandogli a diventare adulti prudenti e coscienziosi. Quando poi quel pazzoide di Tommy Wirkona se ne uscì con la sua personale sbordatona action-pulp di Hansel & Gretel – Cacciatori di streghe – a pochi mesi di distanza dall’insulsa deriva lisergico-fattona di Hansel e Gretel e la strega della foresta nera firmata da quel teppista di Duane Jouney –, sembrava proprio che una delle fiabe nere più importanti di tutti i tempi fosse destinata a un’ecatombe cinematografica senza speranza. Ma per fortuna, pazientando qualche annetto, ecco che quel piccolo genietto di Oz Perkins, da buon autore di nicchia quale orgogliosamente è, ha pensato bene di riportare le avventure dei due incauti fratellini, abbandonati nell’oscura foresta da una ben poco caritatevole matrigna, al suo orrorifico mood primigenio, confezionando con Gretel e Hansel una versione dannatamente oscura del racconto originario. L’unica che i Grimm Brothers, pace all’anima loro, avrebbero certamente approvato senza alcune riserva. Ma attenzione, perché, fin dal titolo, il figlioletto talentuoso di Norman Bates ci fa capire con grande chiarezza che a prendere in mano la situazione non sarà certo quel pappamolla di Hansel, bensì una tostissima Gretel che, con la grinta e la forza fisica della Sophia Lillis di It, sarà l’unica a opporsi alla terribile stregaccia Holda (Alice Krige), già pronta a scaldare il forno per cuocere a puntino i due fratellini ben farciti di dolci al marzapane. Il girl power nelle favole non è certo una novità, ma quando di mezzo c’è del marcio autentico, allora tutto acquista un sapore diverso. Lo stesso saporino che speriamo vivamente di degustare, nella comodità della sala, a partire dal 27 febbraio.

5. The Grudge

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Le maledizioni hanno radici profonde e vita lunga. Quelle cinematografiche, poi, sembrano destinate a durare ben più di un brutto raffreddore. Nonostante una modesta trilogia-remake diretta da quello stesso Takashi Shimizu che, nella natia terra del Sol Levante, aveva fatto tremare connazionali e non solo con i terrificanti quattro capitoli originali di Ju-on, pare proprio che i rancorosi e gracchianti spiritelli dalle disarticolate membra e dalla folta chioma nerastra non siano ancora disposti ad andare in pensione. Almeno non a casa dello zio Sam, dove i soldini della Ghost House Pictures di Sam Raimi si preparano a rimescolare nuovamente le carte in tavola con il nuovo chiacchieratissimo reboot del fu orrorino estivo con protagonista Sara Michelle Gellar, all’epoca alle prese con l’ectoplasmatico Toshio e i di lui compagni di aldilà, pieni zeppi di odio represso. Passato il testimone a quel tale Nicholas Pesce che ci sorprese assai con il disturbante The Eyes of My Mother e che più recentemente ci ha lasciato assai indifferenti gratuito citazionismo surrealista di Piercing, dal 27 febbraio questo nuovo refresh di The Grudge si prepara a offrici più o meno la medesima minestrina riscaldata, con la solita incauta donzella (qui una detective dalle belle forme di Andrea Riseborough) intenta a indagare sulla malefica presenza fantasmatca che sembra ammorbare una casa teatro di un terribile fatto di sangue, nel mezzo dei consueti jumpscare calibrati a tavolino e dell’ormai iconico sound design da epiglottide infiammata. Unica vera nota distintiva pare essere la presenza annunciata di Lin Shayne, volto ben noto ai cinefili ghiotti di brividi anni ’80 per aver preso parte a capisaldi quali Nightmare e Critters, rispolverata di recente grazie a piccoli gioiellini come Ouija e Tales of Halloween. Non sarà molto, ma già questo vale certamente il prezzo del biglietto.