The Reaping

Una potente serie noir made in Italy

Siamo portati a discettare sempre per massimi sistemi e a teorizzare che il cinema italiano ha smesso di essere quello di una volta per chissà quali arcane e insondabili ragioni. Spesso, invece, le cause sono più prossime e banali di quello che pensiamo, la patologia facilmente diagnosticabile, tutt’altro che metafisico il perché. L’avete notato, per esempio, come la sparizione della provincia dagli schermi, grandi e piccoli, ha coinciso con la perdita di un patrimonio di racconto preziosissimo? La provincia, con la sua vita e la sua attività sobbollente e curiosa, che ha alimentato altrettanto efficacemente nel cinema del passato la commedia e il dramma, oggi non esiste più. Le storie sono solo metropolitane o al limite confinate in quei luoghi belli ma anodini, disinfettati, “denuclearizzati” che le film commission mettono a disposizione e che sono diventati delle specie di posti dell’anima o della mente, astratti, alieni, senza vita. Guardando The Reaping di Roberto D’Antona, o perlomeno il pilota di questa serie pensata su sette episodi, avevo il piacere di vedere smentita questa perversa legge ormai onnicreante. Mi sembra di capire che abbiano girato in Piemonte, dalle parti di Novara e anche se l’obiettivo deve essere stato quello di confezionare un prodotto internazionalmente valido, quindi sfumando sui dettagli geografico-topografici, il profumo dell’ambiente provinciale in cui, per definizione, può covare di tutto, il più segreto bene come il più segreto male, in questa prima ora lo si avverte in maniera oserei dire inebriante. La premessa è dunque molto buona.

The Reaping è una storia di legami multipli e complessi che intrecciano tra loro un certo numero di personaggi: ci sono un poliziotto e una psicologa, marito e moglie, lui interpretato da Michael Segal, lei da Annamaria Lorusso: una coppia in cui il legame è logoro. Lui a letto la sera a qualcosa di importante che lei gli dice, risponde lamentando che sono 4 settimane che non gli fa un pompin: una scena che fa aumentare i punti di ciò che stai guardando, immediatamente. Lei, la Lorusso, che è anche produttrice della serie, ha poi un dialogo con un paziente con pregressi di abuso pedofilo. E qui c’è un’altra bella situazione, scritta in modo molto forte, che non ti aspetti in un prodotto indi italiano. Bravo D’Antona. Il quale nasce attore e si ritaglia anche qui la parte del fratello di Segal, impiegato nello studio di un dentista stronzo e fidanzato con una ragazza che a tre quarti dell’episodio viene ritrovata morta da qualche parte nella campagna e sarà evidentemente il motore di tutto quel che avverrà nel prosieguo del racconto. Un altro poliziotto con un debole per la coca (Federico Mariotti) è nel novero dei caratteri messi in luce da questo pilot, la cui visione trasmette qualcosa di disagevole e di inquietante, e si porta dietro come strascico una persistenza, un residuo, un reflusso vischioso.

Il noir, che D’Antona ci anticipa contenere anche dei risvolti horror con il procedere della storia, sembra, insomma, molto ben confezionato e foriero di cose non banali. E se il buongiorno si vede dal mattino, varrà la pena di aspettare e di vederlo nella sua interezza nel 2017. Per ora, l’episodio pilota ha ramazzato premi un po’ dovunque e ha attirato in particolare l’attenzione degli americani.  The Reaping significa La Mietitura e la frase chiave “Ciò che semini, raccogli” deve avere evidentemente a che fare con la prima immagine del primo episodio, in cui D’Antona appare coperto di sangue e immobile ai bordi di un fiume, mentre la voce off di Christian Iansante (la voce di Rick di The Walking Dead, per intenderci) recita qualcosa di sapore biblico. Due parole sono da spendere anche per la Lorusso, pugliese, mora, really interesting and sensual, che è difficile scordare dopo aver visto il corto The Choice, dell’anno scorso, un horror da lei stessa scritto, diretto e interpretato insieme a D’Antona e a Michael Segal.